Spa-Francorchamps: la storia di un circuito leggendario

Spa-Francorchamps: la storia di un circuito leggendario
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In occasione della gara di Spa-Francorchamps del WEC 2014 vi raccontiamo la storia del celebre tracciato belga
2 maggio 2014

Concepito nel 1921, ricavato dall’unione di strade normalmente aperte al traffico che collegano Francorchamps, Malmedy e Stavelot, è lungo oltre 14 km e nei primi anni prevede una parte lenta e sinuosa che verso la fine degli anni ’30 viene sostituita da quella combinazione che lo renderà leggendario con il Raidillon e l’Eau Rouge, all’epoca senza vie di fuga e con quel famoso dislivello da brivido.

Un tracciato fuori dal comune

E così diventa un tracciato a dir poco incredibile, uno dei più veloci d’Europa. Per anni è uno stradale puro, una sorta di circuito cittadino immerso nel verde, che lambisce case, alberi, terrapieni, pochi guardrail e qualche balla di paglia. E’ molto pericoloso, con velocità di percorrenza nelle curve estremamente elevata e con medie altissime, da paura, dove ogni errore si paga molto caro.

La sfida consiste nel tenere giù il piede in tratti velocissimi, affrontare pieghe che sfrecciano proprio tra le case e curvoni terribili immersi in uno scenario ricco di troppe incognite, compresi gli animali che ogni tanto attraversano la pista e il meteo a dir poco capriccioso.

Spa e i prototipi

Visto che questo weekend parliamo di prototipi, il grande Henri Pescarolo, un personaggio unico del mondo dell’endurance che ha vinto per ben 4 volte anche la 24 Ore di Le Mans, detiene il record di quel tracciato da brivido, ad oltre 266 all’ora, stabilito nel corso della 1000 km del 1973 con la Matra.

Visto che questo weekend parliamo di prototipi, il grande Henri Pescarolo, un personaggio unico del mondo dell’endurance che ha vinto per ben 4 volte anche la 24 Ore di Le Mans, detiene il record di quel tracciato da brivido, ad oltre 266 all’ora


Questo vecchio layout è per decenni stato teatro di duelli unici, nell’era d’oro delle gare di durata tra gli anni ’60 e ’70, ma anche di tanti, troppi tragici incidenti.

Grandi modifiche

E così, già abbandonato da qualche anno dalla Formula Uno, nel 1978 chiude i battenti per lasciare il posto a una pista semi-permanente più corta e meno insidiosa. Si decide infatti di realizzare un percorso che utilizza solo in parte tratti di viabilità ordinaria.

Lunga circa sette chilometri, viene inaugurata nel 1979. Successivamente subisce importanti modifiche in nome della sicurezza, ma fortunatamente non perde il suo fascino e resta infatti tra i circuiti più amati  nel mondo.

Nicola Villani

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