Hyundai, dipendente positivo al Coronavirus in Corea del Sud: produzione sospesa

Hyundai, dipendente positivo al Coronavirus in Corea del Sud: produzione sospesa
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La fabbrica di Hyundai ad Ulsan, in Corea del Sud, ha dovuto chiudere i battenti per la positività di una dei dipendenti al Coronavirus
28 febbraio 2020

Hyundai è stata costretta a chiudere una delle sue fabbriche in Corea del Sud per via della positività al test del Coronavirus di uno dei dipendenti. Si tratta dello stabilimento di Ulsan, specializzato nella produzione di SUV, come la Palisade, la Tucson, la Santa Fe e la Genesis GV80. Hyundai si ritrova così ad affrontare problemi dopo aver gradualmente ricominciato l'attività negli impianti locali condizionati dalla mancanza di parti in arrivo dalla Cina. 

L'emergenza Coronavirus in Corea del Sud è particolarmente stringente: la nazione asiatica presenta il maggior numero di contagi dopo la Cina. Solo nella giornata di venerdì, sono stati rilevati altri 256 casi, per un totale di 2.022 contagi. Inevitabile che la situazione finisca per mettere in difficoltà le aziende che operano in loco. La fabbrica di Ulsan di Hyundai si trova a meno di un'ora da Daegu, dove si è sviluppato un focolaio di Coronavirus. 

Hyundai, in una nota diffusa alla stampa, ha fatto sapere che «l'azienda ha messo in quarantena i colleghi entrati a stretto contatto con l'impiegato infetto e ha iniziato l'iter affinché siano sottoposti al test per il virus». Hyundai ha disposto la disinfezione dello stabilimento; al momento non ci sono indicazioni sulle tempistiche della ripresa delle attività. La capacità produttiva della fabbrica di Ulsan è di 1,4 milioni di veicoli annuali; si tratta del 30% dell'output globale della casa coreana. 

Anche in Italia diverse realtà del settore automotive stanno facendo i conti con l'emergenza Coronavirus. Italdesign ha dovuto interrompere la produzione per via della positvità al test del Coronavirus da parte di un dipendente dello stabilimento di Nichelino; le altre sedi dell'azienda del gruppo VW hanno riaperto i battenti, ma non quella di Nichelino. La MTA, società fornitrice di diversi costruttori, ha invece dovuto imporre lo stop alle attività perché operante a Codogno, nella zona rossa lombarda.

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