Lamborghini Aventador J

Lamborghini Aventador J
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Alessandro Colombo
  • di Alessandro Colombo
Ha debuttato ufficialmente in società nel corso del Salone di Ginevra la Lamborghini Aventador J, variante caratterizzata dalla guida en plein air che verrà realizzato in un solo esemplare della più recente supercar di Sant’Agata Bolognese
  • Alessandro Colombo
  • di Alessandro Colombo
5 marzo 2012

Ha debuttato ufficialmente in società nel corso del Salone di Ginevra la Lamborghini Aventador J, variante caratterizzata dalla guida en plein air che verrà realizzato in un solo esemplare della più recente supercar di Sant’Agata Bolognese.

Omologata per la circolazione stradale la Aventador J non offre alcun tipo di protezione aerodinamica agli occupanti, al cui retro dei sedili si stagliano i le “pinne” caudali aerodinamiche arricchite al centro da una minimalistica paratia aperta che permette di intravedere il V12 da 6.5 litri e 700 CV aspirato.

La Lamborghini Aventador J, sigla volta a richiamara la Jota, codice che identificava le varianti più sportiva della Miura e della Diablo, si propone come la più estrema vettura mai prodotta dal brand del Toro e presenta una lunghezza di 4.89 metri ed un’altezza di 1.11 metri (diviene più lunga e più bassa rispetto alla Aventador di serie), oltre ad un’aerodinamica dedicata, grazie ad un’inedito spoiler, delle minigonne allargate, un diffusore maggiorato ed un paraurti con profili appositamente realizzati per questa variante scoperta.

Disponibile al momento nella in una colorazione rossa dalla tonalità accesa con componenti in fibra di carbonio a vista, la Aventador J sfrutta dei cerchi in lega d’alluminio con inserti in fibra di carbonio e fissaggio monodado da 20 e 21 pollici di diametro, rispettivamente all’avantreno e al retrotreno.

La scocca, sempre realizzata in fibra di carbonio promette elevati livelli di rigidità strutturale, mentre i due roll bar posti immediatamente dietro ai sedili degli occupanti garantiscono tutta la sicurezza necessaria in caso di ribaltamento, mentre le sellerie sfruttano una inedita tecnologia denominata Forged Composite, a sua volta basata su un tessuto di fibra di carbonio conosciuto con l’appellativo di Carbonskin, che sfrutta, grazie ad un sistema brevettato da Lamborghini, delle fibre intrecciate immerse nella resina, soluzione questa adottata anche per realizzare la plancia della scoperta del Toro.

L'Amministratore Delegato Stephan Winkelmann ha anche comunicato nel corso della presentazione il prezzo di commercializzazione che dovrà essere scritto sull’assegno che un solo fortunato acquirente (attualmente anonimo) potrà staccare: 2.100.000 euro (tasse escluse).

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