Honda lancia l’allarme: "Così l’elettrico non funziona, dobbiamo rivedere tutto"

Honda lancia l’allarme: "Così l’elettrico non funziona, dobbiamo rivedere tutto"
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L’elettrico rallenta davvero: Honda rivede i piani e parla di “deterioramento finanziario”
24 novembre 2025

Honda alza la voce e manda un messaggio che fa rumore nel settore. Secondo Noriya Kaihara, vicepresidente di Honda Motor Corporation, l’eccessivo ottimismo con cui l’industria automobilistica ha interpretato il passaggio all’auto elettrica ha generato un impatto negativo sulla salute finanziaria del marchio giapponese. E le previsioni sulla transizione zero emissioni, ora, vengono drasticamente riviste.

Sono dichiarazioni che arrivano da una delle aziende più prudenti nell’affrontare la rivoluzione elettrica. Prudenza che, almeno per ora, sembra essere stata una scelta più lungimirante di quanto molti pensassero.

Da anni i costruttori giapponesi invitano a non forzare la mano sulla transizione elettrica. Non perché ritengano l’elettrico un vicolo cieco, ma perché ritengono che il ritmo debba essere dettato dal mercato e non dai regolatori. Una visione opposta a quella dell’Unione Europea, che ha imposto tappe forzate e obiettivi sempre più stringenti.

E la realtà degli ultimi due anni sembra dare loro ragione: le vendite di auto elettriche continuano a crescere, ma non al ritmo previsto dai piani industriali. Esattamente ciò che Kaihara denuncia. "La transizione non procede come annunciato - afferma il vicepresidente - ed è chiaro che sarà molto difficile raggiungere gli obiettivi di vendita previsti per i veicoli elettrici".

Honda paga investimenti pesanti: 1,23 miliardi di svalutazioni

Nonostante un approccio meno aggressivo rispetto alla concorrenza, Honda si è trovata di fronte a un deterioramento dei conti. La casa giapponese ha infatti registrato amortizzazioni per 1,23 miliardi di euro legate agli investimenti nello sviluppo di modelli elettrici. Kaihara lo ammette apertamente in un’intervista ad Automotive News: "Abbiamo subito un deterioramento dovuto alle basse vendite di veicoli elettrici". Una frase che pesa, perché arriva proprio da un costruttore che, fino ad oggi, aveva investito nell’elettrico con estrema cautela.

La timidezza di Honda nei confronti dell’elettrico è evidente anche guardando al listino europeo: in Paesi come l'Italia, oggi la gamma BEV si riduce a un solo modello, l’e:Ny1. Dietro le quinte, però, Honda sta sviluppando la nuova famiglia elettrica derivata dai concept Honda 0 SUV e Honda Super EV, ma la loro introduzione sarà lenta.

Il piano industriale iniziale prevedeva che Honda vendesse due milioni di auto elettriche entro il 2030. Ora la previsione viene drasticamente ridimensionata: 700.000 unità, appena un terzo dell’obiettivo originario. Parallelamente, il marchio punta a commercializzare 2,2 milioni di ibride entro la stessa data. Un segnale chiarissimo: la crescita dei sistemi elettrificati continuerà, ma il motore a combustione - associato all’ibrido - rimarrà il pilastro economico dell’azienda ancora per molti anni.

Honda mantiene ufficialmente l’obiettivo di diventare un costruttore 100% elettrico entro il 2040, ma Kaihara introduce un elemento decisivo: "La elettrificazione si ritarderà, dobbiamo rivedere in modo significativo i nostri piani di investimento futuri". E aggiunge un passaggio che suona come un avvertimento a tutto il settore: "Il mercato diventerà molto più complesso. Raggiungere gli obiettivi di vendita dei veicoli elettrici sarà difficile".

Sono parole che riecheggiano quelle pronunciate da Toyota negli ultimi due anni, e che confermano una tendenza crescente: la corsa all’elettrico totale entra in una fase di rallentamento. Per ora, i numeri premiano proprio chi - come Honda e Toyota - ha scelto una strategia multienergia. L’ibrido continua a crescere in Europa e in Asia, mentre le difficoltà infrastrutturali, i costi delle batterie e la volatilità della domanda frenano la diffusione delle elettriche. Nonostante questo, Honda conferma che l’elettrico rimane il traguardo finale, ma sarà una transizione più lunga, graduale e sostenuta dagli utili generati dai modelli a combustione e ibridi.

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