General Motors taglia, Trump minaccia: «Eliminiamo gli aiuti»

General Motors taglia, Trump minaccia: «Eliminiamo gli aiuti»
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Il presidente USA contro il riassetto del colosso di Detroit, che chiuderà 5 stabilimenti e eliminerà 15.000 posti di lavoro
29 novembre 2018

La ristrutturazione annunciata da General Motors non è andata per niente giù a Donald Trump, che in un tweet ha attaccato frontalmente il più grande costruttore americano sul suo piano che prevede la chiusura di cinque stabilimenti in USA e Canada e il taglio di 14.700 lavoratori: «Nessuna chiusura in Messico e in Cina. Gli Stati Uniti hanno salvato General Motors, e questo è il GRAZIE che riceviamo! Ora stiamo esaminando il taglio di tutti i sussidi @GM, inclusi quelli per le auto elettriche».

Questa l'immediata reazione del Presidente degli Stati Uniti al piano annunciato da Mary Barra, che prevede per l'appunto la concentrazione delle risorse su veicoli EV a discapito delle motorizzazioni tradizionali, un tempo “core business” dell'industria americana. Trump dopo poche ore è tornato sull'argomento, sempre con un tweet, con una dichiarazione che interessa tutta l'industria dell'auto: «I paesi che ci inviano le auto hanno approfittato degli USA per decenni. Il Presidente ha ampi poteri su questa questione, che per via degli eventi di GM è adesso allo studio».

Il riferimento è chiaramente alla questione dei dazi sulle importazioni di vetture sul suolo americano su cui l'inquilino della Casa Bianca ha puntato: tariffe più pesanti sono già in atto nei confronti della Cina, ma allo studio vi è anche un inasprimento di quelle verso i paesi europei.

La politica di Trump suscita preoccupazione ai piani alti della finanza mondiale. Sul tema si è espressa anche la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde in un suo intervento rivolto ai paesi del G20 che si incontreranno in Argentina.

«Sappiamo che alzare barriere commerciali alla fine è controproducente per tutti i soggetti coinvolti. Pertanto, è imperativo che tutti i paesi si liberino delle nuove barriere commerciali, invertendo le tendenza attuali», ha ammonito la Lagarde.

Le esternazioni di Trump si sono ripercosse negli ultimi giorni sui titoli azionari dei costruttori. Tra quelli più influenzati quelli delle aziende tedesche che negli Stati Uniti hanno una méta commerciale che vale 20 miliardi all'anno, ma al di qua dell'oceano soffre anche Ferrari, il cui fatturato in America pesa per il 25% sul totale.

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