Nissan, l’ad Uchida: «Pronto a licenziarmi se fallisco»

Nissan, l’ad Uchida: «Pronto a licenziarmi se fallisco»
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Il numero uno della Casa giapponese ha affrontato le ire degli azionisti, nervosi dopo lo scandalo Ghosn e i primi conti in rosso da oltre dieci anni
19 febbraio 2020

E’ stata un’assemblea straordinaria piuttosto agitata quella di Nissan, che ha riunito i propri azionisti dopo aver annunciato pochi giorni prima la chiusura in perdita dell’ultimo bilancio trimestrale per la prima volta dal 2009.

Nel suo primo incontro con gli stakeholders l’amministratore delegato Makoto Uchida ha annunciato un piano di rilancio per il costruttore giapponese che dovrebbe essere approntato a maggio.

Un uditorio un po’ agitato ha ascoltato il numero uno della Casa nipponica, lamentando che altri tre mesi sono un tempo fin troppo lungo per riformare l’assetto dell’azienda. Ma Uchida non si è scomposto ed ha affermato: «Il piano porterà benefici tangibili a tutti. Se così non dovesse essere, non mi opporrò al licenziamento immediato».

Dall’arresto di Ghosn, la governance di Nissan ha attraversato una serie di avvicendamenti al vertice: Uchida ha assunto la guida di Nissan in dicembre dicembre in seguito alle dimissioni dell'ex ceo Hiroto Saikawa per via di uno scandalo su pagamenti impropri nell'ambito di un programma di incentivazione dei manager.

Saikawa si è dimesso a settembre e al suo posto è arrivato Yasuhiro Yamauchi, allora direttore generale dell'azienda, che ha assunto l'incarico di amministratore delegato ad interim fino alla nomina di Uchida.

La scorsa settimana, Nissan ha dichiarato di aver registrato una perdita netta di 26,1 miliardi di yen (quasi 240 milioni di dollari) nel terzo trimestre fiscale chiuso al 31 dicembre. È stata la prima perdita netta trimestrale della società in oltre dieci anni. L’ultimo rosso risaliva al periodo aprile-giugno 2009.

Le perdite sono state innescate da un calo delle vendite maggiore del previsto: -11% nei tre mesi al 31 dicembre complessivamente. Il mercato più in difficoltà è quello nordamericano, in cui le consegne sono scese del 17 percento a 404.000 nel trimestre.

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