Prezzi carburanti manipolati: la Commissione europea apre un’indagine

Prezzi carburanti manipolati: la Commissione europea apre un’indagine
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Alcune compagnie petrolifere sono accusate di aver truccato a proprio vantaggio la quotazione del Brent. Risultato? Automobilisti e motociclisti di tutta Europa si sarebbero trovati a pagare i carburanti più del dovuto
17 maggio 2013

La Commissione europea ha aperto un’inchiesta nei confronti di alcune compagnie petrolifere come BP, Shell e la norvegese Statoil su cui ricade il sospetto di aver truccato a proprio vantaggio la quotazione del Brent, ovvero del greggio del Mare del Nord che viene convenzionalmente utilizzato come punto di riferimento per stabilire i prezzi internazionali di benzina e gasolio.

Abbiamo pagato i carburanti più del dovuto?

I sospetti nascono nel Regno Unito, a Londra, ma se l’indagine dovesse confermare i capi d’accusa ad andarci di mezzo non sarebbero solamente gli Inglesi, ma anche automobilisti e motociclisti di tutta Europa, Italiani compresi, che nei mesi scorsi si sarebbero trovati a pagare i carburanti un po’ più del dovuto, andando a rimpinguare senza motivo le già ricche casse di alcune compagnie petrolifere.

 

Al momento rimangono sotto indagine solamente tre aziende, ma non è detto che nelle prossime settimane l’inchiesta possa allargarsi a macchia d’olio, andando ad includere nuovi protagonisti. In particolare eni ha tenuto a precisare di aver ricevuto solo una richiesta formale di informazioni, ma di non essere coinvolta dalla maxi inchiesta.

Platts: l'agenzia che stabilisce il prezzo del Brent

Per portare avanti il procedimento d’indagine la Comunità europea si avvale del contributo di Platts, ovvero della più grande agenzia a livello mondiale che si occupa, tra le altre cose, di fissare quotidianamente il prezzo del petrolio.

 

L’80% (con punte del 95%) delle transazioni del mercato relative alle quotazioni del greggio fanno riferimento al valore del barile di Brent stabilito giorno per giorno da Platts, che lo elabora sulla base dei prezzi delle diverse qualità di greggio del Mare del Nord proposti a ridosso della chiusura di borsa del pomeriggio (intorno alle 16:30 ora di Londra) dai principali operatori qualificati, ovvero dalle compagnie e dai trader.

 

Il sospetto della Commissione europea è che qualche big del petrolio che opera con il greggio del Mare del Nord sia riuscito in qualche modo ad modificare i dati raccolti quotidianamente da Platts e quindi ad influire direttamente sul prezzo quotidiano del Brent, manipolandolo a proprio vantaggio.

Le cifre in campo sono stratosferiche

A questo punto non resta che aspettare di vedere cosa porta a galla l’indagine e di capire in che modo la Commissione europea deciderà di agire nei confronti degli eventuali responsabili, ammesso che vengano accertati reati e violazioni. Gli ordini di grandezza e i valori economici in campo infatti sono giganteschi, dal momento che Platts ogni anno gestisce transazioni economiche per un valore prossimo ai 2.500 miliardi di dollari…

 

Edward Davey, Ministro britannico dell'Energia, ha commentato così l’inchiesta: «Se dovesse risultare che gli automobilisti e i consumatori sono stati toccati nel loro portafoglio a causa di manipolazioni di mercato, i responsabili sentiranno su di loro la piena forza della legge».

 

Fonte: Corriere della Sera

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