Scandalo VW: investimenti in Italia salvi, stop alla vendita di 1.300 auto

Scandalo VW: investimenti in Italia salvi, stop alla vendita di 1.300 auto
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L'Amministratore Delegato di Volkswagen Italia, Massimo Nordio, ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda le vicende legate allo scandalo dieselgate riguardanti il nostro paese
15 ottobre 2015

Cerca di tranquillizzare subito i lavoratori del gruppo e dell'indotto, Massimo Nordio, durante il suo intervento al Senato davanti alle commissioni Ambiente e Industria, volto a specificare la posizione di Volkswagen a seguito dello scandalo ribattezzato dieselgate.

 

«Il piano di investimenti previsto per l'Italia non cambierà» commenta l'AD Volkswagen del nostro paese, ripercorrendo le dichiarazioni di Stadler. Con circa 1.500 aziende fornitrici a libro paga, «il valore annuale degli acquisti tocca i 2.5 miliardi di euro», una cifra considerevole, sopratutto per un settore gravato da anni di crisi ed in un momento di ripresa economica. Nel solo 2014, il Gruppo Volkswagen – presente in Italia da oltre 60 anni – ha venduto circa 200 mila veicoli.

 

Tuttavia, nel nostro paese sono stati sospesi dalla rete di vendita 1.300 veicoli. «Ciò è stato fatto in via precauzionale, fino a quando non verrà fatta chiarezza» continua Nordio, confermando il numero di automobili mosse da motori diesel in «circa 640.000». Viene ripetuto, ancora una volta, che la vicenda legata alle emissioni riguarda solamente i veicoli spinti dai diesel Euro 5, mentre gli Euro 6 sono perfettamente in regola. «Se oggi si va in concessionaria, si trova una presenza numericamente bassa di Euro 5, dato che la stragrande maggioranza sono rappresentate dalle Euro 6, indenni dal problema e conformi ai requisiti di omologazione. Non c'è alcun impatto per quanto riguarda la sicurezza e le vetture, una volta sistemate, non correranno il rischio di essere svalutate. Attualmente, l'impatto sulle vendite è modesto.»

massimo nordio volkswagen
Massimo Nordio, AD Volkswagen Italia

 

Nordio non risparmia una stoccata all'Antitrust, ente che ha aperto un'istruttoria per pratiche commerciali scorrette, definendola basata su «una comunicazione di dati di emissioni non reali. Le emissioni di ossido di azoto (Nox) messe sotto accusa dall'Epa non fanno parte delle comunicazioni che le case auto devono effettuare in Italia, che invece riguardano solo la CO2 che, tra l'altro, si basa su dati di emissioni presi dall'omologazione.»

 

In Germania, è in fase di sviluppo un software per quanto riguarda il problema delle emissioni, mentre per i motori da 1.6 litri turbo si sta lavorando per assicurare «una soluzione tecnica per la sostituzione hardware interna al propulsore.»

 

Intanto, Winfried Vahlan, boss Skoda, è stato indirizzato alla guida della divisione nordamericana di Volkswagen, la quale riunirà i mercati statunitense, canadese e messicano. Stando a quanto riporta l'edizione online dello Spiegel, sarebbero ben 30 i dirigenti coinvolti nel dieselgate, numero tuttavia smentiti da un portavoce di Wolfsburg.

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