Roma: detenuti al lavoro sulle strade

Roma: detenuti al lavoro sulle strade
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Chiusura delle buche, pulizia di tombini e caditoie, verniciatura di strisce pedonali e segnaletica orizzontale: Roma sarà più bella grazie ai detenuti
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
7 agosto 2018

Non avranno l’abito a strisce e la palla di ferro al piede, perché per fortuna l’epoca dei lavori forzati è finita da un pezzo: ma certo non si può negare che un pensierino malizioso ci attraversi la mente, nell’apprendere dell’accordo firmato tra Autostrade per l’Italia, Ministero della Giustizia, Roma Capitale e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Un ambizioso protocollo di intenti, nato per riqualificare le strade della Capitale grazie al lavoro dei detenuti, i cui dettagli sono stati illustrati in Campidoglio da Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia, da Giovanni Castellucci, Amministratore delegato di Atlantia e Autostrade per l’Italia, da Francesco Basentini Capo della Polizia Penitenziaria, e da Maria Antonia Vertaldi, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma; a fare gli onori di casa, ovviamente, la Sindaca di Roma Virginia Raggi.

L’accordo prevede che in una prima fase saranno quindici i detenuti coinvolti - selezionati tra quelli a bassa pericolosità e con pene ridotte - formati in carcere e presso scuole specifiche di Autostrade per l’Italia in due mesi e mezzo, al termine dei quali otterranno un attestato professionale.

I loro primi interventi interesseranno le strade adiacenti al penitenziario di Rebibbia che, una volta risanate, diverranno il laboratorio di formazione dei detenuti.

In seguito, i detenuti formati saranno impiegati nell’area metropolitana della Capitale per la pulizia delle caditoie, la riparazione delle buche a caldo e il ripasso delle strisce pedonali, in particolare delle arterie a basso scorrimento del centro storico.

Autostrade per l’Italia fornirà gratis la formazione tramite caposquadra, dispositivi di protezione individuale, attrezzature e materiali, mentre i cantieri saranno responsabilità del Campidoglio.

«Con la firma di questo protocollo – ha dichiarato Giovanni Castellucci - Autostrade per l’Italia mette a disposizione di Roma Capitale competenze, mezzi e materiali per riqualificare una serie di strade del centro storico, insegnando un mestiere ai detenuti e dare così loro una chance concreta di re-inserimento sociale. Siamo molto felici di poter contribuire ad un progetto innovativo che affronta uno dei problemi storici della Capitale, con un modello organizzativo socialmente utile».

Questa collaborazione sarà anche occasione per mettere alla prova le nuove smart-technologies di Autostrade per l’Italia, in collaborazione con Google e Pirelli, che tramite foto geolocalizzate degli avvallamenti e delle buche, con pneumatici intelligenti capaci di fornire informazioni sul manto stradale, permetteranno di pianificare e gestire al meglio la manutenzione del piano viabile della Capitale.

L’intesa appena sottoscritta rientra nel più ampio impegno che da anni Autostrade per l’Italia dedica alla riabilitazione della popolazione carceraria: dal 2005, infatti, i detenuti di Rebibbia svolgono attività di riconoscimento fotografico delle targhe dei veicoli che non hanno corrisposto il pedaggio, mentre più di recente sono state attivate nuove opportunità di lavoro per alcuni reclusi nell’Istituto di Opera a Milano.

Quest'ultimo progetto prevede la messa in sicurezza e la preparazione per lo smaltimento di migliaia di Telepass, che dopo aver esaurito il loro ciclo di vita sono sostituiti con nuovi dispositivi: dallo scorso maggio, dieci addetti, tra detenuti e civili regolarmente assunti a tempo indeterminato, gestiscono la dismissione di circa 290 mila apparati Telepass all'interno di un laboratorio attrezzato nella casa di reclusione.

«Chiederò agli altri sindaci di replicare questo progetto sui loro territori - ha detto Alfonso Bonafede - e ho intenzione di investire sul reinserimento dei detenuti, creando una task-force specifica per questo scopo».
 

Da Moto.it

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