Rete autostradale italiana, De Vita: Serve un'iniezione di direttive finalizzate alla sicurezza

Rete autostradale italiana, De Vita: Serve un'iniezione di direttive finalizzate alla sicurezza
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Emiliano Perucca Orfei
Sicurezza e controllo, manutenzione e garanzia delle condizioni di salute delle varie infrastrutture della rete autostradale italiana
21 agosto 2018

Prosegue il dibattito dopo l'incidente dello scorso 14 agosto che ha visto il crollo del ponte Morandi, storico snodo autostradale sul tratto genovese della A10. Abbiamo trattato tutti gli argomenti relativi a questa sciagura, che ha aperto la strada a più dibattiti. Enrico De Vita, editorialista di Automoto.it, è tornato a a parlare di sicurezza e controllo durante ai microfoni della Rai, nella rubrica "Sei su Radio1".

Ing. De Vita, la rete stradale italiana è sicura?
«La rete stradale italiana è sicura, certamente, purché ci garantiscano che i controlli ci sono e vengono eseguite le opere di manutenzione. Purtroppo lo Stato ha abdicato a questo controllo e il privato ha dimostrato di non saperlo fare. Alla base la organizzazione della manutenzione delle autostrade è validissima, quello che serve è una iniezione di direttive dall'alto finalizzate non tanto al lucro ma alla sicurezza.»

Abbiamo aspettato 17 anni per la formazione di una Autority che controllasse i gestori. Una legge del 1994 operativa dal 2016...
«Sì, una legge applicata tardi con pochi mezzi e poco personale. Ma quindi cosa possiamo fare? Dobbiamo sfruttare l'organizzazione esistente che è ottima e istituire un numero verde al quale mandare le foto o i suggerimenti con del personale in grado di vagliare le situazioni.»

In effetti questa sarebbe un'idea semplice e di facile applicazione. Chiunque oggi ha uno smartphone ed il contributo del cittadino potrebbe essere importante...
«Si creerebbe un database incredibile, l'abbiamo visto in questi giorni con le migliaia di foto di ponti e viadotti da tutta Italia pubblicate sui social. Queste foto, filtrate da occhi esperti, potrebbero affiancarsi al tradizionale lavoro dei tecnici a tutto vantaggio del Ministero dei Trasporti che potrebbe disporre di più occhi curando più celermente manutenzioni o appalti rivolti alla sicurezza.»

Questione Gronda. E' fattibile? E per concludere cosa chiede ad Autostrade?
«La Gronda era ed è necessaria. Ma è molto lontana nel tempo. Le alternative interne stradali ci sono ma creeranno problemi enormi alla mobilità di Genova e del Paese. Quello che chiedo ad Autostrade è che accetti di essere giudicata in tribunale senza ricorrere alla prescrizione, male che affligge certi tipi di processi, soluzione nella quale gli avvocati italiani sono grandi esperti.»

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