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La Formula 1 è ancora in pausa prima del ritorno in pista la prossima settimana, con gli ultimi due appuntamenti prima della sosta estiva: Belgio e Ungheria. Il lavoro nei team, però, procede a pieno ritmo, non solo per affinare le monoposto attuali, ma soprattutto per prepararsi alla nuova era tecnica. A Maranello, la vettura del 2026 è già in fase avanzata, con Charles Leclerc e Lewis Hamilton al lavoro al simulatore.
Il nuovo regolamento rappresenta una delle sfide più complesse degli ultimi anni. Le modifiche partono dall’interno, con power unit ibride composte per il 50% da componente elettrica e per l’altro 50% da motori a combustione alimentati da carburanti sostenibili. Anche l’aspetto esterno cambierà radicalmente: le monoposto saranno più leggere e compatte, dotate di aerodinamica attiva e prive del DRS sull’ala posteriore.
Di fronte a queste rivoluzioni, i team sono stati costretti a calibrare con attenzione il tempo a disposizione in galleria del vento e le simulazioni CFD, suddividendolo tra lo sviluppo della vettura 2026 e il lavoro sulla stagione in corso. A partire da luglio, le ore in galleria sono state ricalcolate in base all’attuale classifica Costruttori. Alcune squadre di media-bassa classifica, come la Williams — ora con un minor numero di ore a disposizione rispetto all’inizio dell’anno — hanno già da tempo deciso di concentrare tutte le risorse sul progetto 2026, mettendo da parte lo sviluppo della monoposto di quest’anno.
Chi invece è ancora in corsa per la vittoria, come Ferrari, continua a operare su due fronti. La scuderia di Maranello ha introdotto un pacchetto importante sulla SF-25 in Austria, che sarà completato a Spa con la nuova sospensione posteriore. Nonostante questi sviluppi, il programma per il 2026 non ha subito rallentamenti. Alla vigilia del Gran Premio al Red Bull Ring, Charles Leclerc ha confermato di essere già impegnato al simulatore con il progetto 2026: “Siamo circa al 50 e 50, perché per quest’anno abbiamo ancora diversi aggiornamenti pianificati, ma per il prossimo tutto è nuovo e bisogna prepararsi con attenzione. Il 2026 rappresenta per noi una sfida cruciale”.
Il monegasco, però, ha anche espresso qualche riserva: “Non sarà così divertente per noi piloti. C’è un’ossessione per il recupero dell’energia che rischia di dominare i tempi sul giro. Non so ancora come saranno le gare e i sorpassi”. A Silverstone, Leclerc ha poi voluto chiarire: “Sono due mondi completamente diversi, impossibile confondersi tra la macchina attuale e quella del 2026. Le mie dichiarazioni non erano rivolte alla Ferrari, come alcuni hanno suggerito: credo semplicemente che la nuova filosofia delle auto sia un po’ meno affascinante per noi piloti e meno piacevole da guidare. Ma è così che stanno le cose. Trovo comunque stimolante la sfida di renderle il più veloci possibile. Se saremo competitivi, sono sicuro che le apprezzerò molto di più. Se invece non lo saremo… probabilmente le odierò! Ma spero non sia questo il caso”.
Un altro tema centrale è l’arrivo di Lewis Hamilton, che sta contribuendo attivamente allo sviluppo della Ferrari in vista della nuova era tecnica. “Non sono preoccupato – ha aggiunto Leclerc – all’interno del team abbiamo gli strumenti per adattare la macchina ai diversi stili di guida. Io voglio la vettura più veloce possibile, e credo che anche Lewis la pensi così. Lavoreremo per metterla a punto secondo le nostre preferenze: non sarà un problema.”
Il sette volte campione del mondo ha confermato di essere già al lavoro con il team principal Frédéric Vasseur e con il direttore tecnico Loïc Serra per “implementare cambiamenti e miglioramenti che ci portino al successo nel lungo termine”. In particolare, Hamilton si sta concentrando sulle sospensioni anteriori e posteriori della monoposto 2026, cercando di risolvere i problemi di sottosterzo e imparare dagli errori degli ultimi anni: “Così che il 2026 sia il miglior anno di sempre. Questa è la mia priorità principale”.
Sul fronte simulatore, Hamilton ha iniziato da poco, mentre Leclerc era già operativo da qualche giorno. Sempre a Spielberg, l’inglese aveva ammesso: “Il modello della mia macchina non è ancora pronto. Probabilmente inizierò presto”.
Le speranze di Hamilton di conquistare il suo primo titolo con la Ferrari — l’ottavo in carriera — sono tutte riposte nella prossima era tecnica. Già dopo il weekend in Arabia Saudita aveva ammesso che il suo problema principale non è la SF-25 in sé, ma l’intera generazione di monoposto ad effetto suolo. Se in Mercedes era riuscito a trovare un equilibrio, con un progetto completamente nuovo come quello della Ferrari, tutte le difficoltà sono venute a galla.