Dakar26. Dacia Sandriders. OK: questa è una dichiarazione di guerra. Sapete chi vincerà?

Dakar26. Dacia Sandriders. OK: questa è una dichiarazione di guerra. Sapete chi vincerà?
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The Dacia Sandriders: arrivano Lucas Moraes e novità tecniche per un altro avanzamento della Squadra già dimostratisi all’altezza. Unite i 4 ingredienti Dream Team, girate piano (altrimenti esplode) e la formula letale d’attacco alla Dakar è pronta. Io ci scommetto...
15 novembre 2025
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Milano, 14 Novembre. Nasser Al Attiyah, Sébastien Loeb, Cristina Gutierrez e, infine, Lucas Moraes. È il Team Sandriders con cui Dacia ha dichiarato guerra alla Dakar 2026 Arabia Saudita, 3-17 Gennaio prossimo. Tutto si sintetizza a Milano, con una formula di occasione molto ben riuscita, è sulla terrazza che domina la Città che Dacia si racconta dall’inizio, stiamo attenti che i Sandriders si vedono in giro da appena poco più di un anno, e presenta il suo bilancio preventivo. Così, tra amici e senza darlo a vedere, “camuffato” abilmente nell’apparenza di un’esposizione di aggiornamento e in un doppio workshop a tema, il Team esce definitivamente allo scoperto in tutta la sua aggiornata e micidiale forza d’urto.

Le novità sono molte e sostanziali, e quando non lo sono risultano ancora più “pericolose” (vedremo più avanti perché). A cominciare dall’”arruolamento” di un killer di nuova generazione, Lucas Moraes. Non è una novità assoluta, ma inserita nel contesto acquista nuovo valore. Lucas è figlio d’arte, il padre Marcos è pilota ed è l’organizzatore del Raly dos Sertões brasiliano, il Rally-Raid più famoso delle Americhe, e ha fatto irruzione alla Dakar del 2023, direttamente sul podio finale. Immediatamente chiamato ad un ruolo ufficiale, il 35enne “paulista” (Sao Paolo è la sua città natale), ha vinto varie tappe nelle due edizioni successive e, per non farsi mancare nulla, ha centrato il bersaglio del Titolo di Campione del Mondo quest’anno. Sulla Treccani alla voce “astro nascente”.

Il Team The Dacia Sandriders, che neanche un mese fa era sceso in Marocco con il Titolo Piloti praticamente in tasca, aveva dunque tre obiettivi all’ordine del giorno dell’appuntamento di chiusura del Mondiale, ultimo step ”istruttorio” di avvicinamento alla Dakar: vincere il Rally di Marc Coma & Co., aggiudicarsi i Titoli Piloti e Navigatori, e ottenere la benedizione della Macchina con le sabbie del Deserto. Cappotto” mancato, perché non tutte le ciambelle riescono con il buco, ma vediamo come la Formazione guidata da Tiphanie Isnard ha rimediato all’impasse con la magia del coniglio dal cilindro.

Si noti che già lo scorso anno Nasser Al Attiyah aveva ottenuto il Titolo di campione del Mondo al volante della Dacia. Quella volta, tuttavia, aveva corso solo il finale di stagione con i colori Sandriders. Quest’anno, invece, il “Principe del Qatar” si è fatto fregare da un peccato di ingenuità, una imperdonabile distrazione, un controllo a timbro mancato nel finale e la conseguente penalità. Roba da cadetti! Un’ora di “sanzione”, ovvero quanto basta per consegnare quello che doveva essere il suo quarto Trofeo nelle mani di… Lucas Moraes. Dunque, Dacia aveva vinto il Rally con Sébastien Loeb, il Titolo Navigatori con Edouard Boulanger (“Dud” aveva infatti corso la stagione passando dalla Sandriders di Al Attityah a quella dello fuoriclasse 9 volte Campione del Mondo WRC), ma non il Titolo Piloti. A quel punto entra in scena il “prestidigitatore”, propone e ottiene la firma contrattuale proprio di quel Lucas Moraes e il gioco è fatto: non è il Titolo ma, il 3 Gennaio, comunque il Campione del Mondo salirà su una Sandriders!

Ecco che la formazione Sandriders diventa la favorita numero1, e non si nasconde dietro al dito della modestia o della scaramanzia. Al Attiyah-Lurquin, Loeb-Boulanger, Gutierrez-Moreno, Moraes-Zenz, neanche i Cosmos di Pelé e Chinaglia degli anni ‘70! Ma non basta, e qui si parla di quelle novità non-sostanziali, di cui si diceva sopra e che finiscono per fare enorme differenza. La Macchina. Non è stata stravolta. Toccata appena. Il progetto era buono e competitivo all’inizio e sono state introdotte solo migliorie di dettaglio.

Buona la sagoma tubi e carbonio compatta con grandi prerogative di aerodinamica e raffreddamento, buono il 3.0 litri V6 da 360 HP e 540 Nm, buone le geometrie “appese” e il sequenziale a 6 rapporti. Buono tutto, insomma, e già dimostrato vincente. Dunque solo piccole, e già collaudate migliorie che portano ancora più in alto le “garanzie” (se può esser lecito usare questo termine quando si parla di Dakar). Tra queste un upgrade dei sistemi di confort e sicurezza, come varie soluzioni di raffreddamento dei… bollori degli Equipaggi e un sedile a “deviazione” d’impatto che, introdotto da Dacia, diventerà obbligatorio su tutte le Auto il prossimo anno.

La riequilibratura, non dei 37×12.5 R17 BF Goodrich bensì degli Equipaggi (lo scambio dei navigatori Lurquin e Boulanger nei cockpit di Al Attiyah e Loeb, l’introduzione di Dennis Zenz, la perfetta simbiosi Gutierrez-Moreno), completa il ventaglio dei dati a disposizione dei totalizzatori. Insomma, a dirvela tutta sono convinto che i Dacia Sandriders saranno la Squadra da battere per la vittoria della Dakar 2026 Arabia Saudita, e a spingermi oltre vi dirò che scommetterei tutto su Sébastien Loeb e Dud Boulanger!

© Immagini: Dacia Sandrider Content Pool

Calendario Campionato FIM-FIA Rally-Raid 2026

Dakar Arabia Saudita – dal 3 al 17 gennaio

Rally-Raid Portugal – dal 17 al 22 marzo

Desafío Ruta 40 (Argentina) – dal 24 al 29 maggio

Rally del Marocco – dal 28 settembre al 3 ottobre

Abu Dhabi Desert Challenge (Emirati Arabi Uniti) – dal 22 al 27 novembre

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