Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Dal marzo 2024 nel catalogo di Xiaomi trovano spazio anche le automobili, rigorosamente elettriche e impregnate di tecnologia di ultima generazione. Il colosso di Pechino è entrato nel settore dell'automotive con Xiaomi Auto e ha subito impressionato il pubblico. Il primo modello lanciato? La SU7, un Ev che richiama la Porsche Taycan e che ha totalizzato quasi 90.000 ordini in appena 24 ore dalla messa in vendita.
La versione potenziata, la SU7 Ultra, più di 1.500 cavalli, sulla pista di Nurburgring ha battuto sia la Rimac Nevera sia la Porsche Taycan Turbo Gt (di oltre 15 secondi sul tracciato di 20,7 km) e stabilito il record di 6:46.9 su pista umida. “Tutti parlavano dell'auto Apple. Ma l'auto Xiaomi, che ora esiste, è fantastica, ne vendono 10.000, 20.000 al mese. Sono esaurite per sei mesi. Xiaomi è un colosso del settore e proviene da un marchio di consumo molto più forte delle case automobilistiche”, dichiarava lo scorso ottobre il Ceo di Ford, Jim Farley al podcast Everything Electric Show.
Le auto di Xiaomi incarnano uno stile premium unito a un prezzo contenuto. In Cina la SU7 parte da meno di 30.000 dollari, ovvero 4.000 dollari meno della Tesla Model 3. Adesso i riflettori sono puntati sullo YU7, un suv svelato a fine marzo 2025 la cui produzione è iniziata a giugno. Al momento i due unici modelli sfornati dall'azienda sono disponibili solo sul mercato cinese. L'obiettivo però è ambizioso, visto che il gruppo prenderà in considerazione la vendita di auto oltre la Muraglia a partire dal 2027. La vera chiave del successo di Xioami?
L'ecosistema. “Hanno sfruttato il loro ecosistema di prodotti intelligenti per la casa che hanno riunito sotto il nome di Mijia. Questo significa che puoi anche controllare, semplicemente parlando con la tua auto o usando il touchscreen, dispositivi come il tuo robot aspirapolvere, la tua pentola per il riso e il tuo condizionatore domestico”, ha spiegato l'esperto Mark Rainford a Wired. Insomma: con l'ingresso nel settore dei veicoli elettrici, il colosso tecnologico cinese sta ridefinendo la mobilità. In che modo? A differenza delle case automobilistiche occidentali - che preferiscono concentrarsi esclusivamente sulla produzione di veicoli - Xiaomi adotta un approccio olistico sfruttando il suo ampio ecosistema per posizionarsi come marchio lifestyle.
E pensare che Xiaomi è stata fondata nel 2010 da Lei Jun, e che in un primo momento il suo core business coincideva con lo sviluppo di un sistema operativo Android personalizzato (Miui). Nel 2011 ha lanciato il suo primo smartphone, quindi si è espansa anche in settori come smart home e wearable. Nel 2024, come detto, è entrata ufficialmente nel mercato delle auto elettriche confermando la sua ambizione di diventare un leader nell’integrazione tra tecnologia e mobilità. Ma come ha fatto Xiaomi a realizzare un simile exploit?
Facciamo un passo indietro. Un report di Bernstein Research spiegava che la sua ascesa fulminea dipendesse da una fanbase straordinariamente fedele. “Xiaomi potrebbe diventare la prima azienda di telefoni Android ad avere una fan base accanita quanto quella di Apple”, scriveva Business Insider. Cosa significa? Semplice: i clienti più accaniti di Apple sono noti per la loro lealtà e il loro tribalismo, e non disdegnano di passare giornate intere in coda per acquistare i nuovi prodotti nel giorno di lancio. I fan di Xiaomi? Sono ancora più leali. Hanno attraversato spesso l'intera Cina per partecipare ai nuovi lanci di smartphone in eventi caratterizzati da migliaia di presenze. E queste folle sono talvolta diventate così grandi da richiedere l'intervento della sicurezza. "Qual è il segreto del marchio Xiaomi? La mia risposta è la partecipazione dei clienti. Xiaomi non vende un prodotto ma il desiderio di far parte di qualcosa", ha affermato qualche anno fa il co-fondatore di Xiaomi, Wanqiang Li. Traslate tutto dagli smartphone alle auto e i giochi sono fatti.