Mercato italiano dell’auto: ad agosto -20,2%

Mercato italiano dell’auto: ad agosto -20,2%
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Continua a soffrire il mercato dell’auto in Italia, che ad agosto ha fatto registrare una nuova flessione negativa con un -20,2 %
4 settembre 2012

Ennesimo dato negativo per il mercato italiano dell’auto, gravemente compromesso dalla crisi economica che ha avuto come effetto immediato una forte contrazione della domanda. Nel mese di agosto sono state immatricolate nel nostro Paese 56.447 autovetture, in flessione del 20,2% rispetto ai volumi registrati lo stesso mese dello scorso anno.

Mercato italiano

Sono dati allarmanti dal momento che riportano il mercato ai volumi di vendita che si registravano 50 anni fa. Nei primi 8 mesi dell’anno, le vendite hanno registrano un calo del 19,9%, rimanendo incredibilmente al di sotto del milione di unità complessive (981.030 immatricolazioni), rispetto alle 1.224.096 immatricolate nel periodo gennaio-agosto 2011.


La prima indicazione dei contratti di autovetture, secondo lo scambio fra UNRAE ed ANFIA, evidenzia per agosto un andamento in linea con le immatricolazioni: 56.000 unità (oltre il 20% in meno), mentre nei primi 8 mesi dell’anno gli ordini raccolti sono circa 921.000, in calo del 22%.

Boom di GPL e metano

Per far fronte agli aumenti dei carburanti inoltre, molti acquirenti si stanno indirizzando verso vetture a basso impatto ambientale: il Gpl ha segnato infatti un incremento del 152,5% nel mese, con una quota di mercato che raggiunge l’11,3% (3,6% un anno fa) e 6.402 auto vendute, che portano all’8% la rappresentatività di tale alimentazione sul cumulato dei primi 8 mesi (78.838 unità).


Il metano, in crescita del 30,7% nel mese, ottiene una quota di mercato del 4,2%. Continuano a flettere in agosto invece i carburanti tradizionali: -23,6% per il diesel, -35,3% per la benzina, che scende sotto il 30% di rappresentatività. Un’ulteriore conferma delle difficoltà che attanagliano le famiglie deriva dalle immatricolazioni di autovetture a privati, che in agosto hanno registrato una pesante flessione del 27,1%, con una quota di mercato del 64,8%, oltre 6 punti in meno rispetto ad un anno fa. In calo anche le società (-6,6%), mentre i noleggi si mantengono in crescita al +3,9%.

Il mercato dell'usato soffre meno

Per completare l’analisi del mercato, anche quello delle vetture usate continua a soffrire una situazione difficile, confermata da una flessione del 9,4% sul mese di agosto e 232.980 unità complessive, quasi 25.000 in meno dello scorso anno, che portano il cumulato gennaio-agosto a 2.710.168 trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture (-10,9% rispetto alle 3.041.823 dello stesso periodo 2011).

Jacques Bousquet, Presidente UNRAE

Nel commentare i dati del mercato delle autovetture di agosto, resi noti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Presidente dell’UNRAE Jacques Bousquet ha dichiarato: «I fatti eclatanti del mese di agosto, oltre gli anticicloni africani, sono stati: l’aumento a sorpresa di 0,51 centesimi di euro del prezzo dei carburanti prima di ferragosto, lo sforamento della benzina sopra i 2 euro nel periodo del rientro dalle ferie estive ed, infine, vedere riconosciuto proprio dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel suo documento “Conto Nazionale” che il principale problema dell’auto oggi è nei costi di mantenimento, che sono più che raddoppiati negli ultimi 20 anni e pesano ormai più di 4.000 euro/anno.»


«I problemi sono noti: tasse, carburanti, assicurazioni, pedaggi. Gli interventi delle Case automobilistiche tesi ad allargare gli intervalli temporali di manutenzione delle vetture almeno hanno minimizzato questa voce, nell’insieme dei costi. Ma non c’è nulla da fare, senza un intervento a favore del potere di acquisto delle famiglie attraverso la riduzione della pressione fiscale ed il rilancio dei consumi, sarà ben difficile poter vedere alcun segno di ripresa

Il Governo deve intervenire a favore dell'auto

«Soprattutto è impensabile che tra i “150 tavoli della crisi” che impegnano il Governo, non ce ne sia uno che si occupi seriamente della filiera dell’auto, che sta generando allo Stato perdite di gettito IVA a fine anno per circa 2,3 miliardi di euro (rispetto ad un trend normale di mercato) e un concreto pericolo occupazionale per almeno 10.000 addetti diretti.

 

«Ma se i livelli di mercato richiamano a quei primi anni ’60 – conclude Bousquet - le prospettive attuali sono ben altre. Quella era l’epoca in cui l’Italia conobbe la sua vera “rivoluzione industriale”, interessando per la prima volta tutto il territorio nazionale, e che determinò il “boom” economico italiano, una trasformazione radicale della nostra società. Oggi noi italiani dobbiamo fare i conti con una pressione fiscale eccessiva, che – per quanto concerne l’uso dell’auto – sta minando il nostro diritto alla mobilità e al piacere di guida, costringendoci a ridurne l’utilizzo

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