Report - Come si collauda un pneumatico Michelin

Report - Come si collauda un pneumatico Michelin
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Il Bibendum vanta 41 km di piste nel centro test di Ladoux
6 maggio 2011
Clermont Ferrand - Dopo avervi spiegato, nell'articolo precedente, quali sono i processi produttivi e le materie prime impiegate per la nascita di un pneumatico Michelin, andiamo alla scoperta di come viene progettato e collaudato un pneumatico dell'azienda francese.

LA SPERIMENTAZIONE
Una volta costruito, lo pneumatico deve ovviamente essere collaudato, ed il luogo migliore per farlo è il centro Test Michelin di Ladoux, il quale si estende su una superficie di 450 ettari, per 19 piste che offrono 41 km di asfalto ove effettuare i test di aderenza, di rumorosità, di confort, di durata e di comportamento. Qui per altro vengono sviluppati anche gli pneumatici appositamente studiati per la Bugatti Veyron, gli unici qui fabbricati ad essere commercializzati, mentre altri 70.000 all’anno vengono realizzati solo ed esclusivamente per i test. Le case costruttrici (di auto, moto, camion ecc.) possono noleggiare le piste per sviluppare i propri mezzi, specialmente quando si desidera realizzare una copertura appositamente studiata ad hoc (ad esempio la Bugatti Veyron).

ANNI PER LO SVILUPPO
Il centro di ricerca e sviluppo impiega mediamente dai 4 ai 5 anni per sviluppare uno pneumatico da turismo, mentre ne servono 9 per i mezzi pesanti, l’obiettivo di Michelin è quello di arrivare a dimezzare i tempi di sviluppo per il prossimo futuro. Gran parte della ricerca è ovviamente volta a ridurre la resistenza a rotolamento, la quale è costituita per il 60% dalla resistenza aerodinamica, per il 20% dalle frizioni meccaniche, mentre il restante 20% è dovuto all’attrito col terreno.

ABBATTERE LA RESISTENZA
Ma perché si punta a ridurre così tanto la resistenza a rotolamento? Semplice, perché diminuire gli attriti, significa consumare meno energia, quindi ridurre i consumi della vettura e di conseguenza le emissioni di CO2. Infatti queste ultime dovranno essere abbattute dai costruttori, poiché, a partire dal 2012, questi saranno sanzionati in base alle emissioni di anidride carbonica delle vetture, pertanto uno pneumatico più efficiente consentirà di ridurre i valori inquinanti, favorendo così i costruttori oltre che i consumatori, portando un maggior risparmio da ambo le parti.

ULTIMA FRONTIERA STRADALE
Abbiamo verificato proprio in pista qui a Ladoux, la diminuzione di resistenza al rotolamento dei nuovi pneumatici Energy Saver. Come abbiamo fatto? Con un semplice esperimento, abbiamo preso due Peugeot 308 identiche in tutto e per tutto tranne che nelle coperture. Infatti su una di queste sono stati montati dei pneumatici Kormoran, mentre sull’altra gli Energy Saver. Abbiamo appaiato entrambe le auto alla velocità di 34 km/h e su una linea comune, abbiamo spento i motori allo scopo di verificare quale delle due vetture si sarebbe fermata per prima per il solo attrito generato dalla resistenza a rotolamento.

Risultato: la vettura equipaggiata con pneumatico Kormoran si è fermata almeno 500 metri prima (il 25% di spazio in meno) di quella montante gli Energy Saver, dimostrando quanto questi ultimi abbiano un coefficiente d’attrito minore e pertanto quanto possano durare di più facendoci consumare di meno.

ULTIMA FRONTIERA SPORTIVA
Il nostro secondo test di giornata si è svolto invece su una BMW 330 i equipaggiata con pneumatici Michelin Pilot Sport 3 (o PS 3 che dir si voglia), su una pista integralmente bagnata che loro chiamano “L’Anatra” per verificare l’effettiva bontà di questa copertura in condizioni stradali di bassa aderenza (ed oltretutto con trazione posteriore).

Verdetto: il Pilot Sport 3 garantisce un grip ed una sicurezza a dir poco sorprendente, assicurando una tenuta di strada da riferimento riducendo inoltre fino a 3 metri lo spazio di frenata sul bagnato, che tradotto significa una maggiore precisione della vettura, per un piacere di guida decisamente appagante, oltre ad una efficienza energetica e ad una durata chilometrica maggiori rispetto alla norma, il tutto grazie ad uno pneumatico impiegante la tecnologia che ha permesso di ottenere ben 10 vittorie consecutive alla 24 Ore di Le Mans.

GREEN X
Ciò grazie ad un sistema detto “Anti Surf” che permette una aderenza ottimale sul bagnato, grazie ad un profilo ottimizzato atto a fendere le pozzanghere. Inoltre, per la prima volta, Michelin porta su uno pneumatico sportivo il marchio “Green X” garante della riduzione di consumi di carburante e delle emissioni di CO2, mentre la sua mescola altamente prestazionale ne garantisce però tutta l’aderenza necessaria per massimizzare le prestazioni.
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