L’auto elettrica non si vende? Milena Gabanelli spiega perché

L’auto elettrica non si vende? Milena Gabanelli spiega perché
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
La popolare giornalista in un articolo sul corriere.it analizza le dinamiche del mercato delle vetture a zero emissioni, mettendo in luce gli elementi che ne frenano la crescita
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
22 giugno 2020

Chiusa la felice esperienza di Report, trasmissione che l’ha fatta conoscere al grande pubblico come paladina della verità che non si ferma se ci sono da raccontare storie poco gradite al Potere, da qualche tempo Milena Gabanelli firma articoli e video sul sito del Corriere della Sera, dove attraverso la rubrica Dataroom si dedica ad inchieste ed approfondimenti accompagnandosi a grafici, tabelle di dati e numeri.

La sua performance più recente riguarda il mondo delle vetture elettriche, del quale la giornalista emiliana analizza - secondo il suo stile che ormai è diventato un riferimento per chi pratica questo mestiere - ogni dettaglio, mettendone in luce soprattutto le contraddizioni che lo frenano ed i limiti che ne impediscono lo sviluppo.

«Da anni sappiamo - esordisce così la Gabanelli - che il futuro della mobilità è l’auto elettrica: zero emissioni, tre volte più efficiente, meno costi in manutenzione, abbattimento delle accise sul carburante. Ma non decolla. Nonostante i livelli di polveri sottili siano quasi sempre fuori controllo, nonostante gli investimenti ogni anno annunciati. Il primo ostacolo è il prezzo: dai 30 mila ai 37 mila euro per un’utilitaria su strada. Troppi per il consumatore medio, che dai dati Federauto può permettersi di spendere 8 mila euro, ovvero auto inquinanti da euro 4 a euro zero. In Italia ce ne sono 15 milioni in circolazione. L’incentivo del governo per rottamare quella vecchia e acquistarne una ibrida o elettrica è minimo: 4mila euro, mentre Francia e Germania ne hanno promessi 14mila. È come dire che aiutiamo i benestanti».

E queste sono solo le premesse: lettura altamente consigliata, collegandosi a corriere.it

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