Inquinamento: scatta la procedura UE contro l’Italia

Inquinamento: scatta la procedura UE contro l’Italia
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Cartellino giallo (anzi, quasi da rosso diretto) per l’Italia riguardo l’inquinamento da PM 10
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
10 novembre 2020

La pazienza dell’Europa è finita: arriva la terza procedura di infrazione per l’Italia in neppure due settimane, dopo quella per i rifiuti e quella relativa alle polveri sottili Pm 2,5.

Stavolta i giudici della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con sede in Lussemburgo, hanno accolto il ricorso presentato dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia, accusata del superamento sistematico e continuato, in diverse aree del territorio nazionale, dei valori limite fissati dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria per le concentrazioni di particelle Pm 10.

Secondo la Corte, tra il 2008 e il 2017 l’Italia oltre appunto a violare “in maniera sistematica e continuata” quanto stabilito dall’unione, “non ha manifestamente adottato in tempo utile misure adeguate per garantire il rispetto dei valori limite fissati dalle norme Ue sull’inquinamento dell’aria“.

Il problema, come detto, riguarda diverse aree del Paese: sono interessate l’intera Pianura Padana (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), ma anche Toscana, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia.

L’Italia, agli occhi della Corte di Giustizia UE, dove apparire come un impenitente irriducibile a tutte le richieste di mettersi in regola: un primo richiamo era arrivato a luglio 2014, ma da allora non è stato fatto abbastanza ed infatti ad aprile 2017, la Commissione aveva inviato all’Italia una lettera con un parere motivato, aprendo la seconda fase della procedura di infrazione, affinché adottasse azioni idonee per ridurre le emissioni di particolato Pm 10, con attenzione concentrata su nove zone del Paese (Venezia, Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura Padana lombarda, Torino e Valle del Sacco nel Lazio).

Ma non basta: a gennaio 2018, ecco arrivare la convocazione a Bruxelles, messi sul banco dei cattivi insieme a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito.

All’orizzonte c’è la concreta possibilità di dover pagare pesanti sanzioni, dopo quelle comminate nel 2012 per infrazioni del 2006 e 2007.

Il quadro complessivo non è dei migliori, vista la quasi contemporanea apertura di una nuova procedura per il superamento dei livelli di polveri sottili PM 2,5, sempre in Pianura Padana e nelle regioni del Nord, come Lombardia e Veneto, e le città di Milano, Venezia e Padova osservate speciali.

Il Bel Paese, insomma, è malato di... mal'aria!
 

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