Il trasporto merci in Italia, Come siamo messi e dove andiamo: disincentivi oltre che incentivi

Il trasporto merci in Italia, Come siamo messi e dove andiamo: disincentivi oltre che incentivi
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Arrivano proposte concrete dalla categoria per Incentivi fiscali e di mercato. Avanti con buoni Euro VI e alimentazioni alternative (biocarburanti) ma anche idrogeno. La revisione? Anche presso officine private
7 luglio 2021

Facciamo il punto su una cosa non da poco: i veicoli industriali in Italia. Sono circa 700.000 (ptt maggiore di 3,5 tonnellate) e mediamente tra i più vecchi in Europa (età media 13,4 anni). Le immatricolazioni di questi veicoli in 13 anni si sono ridotte del 40%: 20.256 veicoli venduti nel 2020.

ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE hanno proposto la Roadmap per il rilancio del trasporto merci. Le Associazioni chiedono disincentivi per i veicoli più inquinanti: maggiorazione del passaggio proprietà, azzeramento del rimborso pedaggi stradali e delle accise, per i mezzi ante Euro 4. Altra richiesta la revisione annuale obbligatoria, anche presso officine private.

Per i motori dei mezzi pesanti, si attenderà ancora a lungo l’idrogeno, ottima soluzione ma non immediata. Nel frattempo per la decarbonizzazione si pensa a diesel pulito, biocarburanti e gas naturale. Certo, ci sono anche veicoli da lavoro elettrici, per piccole tratte.

Accelerare la diffusione di certe motorizzazioni green anche Euro6, nel breve periodo, richiede di rifinanziare l’ecobonus sui veicoli commerciali e le associazioni spingono anche per la rimodulazione del bollo dei veicoli industriali (chi più inquina più paga). Il rinnovo del parco circolante aiuta la sicurezza, pensando che oggi solo il 21,6% dei veicoli industriali circolanti è dotato dei dispositivi di sicurezza resi obbligatori dal 1° novembre 2015). Un veicolo su tre in Italia è Euro 0, 1 o 2. Con l’occasione è stata anche chiesta libera circolazione degli autoarticolati di lunghezza fino a 18 metri (1,5 metri in più della lunghezza massima attuale).

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