Zone 30: vantaggi anche per il Servizio Sanitario Nazionale

Zone 30: vantaggi anche per il Servizio Sanitario Nazionale
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Il rapporto dell'Isfort certifica un risparmio di centinaia di milioni di euro grazie alla riduzione di incidenti e feriti
27 novembre 2025

Dietro la sigla Isfort si cela l'Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, ente che in oltre trent'anni di attività ha prodotto molti progetti sul tema della mobilità, con l'intento di fornire spunti per la pianificazione strategica e la valutazione economica dei sistemi e delle politiche di trasporto.

E, soprattutto, Isfort stila un interessante Rapporto sulla Mobilità degli italiani: quello appena pubblicato, ricchissimo di informazioni, statistiche, numeri e dati, dedica un capitolo alla valutazione dell'impatto sociale delle “zone 30”, con particolare riferimento all'esperienza più nota e chiacchierata, ovvero quella bolognese.

Ebbene, la valutazione finale non lascia spazio ad interpretazioni: i dati che confermano il calo di incidenti e feriti attestano che la scelta fatta a Bologna è giusta.

Ma c'è dell'altro: il 22esimo Rapporto dell’Isfort sulla mobilità degli italiani certifica che l’introduzione dei limite dei 30 km/h garantisce anche importanti risparmi economici nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale, calcolare in più di 300 milioni all’anno.

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Secondo le stime di Isfort un risparmio così notevole in termini di costi sociali - tra collisioni, feriti e decessi evitati - si raggiunge laddove è stato introdotto il limite dei 30 km/h, con conseguenti effetti positivi in termini di riduzione della spesa sanitaria.

Oltre al portafogli, con le “zone 30” ne guadagna anche l'ambiente, con un taglio importante alle emissioni che può arrivare fino al 17%, con benefici più marcati per ossidi d’azoto e polveri sottili.

I dati, rilevati tramite scatole nere installate sui veicoli, evidenziano anche una riduzione del 50% delle frenate brusche e del 31% delle accelerazioni anomale, mentre i tempi di percorrenza medi risultano pressoché invariati, con meno di 30 secondi in più per tragitti di dieci minuti.

Le prime valutazioni confermano l’efficacia del traffic calming adottato: la riduzione delle velocità ha comportato un calo delle situazioni di pericolo, una maggiore fluidità del traffico e una diminuzione delle emissioni.

Bologna si candida così a diventare un modello di riferimento per altre città - come Firenze e Bergamo ed anche Roma con la recente delibera che amplia la “zona 30” a tutto il centro storico - che hanno manifestazione l'intenzione di seguire la stessa strada, in attesa che sia emanato un quadro regolativo nazionale specifico, magari sul modello di Spagna e Grecia. 

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