Marchionne: «Non chiuderò gli stabilimenti. Sarebbe favorire i tedeschi»

Marchionne: «Non chiuderò gli stabilimenti. Sarebbe favorire i tedeschi»
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I risultati del primo trimestre del Gruppo Fiat hanno messo in luce una crescita dell'utile netto, che deve però scontrarsi con una revisione dei target 2013 mentre Maserati raddoppia i ricavi
31 ottobre 2013

Il Gruppo Fiat rivede al ribasso i target 2013, dopo aver esaminato i conti del terzo trimestre e, a Piazza Affari, chiude in calo del 2,23% a 28,8 euro, con una netta inversione di rotta dopo il buon riscontro in mattinata ai risultati della controllata americana Chrysler.

La trattativa con Veba

L'Amministratore Delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, impegnato nella dura trattativa con Veba, assicura che non sarà necessario vendere alcuni asset del Gruppo per acquistare la quota del 41,5% di Chrysler ancora in mano al fondo USA: «Non cederò nulla, non penso sia necessario farlo», ha dichiarato il top manager italo-canadese nella conference call del Gruppo, mentre sull'Ipo della società di Detroit si limita ad auspicare che «tutto il lavoro venga concluso entro quest'anno».

L'A.D. di Fiat, che dopo i conti del primo trimestre 2014 rivedrà il piano industriale dei prossimi cinque anni, è pessimista sul mercato europeo dell'auto («non vedo niente che autorizzi a essere ottimisti», osserva), precisando comunquea: «non chiuderò le fabbriche per agevolare il predominio dei costruttori tedeschi».

«Nel 2012 quattro grandi Case europee, fra le quali Fiat – sottolinea l'Amministratore Delgato di Fiat-Chrysler - hanno perso in Europa 8 miliardi di dollari». Poi ribadisce la denuncia già fatta in altre occasioni: «ho visto in Europa alcune pratiche sui prezzi che non avevo mai visto dal 2004».

Fiat chiude il terzo trimestre con un utile netto in crescita da 171 a 189 milioni di euro, un risultato della gestione ordinaria da 901 a 816 milioni, mentre la liquidità resta superiore ai 20 miliardi

Utile in crescita

Fiat chiude quindi il terzo trimestre con un utile netto in crescita da 171 a 189 milioni di euro, un risultato della gestione ordinaria da 901 a 816 milioni, mentre la liquidità resta superiore ai 20 miliardi e l'indebitamento sale a 8,3 miliardi dai 6,7 di fine giugno.

Pesano il tasso di cambio sfavorevole e la contrazione del mercato sud americano, mentre l'Europa riduce le perdite e l'America è stabile. Trainano le vendite i marchi di lusso, fra i quali spicca Maserati che raddoppia i ricavi.

Il marchio Chrysler

Continua a correre Chrysler, nonostante il ritardo del lancio della Jeep Cherokee che ha però avuto un effetto positivo sui conti aziendali: vola l'utile netto che cresce del 22% e si porta a 464 milioni di dollari, ed aumentano anche il fatturato del 13,5% a 17,6 miliardi di dollari e le vendite di auto nel mondo (+8% a quota 603.000), ma sale anche l'indebitamento a 888 milioni di dollari.

La Casa di Detroit conferma gli obiettivi finanziari per il 2013: 2,6 milioni di veicoli venduti, ricavi netti tra 72 e 75 miliardi di dollari, un utile operativo tra 3,3 e 3,8 miliardi e un utile netto fra 1,7 e 2,2 miliardi.

Quanto ai target del Gruppo, Marchionne spiega che «non è un problema» l'aggiornamento al ribasso (ovvero con ricavi fra 84 e 88 miliardi, l'utile netto fra 0,9 e 1,2 miliardi di euro e l'indebitamento fra i 7 e 7,5 miliardi): «è dentro la forbice prevista e dipende dai tassi di cambio».

Grandi ambizioni per il SUV del Tridente

Per quanto concerne invece il SUV Maserati a Mirafiori, Marchionne dichiara «Ci stiamo spostando verso una strategia basata sul segmento premium. La piattaforma Maserati è un elemento necessario in questo ambito. Produrremo una vettura unica».

Fonte: Ansa

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