Quale futuro per CNH Industrial?

Quale futuro per CNH Industrial?
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Dopo la chiusura senza risultato della trattativa con il gruppo cinese Faw, ci sono diversi scenari per il marchio facente parte della galassia Exor
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
3 maggio 2021

Gruppo di interesse strategico per l’Italia, quindi da non cedere ad investitori esteri, soprattutto se con occhi a mandorla: se l’orientamento del Governo, espresso chiaramente da Giancarlo Giorgetti, titolare del Dicastero dello Sviluppo Economico, che di fatto ha chiuso le porte in faccia ai potenziali acquirenti cinesi dovesse essere confermato anche in sede di PNRR, per CNH Industrial potrebbe prefigurarsi un futuro fortemente radicato nel Belpaese.

Non si parla del comparto più noto di CNH, quello che con marchio Iveco è attivo nel settore di trattori e macchine agricole, dei veicoli commerciali e di quelli destinati all’industria delle costruzioni, quanto piuttosto dei veicoli speciali che rientrano nelle competenze della divisione Iveco Defense, vale a dire blindati, automezzi per l’esercito ed il servizio di protezione civile (Ariete, Centauro, Puma, ed Overland, il camion a sei ruote motrici).

Quello che viene ipotizzato è un possibile scorporo delle società all’interno della galassia CNH (a sua volta, facente parte del più grande complesso controllato da Exor, la holding controllata dalla famiglia Agnelli), separando il segmento del business legato ai veicoli per la difesa da quello dei veicoli commerciali, e rendendo quindi possibile l’arrivo di risorse derivanti dai tanti progetti legati al PNRR inviato proprio nei giorni scorsi a Bruxelles per l’approvazione in ambito comunitario. 

Anche se i dati relativi alle attività di Iveco Defence non sono noti nel dettaglio, la quota di fatturato del comparto difesa all’interno di CNH Industria non è affatto marginale, sfiorando secondo le ultime informazioni disponibili la soglia del 10% del totale dei ricavi, generando un valore di alcuni di miliardi di euro.

Somma che ora, grazie appunto al Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza, potrebbe lievitare ulteriormente, facendo quindi crescere - e non di poco - la quotazione stessa di Iveco Defence, con relativo aumento della sua quotazione.

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