Incentivi: due italiani su tre li aspettano per comprare

Incentivi: due italiani su tre li aspettano per comprare
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
I risultati di un’indagine condotta da Bain & Company per conto di Aniasa rivela come in molti attendano il sostegno governativo per procedere al cambio della vettura
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
26 giugno 2020

Ieri no, oggi neppure, ma domani sì, soprattutto se ci sarà un bel contributo: l’atteggiamento degli italiani riguardo la prospettiva di acquisto di un’auto nuova è fortemente condizionato dall’accesso a forme di sostegno finanziario da parte dello Stato.

Secondo il rapporto di Bain & Company, infatti, ben l’84% degli italiani ha rinunciato o posticipato l’acquisto di una vettura: nel dettaglio, il 24% del campione ammette di aver rinunciato all’acquisto, mentre il 60% dichiara di averlo posticipato; per il 47%, la motivazione è la minore capacità di spesa, mentre il 23% attende un calo dei prezzi.

Soprattutto, in modo molto netto, per il 70% degli intervistati il ritorno all’acquisto è legato direttamente ed esclusivamente all'arrivo di incentivi e promozioni.

Sono i dati più interessanti che emergono dall’indagine commissionata da Aniasa: in Italia, in questa particolare fase post-pandemia, dunque, l’auto ancora non si compra, in attesa degli incentivi.

Ma lo studio rivela anche altro, per esempio che due su tre limitano al massimo gli spostamenti con il trasporto pubblico locale, mentre la diffusione del telelavoro ha determinato il quasi azzeramento dei servizi di car sharing.

La ricerca “Auto protagonista della mobilità Post Covid – Gli spostamenti degli italiani nella fase di ripartenza” voluta da Aniasa, associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità fondivisa (noleggio e sharing), ha coinvolto 1.000 intervistati nelle principali città italiane (Roma, Milano, Torino), a poche settimane dopo la fine del lockdown.

Più della metà del campione rivela l’intenzione di tornare alle modalità deglii spostamenti precedenti alla pandemia tra più di sei mesi, ed un quarto addirittura non prima di un anno; le maggiori cautele sono relative al trasporto pubblico locale, che quasi il 70% del campione dichiara di volere utilizzare meno di prima, mentre il 47% intende ridurre l'utilizzo anche dei taxi.

Un atteggiamento che impatta fortemente sulle dinamiche del settore del noleggio e del car sharing, che nel 2019 era in forte crescita, con 1,2 milioni di veicoli in circolazione (+ 100.000 sul 2018): ora le prospettiva, causa Covid-19, sono ben diverse, a causa soprattutto della dichiarata diffidenza nei confronti delle procedure di sanificazione dei veicoli, che insieme alle nuove abitudini di smart working sembrano modificare l’atteggiamento nei riguardi della mobilità condivisa.

Secondo il sondaggio, solo il 46% degli intervistati intende utilizzare tali servizi come o più di prima, e prevale la preoccupazione sanitaria, destinata ad essere superata solo in presenza di protocolli chiari.

La condivisione di un veicolo incontra molta più diffidenza rispetto ad altri servizi di mobilità non in proprietà, con il 72% del campione che conferma che andrà in vacanza, e di questo il 20% comunque pronto a farlo con una vettura in noleggio.

«Sconcerta, a quasi quattro mesi dall’inizio della pandemia - rileva Massimiliano Archiapatti, presidente Aniasa, nella presentazione dell’inchiesta - la totale assenza di attenzione da parte del governo per due filiere strategiche per l’Italia: automotive (11% del PIL) e turismo, che valgono rispettivamente l’11% ed il 16% del Pil. Gli annunciati voucher vacanze, ridottisi a poche centinaia di euro per limitate fasce di popolazione, riguarderanno solo una piccola parte della filiera. Sul fronte automotive è imbarazzante l’assenza di risorse messe in campo e di una chiara strategia, a differenza di quanto si sta verificando in altri Paesi d’Europa».

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