Frenata automatica d’emergenza: non sempre è d’aiuto. Anzi, a volte fa danni

Frenata automatica d’emergenza: non sempre è d’aiuto. Anzi, a volte fa danni
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Daniele Pizzo
Nelle ore notturne e in determinate situazioni i dispositivi salva-pedoni non sempre sono efficaci. Lo dimostrano alcune prove indipendenti e gli incidenti dovuti a falsi allarmi
7 ottobre 2019

La frenata automatica d’emergenza è quel dispositivo di concezione e introduzione piuttosto recente che permette alla vettura di frenare autonomamente se il guidatore tarda ad azionare i freni, permettendo di evitare gli incidenti con altri veicoli e, fatto ancora più importante, con i pedoni.

Euro NCAP ha stimato che permette di evitare il 38% dei sinistri dovuto a una frenata mancata o ritardata, ma qualcuno ha qualche perplessità sulla sua totale efficacia, dubbi che si basano sui risultati di test approfonditi.

E’ l’associazione nordamericana AAA, una federazione di auto club di USA e Canada, che ha messo alla prova i cosiddetti sistemi AEB (Automated Emergency Braking) che in Europa saranno di serie a partire dal 2020. I tecnici della AAA hanno condotto le prove di impatto circuito su manichini di adulti e bambini, impiegando quattro berline dotate di AEB molto diffuse in Nordamerica: Chevrolet Malibu, Honda Accord, Tesla Model 3 e Toyota Camry.

 

Impatto con un pedone durante una svolta a destra: sembra questa una situazione che mette in crisi alcuni AEB
Impatto con un pedone durante una svolta a destra: sembra questa una situazione che mette in crisi alcuni AEB

Le prove effettuate hanno simulato un attraversamento di un adulto presente frontalmente al veicolo viaggiante a 32 e 48 km/h durante il giorno e a 40 km/h di notte; un bambino che attraversa all’improvviso tra due macchine parcheggiate di fronte a un veicolo che viaggia a 32 e 30 km/h; un veicolo che svolta a destra su una strada adiacente con un attraversamento pedonale per adulti; due adulti in piedi lungo il lato della strada con le spalle al traffico, con un veicolo che si avvicina a 32 e 48 km/h.

Le criticità maggiori sono emerse durante la notte e nelle svolte a destra. Nelle ore notturne l’impatto c’è stato nel 100% dei casi. Ciò significa che, almeno nei veicoli provati, il sistema non è efficace e si tratta di una mancanza abbastanza grave se è vero, come sostiene AAA, che il 75% dei casi con questa dinamica avviene quando c’è buio.

Anche nelle svolte cieche a destra il manichino di adulto è stato investito nel 100% delle prove, segno che i sistemi dei quattro modelli sotto osservazione funzionano al meglio solamente nella marcia rettilinea e non in curva.

La presenza di più pedoni può a volte confondere alcuni AEB, che funzionano meglio a velocità inferiori a 30 km/h
La presenza di più pedoni può a volte confondere alcuni AEB, che funzionano meglio a velocità inferiori a 30 km/h

Secondo la AAA i risultati delle prove però non sono una bocciatura in assoluto: «Gli incidenti mortali con i pedoni sono in aumento, a dimostrazione dell'importanza che potrebbe avere l'impatto sulla sicurezza di questi sistemi se ulteriormente sviluppati», ha dichiarato Greg Brannon, direttore dell'AAA responsabile dell’ingegneria automobilistica e relazioni industriali, «Ma la nostra ricerca ha scoperto che i sistemi attuali sono tutt'altro che perfetti e richiedono ancora un guidatore accorto al volante».

Un’altra conferma del fatto che al momento degli AEB non ci si può fidare proprio a occhi chiusi proviene dal Wall Street Journal, che in un report ha appurato come siano stati depositati alla NHTSA (l’agenzia americana per la sicurezza stradale) nel corso del 2018 87 reclami su malfunzionamenti dei sistemi AEB, che in alcuni si sono attivati spontaneamente senza motivo apparente, provocando tamponamenti potenzialmente pericolosi perché ingannati da ombre o altre cause di falsi allarmi. 

Negli ultimi anni si sono dunque moltiplicati i richiami volontari dei costruttori, che nella maggioranza dei casi ne hanno migliorato il funzionamento attraverso dei semplici aggiornamenti del software.

Nonostante i passi da gigante che questa tecnologia ha fatto e certamente farà, il consiglio però rimane quello di prestare sempre la massima attenzione e non “riposare sugli allori” affidandosi completamente alla tecnologia, che ancora non riesce a superare il cervello umano per velocità di reazione ed efficacia.

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