Hyundai: “basta schermi sulle auto”, meno distrazione e più sostanza

Hyundai: “basta schermi sulle auto”, meno distrazione e più sostanza
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Hyundai con il Concept Three rilancia la sfida: niente schermi, solo widget personalizzabili. Una provocazione o il prossimo passo nel design automobilistico?
22 settembre 2025

Negli ultimi anni i display nelle auto sono diventati come il prezzemolo: onnipresenti. Prima erano riservati solo a modelli premium, oggi li trovi persino sulla citycar più economica del listino. Eppure, nonostante quell’aria tecnologica da “astronave domestica”, molti automobilisti continuano a lamentarsi: troppo complicati, poco intuitivi e, soprattutto, distrattivi.

È proprio da qui che nasce la provocazione di Hyundai, che con il prototipo Concept Three ha deciso di ribaltare il tavolo. Niente schermi centrali, niente quadro strumenti digitale, solo piccoli widget modulari che il guidatore può personalizzare a piacimento. In più, arriva “Mr. Pix”, un simpatico assistente virtuale pronto a dialogare con chi è a bordo. Una mossa audace che solleva la domanda: e se avessimo esagerato con la mania degli schermi?

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La battaglia degli interni: Hyundai contro tutti

L’idea di Hyundai non è passata inosservata, soprattutto perché rompe con un trend ormai consolidato. Simon Loasby, a capo del design della casa coreana, lo ha detto chiaro: troppi menu e sottolivelli complicano la vita, quando a volte basta un tasto fisico per alzare la temperatura o cambiare canzone. Non tutti, però, la pensano così.

Gorden Wagener, capo design Mercedes, non ha perso tempo a punzecchiare la concorrenza, definendo certe soluzioni “roba da anni ’90” e sottolineando come una piccola schermata possa dare l’idea di essere su un’auto di serie B. In mezzo si inserisce Audi, che con il Concept C ha scelto la via di mezzo: un’unica schermata da 10,4 pollici, per di più a scomparsa, quasi un compromesso tra passato e futuro.

Insomma, mentre alcuni designer sognano un ritorno all’analogico, altri rivendicano la centralità dello schermo come simbolo di modernità. Chi avrà ragione? Forse lo scopriremo presto, quando queste idee passeranno dai saloni ai concessionari.

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