Mercato Europa, a febbraio sciabolata siberiana

Mercato Europa, a febbraio sciabolata siberiana
Pubblicità
Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Pesante bilancio mensile per le vendite nel continente: il calo delle immatricolazioni supera quota 20%, con punta più alte in Spagna e Gran Bretagna
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
17 marzo 2021

Alla fine, quasi quasi il -12,3 italiano diventa un dato del quale contentarsi: nel confronto a febbraio, hanno fatto molto peggio non sogli altri major market, ma l’intero comparto continentale.

Le immatricolazioni di nuove vetture in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) a febbraio, rispetto a quello di dodici mesi fa (l’ultimo, ricordiamo, prima che si abbattesse la pandemia) riportano un calo del 20,3%, con la contrazione da inizio anno che si attesta al -23,1%. 

Nel quadro generale molto depresso spiccano le eccezioni di Svezia (+5,3%) e Norvegia (+3,3%), mentre in tutti i paesi europei si assiste alla crescita delle immatricolazioni di vetture elettriche ed ibride.

Il Gruppo Stellantis ha registrato a febbraio in Europa 198.883 vendite (-22,4%), con quota di mercato del 23,4%; da inizio anno, i volumi ammontano a 377.905 unità (-24,7%).

Germania

A febbraio nella nazione tedesca si conferma l’andamento negativo: i dati diffusi dalla KBA indicano che a febbraio sono state vendute 194.349 vetture, corrispondenti al -19% sul 2020.

Per le alimentazioni, continua il crollo di benzina, che con 73.357 vetture perde il 41,4% di quota, e diesel, che si attesta al 25,4% del mercato, con una caduta del 35% su febbraio 2020; crescita importante, al contrario, per per le ibride, ora al 27,1% di quota con un incremento del 75,7%: le elettriche, in particolare, con 18.278 unità, archiviano il mese a +124,2% (9,4% di quota).

A febbraio, l’emissione media di CO2 è di 126,5 g/km, in calo del 15,4%, ma in leggero aumento (+1,5%) sul mese precedente.

Secondo Reinhard Zirpel, presidente dei costruttori di autoveicoli, «il mercato tedesco si sta dirigendo ancora una volta verso un risultato annuale disastroso», malgrado i forti investimenti per sostenere le vendite

Francia

Decisa battuta d’arresto per il mercato francese: a febbraio perde il 20,9% sullo scorso anno, quando furono le 167.782 unità registrate a fronte delle 132.637 attuali.

Sul versante delle alimentazioni, da inizio anno crollano diesel (che quasi dimezza le unità immatricolate, ora a 65.107) e benzina (114.536 immatricolazioni e 44,2% di quota), mentre le elettriche cedono 1 punto, al 5,8%; crescono invece le ibride che con 58.470 unità conquistano il 22,6% di quota.

Sul fronte dei segmenti, nei primi due mesi del 2021 crescono solo le piccole che sono al 60% di quota; calano leggermente medie inferiori (24%), medie superiori (12%) e superiori e lusso, al 5% del mercato.

Infine, tornano a diminuire leggermente le emissioni di CO2, a 114,1 g/km, dopo la risalita di gennaio.

Spagna

Si conferma nel mese il vistoso calo delle immatricolazioni, che arrivano a 58.279 unità, registrando una perdita del 38,4%; nei primi due mesi dell’anno la contrazione delle vendite è del 44,6%, con 100.242 unità.

Sul fronte dei canali, i privati per la prima volta dal 1966 a febbraio hanno venduto meno rispetto alle società: nello specifico perdono il 43,8%, fermandosi a 23.154 unità, mentre le società cedono il 18,7%; crollano i noleggi a -57,7% con 9.014 vetture registrate.

Le emissioni medie di CO2 si attestano a 128,8 g/km confermando, rispetto all’anno precedente, una riduzione del 4,5%.

Gran Bretagna

Il mercato nel Regno Unito registra il peggior febbraio dal 1959: la SMMT indica 51.312 unità immatricolate, -35,5% rispetto a dodici mesi fa, quando furono 79.594. Nel bimestre la perdita dei volumi è del 38,1% con 141.561 unità.

La domanda crolla per tutti i canali: privati a -37,3% e flotte a -33,5%, ma sono le società, con la chiusura prolungata degli showroom, a subire il danno peggiore con una perdita del 56,6%, arrivando a sole 637 unità.

Sul fronte delle alimentazioni, nel mese diesel e benzina continuano a perdere quota, rispettivamente a -61,0% e -44,5%, mentre cresce la domanda per le BEV (3.516 unità e 6,9% di rappresentatività) e PHEV (3.131 veicoli e 6,1% di quota), che insieme valgono più di una immatricolazione su otto, conquistando una quota di mercato del 13,0%.

I commenti delle Associazioni

«Continua il periodo di forte crisi per il mercato dell’auto in Europa - dice Michele Crisci, presidente dell’Unrae - e il settore guarda con preoccupazione ai ritardi delle istituzioni nel favorire la transizione verso una mobilità sostenibile. A fronte di ingenti investimenti dei Costruttori verso elettrico ed idrogeno, la rete stradale europea è ancora in forte ritardo nell’installazione delle infrastrutture di ricarica che crescono della metà rispetto al mercato. Senza un numero adeguato, anche in prospettiva, di impianti di ricarica veloce sulle principali autostrade continentali sarà impossibile raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero nei prossimi trent’anni. In questo quadro l’Italia è ancora all’ultimo posto insieme alla Spagna fra i grandi Paesi europei nella diffusione di auto “alla spina“, con una quota del 5,8% a febbraio, contro il 20,7% della Germania, il 13,2% della Francia e il 13% del Regno Unito. Una spinta decisiva alla diffusione dell’elettrico nel nostro Paese può venire dalla crescita del comparto auto aziendali, oggi fermo al 36% del mercato contro quote superiori al 50% dei major markets europei: ma se non si provvede ad allineare la fiscalità di questo comparto a quella degli altri Paesi, e ad adeguare al nuovo ciclo di prova WLTP i valori di CO2 per l’applicazione dei fringe benefit, l’Italia rischia di rimanere fanalino di coda anche nei prossimi anni nel mercato delle auto “verdi”».

«Le misure restrittive dovute alla terza ondata pandemica - afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - e l’incertezza del quadro economico continuano a pesare sul mercato europeo che conferma un trend negativo anche a febbraio, il peggior febbraio in termini di volumi dal 2013.  In vari Paesi, i bassi volumi di immatricolazioni hanno toccato livelli record anche considerando che la campagna vaccinale non è ancora in una fase avanzata per sospendere le limitazioni alla mobilità delle persone e le restrizioni vigenti per le attività commerciali, compresi i concessionari. Oltre ad auspicare rapidi progressi nella battaglia contro la pandemia, speriamo che, a livello nazionale, la definizione del PNRR all’esame del Senato possa presto garantire la messa in atto di un vero piano automotive per il Paese, indispensabile per affrontare la transizione della filiera verso l’elettrificazione della mobilità e per sostenere gli investimenti delle imprese nelle tecnologie della green mobility e del veicolo connesso e autonomo. Strumenti di politica industriale, programmi di riqualificazione delle competenze e interventi finanziari a sostegno delle imprese sono necessari per giocare al meglio questa partita, a livello europeo e internazionale».

Argomenti

Pubblicità
Caricamento commenti...