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La settimana di Xiaomi sembra avviarsi ad una fine trionfale: dopo il record al Nurburgring in cui ha umiliato Porrsche e Tesla e lancio di nuovi smartphone pieghevoli, nuovi pc e smartwatch la debuttante Xiaomi YU7 ha raccolto quasi 300.000 ordini nella prevendita ad un prezzo (in Cina) di poco superiore ai 30.000 euro. E per sapere come vanno le elettriche c'è un sito e un giornalista di riferimento assoluto che è Fred Lambert di Electrek che ha già fatto un'ampio test drive che potete leggere qui. La prima cosa che salta all'occhio, naturalmente, è l'incredibile rassomiglianza della YU7 con la Ferrari Purosangue, ma l'analisi non si limita ad una gradevolezza estetica, che tra l'altro Xiaomi ha dimostrato di padroneggiare bene anche con la SU7, ispirata alla Porsche, ma ci sono anche delle importanti considerazioni da fare su un marchio che, fino a 4 anni fa, non aveva alcun interesse nei motori. E la chiusa finale di Lambert è emblematica: se potessi cambierei la mia Model 3 con una YU7 al volo...
Honestly, I would trade my Model 3 performance in a heartbeat for a YU7, but that’s unlikely to happen anytime soon. I’m so impressed, I’m looking into ways to import it in Canada myself
Fred Lambert
La Xiaomi YU7 è una crossover elettrica che mette in discussione tutto ciò che pensavamo di sapere sull’equazione design + tecnologia + prezzo. Sì, perché questa crossover elettrica da poco più di 30.000 euro ha le forme muscolose e filanti un’autonomia reale da 500 km in autostrada e una dotazione tecnologica da far impallidire una Mercedes EQS. La prova si è svolta in Cina, sulle montagne a nord di Pechino, e l'impressione è che questa sia davvero l'anti-Tesla di cui tante volte abbiamo trovato testimonianza nei titoli di vari siti. Più spaziosa della Model Y, più veloce, con più autonomia e con una user experience che sembra già matura nel mondo dell’auto. Con piccoli ma grandi dettagli come, ad esempio, la modalità di marcia "motion sickness" che annulla quasi del tutto il mal d'auto.
Look da supercar, prezzo da utilitaria: la rivoluzione cinese ha le forme della YU7
La Xiaomi YU7 nasce come SUV, ma solo sulla carta. Le sue proporzioni ricordano più una shooting brake rialzata, specie quando le sospensioni pneumatiche si abbassano al minimo. A colpo d’occhio, il riferimento detto prima alla Ferrari Purosangue è evidente: cofano lungo, tetto spiovente, spalle larghe. Solo che qui non servono 400.000 euro: con meno di 47.000 euro ti porti a casa la versione top “Max”, con 508 kW e uno 0-100 da 3,2 secondi. La piattaforma è tutta nuova, lunga quasi 5 metri (4.999 mm), larga 1.996 mm e con un passo di 3 metri tondi. Rispetto alla Model Y, è più lunga, più larga e con una presenza scenica nettamente superiore. Ma è sotto pelle che le cose diventano davvero interessanti: la YU7 Max bimotore ospita un pacco batterie da 101 kWh, celle NMC fornite da CATL, che garantiscono 760 km di autonomia CLTC, il clclo cinese che sappiamo essere un po' troppo generoso. In uso reale su autostrada, si viaggia comunque oltre i 500 km.
Su strade di montagna, in modalità sport, con guida allegra e pochi compromessi il consumo è di poco sopra i 23 kWh/100 km, un dato eccellente considerando la massa (oltre 2.400 kg) e la potenza erogata. Se si guida in modo più rilassato, magari in comfort o scegliendo ruote più piccole, si può migliorare di un buon 15-20%. La ricarica è altrettanto veloce: 12 minuti per la Top (SOC 10-80%) mentre le Standard e le Pro, che hanno batterie LFP invece delle NMC, impiegano comunque solo 21 minuti. In pratica. Più rapida di una Model Y su ogni parametro, e con il vantaggio di una batteria più capiente.
Comfort da prima classe e tecnologia smart: Xiaomi porta in auto l’esperienza da smartphone premium
Sedili ventilati e massaggianti, anche per il guidatore, che può reclinarsi fino alla posizione zero gravity. Vetri doppi, insonorizzazione eccellente e Active Noise Cancelling. E poi un sistema di infotainment completamente configurabile, con un display panoramico sotto al parabrezza largo un metro, ben leggibile e condivisibile anche dal passeggero. Il vero tocco Xiaomi sta però nella customizzazione estrema, forse mutuata dall'esperienza con gli smartphone, che tutti amiamo personalizzare. Solo che qui entrano in gioco anche i parametri di guida: vuoi la frenata rigenerativa al 100% per la guida con un solo pedale? Puoi farlo. Vuoi trasformare la Max da AWD a RWD, spegnendo il motore anteriore? Prego, si accomodi. Vuoi tasti fisici per il clima e la manopola del volume? Xiaomi te li vende come accessorio magnetico che si attacca sotto lo schermo. Sembra una sciocchezza, ma è l’attenzione ai dettagli che fa la differenza.
Sul fronte della guida assistita, la YU7 è una delle auto più avanzate attualmente vendute in Cina. Sensori ovunque: un LiDAR sul tetto (ok, bruttino e sporgente) ma con gittata da 200 metri, radar 4D, 11 telecamere, 12 ultrasuoni e chip Nvidia Thor-U da 700 TOPS. Al momento supporta una guida autonoma di livello 2 avanzato, con cambio corsia automatico, cruise adattivo e mantenimento attivo di corsia. Ma l’hardware è pronto per salire al livello 3 o 4, appena la legge lo permetterà. Interessante anche la possibilità (in beta testing) di visualizzare in tempo reale ciò che vede il LiDAR: un plus tecnologico da geek, ma anche utile per comprendere il funzionamento dell’auto in ambienti complessi.
Ed eccoci al pezzo forte: quello che fa veramente saltare sulla sedia della Xiaomi YU7 è il prezzo: parte da 253.500 yuan, cioè circa 30.200 euro La Pro costa 33.300 euro, la Max 39.300 una cifra assolutamente accessibile per un’auto di questo livello, specialmente se dovessero ripartire gli incentivi anche in Italia. Però se ne parla nel 2027 per il Vecchio Continente, anche se la produzione è già iniziata. Se Xiaomi riuscisse a portarla in Europa mantenendo questo prezzo (non propio così basso, ma magari 45-50.000 euro su strada), la concorrenza dovrebbe reinventarsi in fretta. La Model Y, la BMW iX3, la Mercedes EQE SUV… tutte dovrebbero rivedere il loro rapporto tra contenuti e prezzo. Perché con la YU7, Xiaomi ha dimostrato che non serve scegliere tra design, prestazioni, autonomia e tecnologia. Puoi avere tutto, e a un prezzo ragionevole. Ed è proprio questo, oggi, che fa paura e che manca ai costruttori occidentali.