Roma, se cadi in una buca è soltanto colpa tua

Roma, se cadi in una buca è soltanto colpa tua
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Le bizzarre teorie dell’Avvocatura del Campidoglio come ultima (e paradossale) difesa per un Comune che non tutela i suoi abitanti
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
14 gennaio 2019

Che le buche romane (vedi qui) costituiscano un enorme pericolo per chi si muove ogni giorno nella Capitale, non è un mistero per nessuno.

Ma ora che iniziano (vedi qui) ad arrivare le prime sentenze che impongono al Campidoglio il risarcimento in denaro ai danneggiati, ecco che per Giunta Raggi suona un campanello di pericolo.

All’orizzonte, infatti, si profilano rimborsi per milioni di euro, che per le disastrate casse comunali rappresentano una spesa imprevista e forse insostenibile.

Ecco allora la geniale trovata: trasformare i danneggiati in (auto) danneggiatori, masochisti in movimento su due e quattro ruote.

A leggere quanto riporta la memoria difensiva spedita dagli avvocati del Campidoglio c’è da restare basiti, oppure sentirsi presi in giro: purtroppo, però, è tutto vero.

Il senso del messaggio è chiaro: se caschi e ti fai male in una buca che il Comune non ha riparato è colpa tua e i danni te li paghi da solo.

Nella memoria difensiva spedita dagli avvocati del Campidoglio, «in persona del sindaco», al Tribunale civile, dove il 22 gennaio entrerà nel vivo la class action avviata dal Codacons per difendere i cittadini vittime di incidenti per le voragini, c’è scritto davvero che non è colpa del Campidoglio e che la sicurezza non è un diritto di chi paga le tasse.

In questo bizzarro Paese c’è sempre da imparare qualcosa, non vi pare?

“L’utente danneggiato - si sostiene nel documento consegnato ai giudici - dovrebbe percepire o prevedere con l’ordinaria diligenza (il neretto è nostro) la situazione di pericolo, considerato che l’insidia stradale può essere superata con l’adozione di normali cautele“.

Insomma, se la buca (ca va san dire, quasi mai segnalata…) fa strage di semiassi e cerchi, per l’Avvocatura capitolina la colpa sarebbe del conducente spensierato, in quanto va “considerata l’efficienza del comportamento imprudente“ di chi si trova alla guida.

Le buche, si legge in un altro passaggio, altro non sarebbero che «cose inerti» e per questo va valutato addirittura il “concorso colposo“ dell’automobilista sinistrato, una sua possibile “condotta negligente“.

Un vero salto mortale della logica, che oltretutto confligge (ma c’è qualcuno che oggi se ne ricorda?) con un dei pilastri del programma elettorale con cui Virginia Raggi ed il Movimento 5 Stelle conquistarono lo scranno più alto della Sala Giulio Cesare: tra le tante promesse (ancora inevase, mentre si avvicina il terzo compleanno della giunta pentastellata) c’era anche l’impegno a risolvere il problema della «pessima qualità di strade e segnaletica»

Oggi scopriamo che le buche sono “cosa inerte“ (e cos’è, allora, la Giunta Raggi, che su questo argomento ha chiesto l’intervento dell’esercito?) e che basta il “trucchetto“ di imporre il limite surreale dei 30 km/h su arterie a scorrimento veloce (via Cristoforo Colombo, via Salaria, ecc…) per mettersi la coscienza a posto, ribaltare sugli utenti la responsabilità di eventuali incidenti e salvare (forse) le casse del Comune.

 

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