Il Dl Rilancio si dimentica degli autobus

Il Dl Rilancio si dimentica degli autobus
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Nessuna risorsa destinata al supporto dei servizi di bus: per gli operatori, è un colpo mortale al settore, mentre FlixBus è pronta a fare ricorso all’UE
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
10 luglio 2020

Nel testo del Decreto Rilancio non compare alcun riferimento al trasporto con autobus su lunga percorrenza, settore che pure coinvolge molti operatori con migliaia di dipendenti e viene utilizzato ogni anno da milioni di utenti.

Malgrado diversi parlamentari, di maggioranza come di opposizione, avessero portato in discussione diverse proposte per porre rimedio alle mancanze del testo originario, la versione finale risulta lo stesso priva dio ogni riferimento all'ambito del trasporto passeggeri su gomma.

Non nasconde la sua delusione Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia: «Il risultato è zero: zero risorse economiche, zero interventi. Le conseguenze di questa indifferenza politica saranno gravi per tutto il settore del trasporto, per la rete di collegamenti che negli anni siamo stati in grado di attivare, per l’approccio intermodale verso il quale si diceva di voler andare come Paese. È mancata la volontà politica, del Governo, e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il messaggio è che in questo Paese ricevono sostegno solo le aziende di trasporto che già ricevono soldi pubblici. Nel testo definitivo del decreto è certificata un’inaccettabile discriminazione concorrenziale tra gli operatori che offrono collegamenti tra centinaia di località con autobus e il trasporto ferroviario non soggetto a obblighi di servizio pubblico, in evidente contraddizione con le indicazioni della Commissione europea, oltre che con il semplice buon senso. Una distorsione delle regole della concorrenza, che danneggia non solo noi operatori ma tutti i passeggeri, dato che è chiaro a tutti che con una minore concorrenzialità i prezzi medi saranno destinati ad aumentare. Per questo, stiamo valutando di fare ricorso all’UE: abbiamo già avviato un confronto con la Commissione e ci sono le condizioni per chiedere che vengano bloccate norme che favoriscono alcuni sistemi di trasporto e ne penalizzano altri».

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