Maserati finisce in Parlamento: Jean Philppe Imparato chiede tempo e collaborazione (ad Alfa Romeo)

Maserati finisce in Parlamento: Jean Philppe Imparato chiede tempo e collaborazione (ad Alfa Romeo)
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Alla Camera dei Deputati Jean Philippe Imparato interviene ad un convegno sull'energia e apre a collaborazioni con Alfa Romeo per il rilancio del brand modenese. Ma funziona?
2 luglio 2025

L’automobile italiana è cultura, identità, passione. E quando uno dei marchi storici del nostro Paese finisce in mezzo a polemiche che arrivano fino al Parlamento, vuol dire che la posta in gioco è alta. È il caso di Maserati, al centro di un acceso dibattito politico dopo alcune dichiarazioni di Jean-Philippe Imparato, che ha auspicato una collaborazione più stretta tra le due case del Tridente e del Biscione.

Le parole di Imparato, pronunciate durante gli Stati Generali dell'Energia in corso alla Camera dei Deputati , hanno sollevato non poche perplessità. Il nodo della questione è l’identità dei marchi: Maserati è percepita come un brand esclusivo, simbolo di artigianalità e lusso sportivo, mentre Alfa Romeo rappresenta da sempre la sportività accessibile, l’ingegneria applicata al piacere di guida quotidiano. Due mondi distinti, uniti da radici comuni, ma con anime diverse.La preoccupazione? Che l’identità di Maserati venga diluita o assorbita in un gioco di sinergie che penalizzi la sua unicità. E che l’Italia perda il controllo su due dei suoi simboli più riconoscibili nel mondo automotive. Ci aveva provato Sergio Marchionne con il famoso "Polo del Lusso", ma non ha funzionato.

La collaborazione tra Maserati e Alfa Romeo è vista come un’opportunità per rafforzare la presenza del Made in Italy nei mercati globali. Ma resta il punto: come si declina, concretamente, questa collaborazione? Condivisione di piattaforme? Motori comuni? Strategie commerciali coordinate? Se da un lato la razionalizzazione industriale è una necessità per tutti i grandi gruppi automobilistici – soprattutto in tempi di transizione verso l’elettrico – dall’altro c’è una verità con cui fare i conti: non si può fare sistema sacrificando l’identità.

Conosco bene le realtà, ho guidato le loro auto, ho visitato le loro fabbriche, ho parlato con gli uomini e le donne che ci lavorano. Dietro ogni Maserati c’è una cultura che affonda le radici nella tradizione modenese, fatta di motori V6 (e una volta V8), di pelle cucita a mano e di performance su misura. Dietro ogni Alfa Romeo c’è la volontà di far battere il "cuore sportivo" di chi guida, anche con pochi cavalli.

Una cosa è certa: non possiamo permetterci di appiattire tutto in nome dell’efficienza. La sfida del futuro non è solo industriale. È anche – e soprattutto – culturale.

Le frasi di Jean Philippe Imparato

"Per il piano ci vuole più tempo, oggi vi posso dire che non molliamo, sono stato a Modena con Santo Ficili, (CEO di Maserati) Ho visto una squadra super motivata e delle macchine bellissime. Abbiamo deciso di lavorare insieme con Ficili e con Alfa Romeo per dare un futuro a questo marchio" ha aggiunto. "Vogliamo mantenere Modena e Maserati. Dobbiamo fare un piano per Maserati ma ho bisogno di un po' di tempo. La cosa che è cambiata rispetto ai piani iniziali degli anni passati è che l'elettrico non può essere la soluzione al 100% per Maserati. Mi piacerebbe che Alfa e Maserati lavorassero più vicine come dieci anni fa". 

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