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Martedì scorso è stato inaugurato ufficialmente la linea della Fiat 500 ibrida, la vettura chiamata a rilanciare il sito torinese e a riportarlo oltre quota 100-150 mila unità l’anno. Una ripartenza celebrata con il top management di Stellantis, rappresentanti istituzionali e governo.
Intanto, fuori dai cancelli della Porta 1, è già cominciato il flusso dei candidati: 400 operai saranno selezionati per sostenere la ripresa produttiva, dopo due anni in cui Mirafiori aveva toccato minimi storici sotto le 30 mila vetture l’anno. Una scena che non si vedeva dagli anni Novanta, quando furono assunti mille giovani lavoratori oggi ormai vicini alla pensione.
Per reclutare la nuova ondata di operai, Stellantis ha coinvolto Gi Group, Adecco, Manpower e Randstad, chiamate a condurre la selezione e a gestire le prime assunzioni. Come annunciato dall’amministratore delegato Antonio Filosa, si tratta della fase esplorativa di un processo più ampio di riorganizzazione del personale.
La notizia è positiva agli occhi dei sindacati, che vedono finalmente l’avvio degli ingressi promessi. Ma c’è un rovescio della medaglia: gran parte dei contratti sarà in somministrazione, quindi a tempo determinato e formalmente alle dipendenze delle agenzie. Una scelta che rispecchia il momento di transizione del gruppo, impegnato nel ridefinire ruoli, carichi e competenze dopo migliaia di uscite volontarie incentivate.
Il polo torinese è infatti al centro di un ridisegno industriale che comprende, oltre alla linea della 500 ibrida e della sorella elettrica, anche gli impianti dedicati ai cambi ibridi eDCT e il progetto SustainEra, il nuovo hub per l’economia circolare che punta al ricondizionamento e al riuso dei componenti.
Parallelamente, Stellantis sta pianificando anche nuovi ingressi negli Enti centrali di Mirafiori, in una fase di rinnovamento degli spazi che prenderà forma nel nuovo Green Campus. Non si tratta di una maxi-assunzione come quella dei 100 ingegneri di un anno fa né dei 400 operai odierni, ma l’azienda prevede l’inserimento di 50-80 profili tecnici e amministrativi.
Nonostante il “ritorno” a Mirafiori alimenti un cauto ottimismo - rinvigorito anche dall’arrivo di molti ex “Marchionne boys” nei ruoli chiave - il contesto industriale piemontese resta fragile. Al consiglio regionale, infatti, ha tenuto banco la doppia cessione che sta scuotendo l’automotive locale: Iveco agli indiani di Tata Motors e Italdesign al gruppo Ust. Proprio su Italdesign è arrivata un’interrogazione della consigliera del Pd, Laura Pompeo, che ha chiesto alla Regione quali azioni di politica attiva del lavoro intenda adottare per tutelare competenze e occupazione.
La fase di stallo della società avrebbe già provocato l’uscita di una quarantina di ingegneri, un campanello d’allarme su cui l’assessore Gianluca Vignale - leggendo una nota dell’assessora Elena Chiorino - ha assicurato "la massima attenzione". La Regione avrebbe già predisposto strumenti mirati per proteggere posti di lavoro e know-how, impegnandosi a "vigilare e agire per salvaguardare il futuro industriale del Piemonte".
L’avvio della produzione della 500 ibrida rappresenta un momento chiave per Mirafiori e per l’automotive torinese, ma da solo non basta a dissipare i dubbi sul medio periodo: l’intero comparto è ancora esposto alle incertezze della transizione elettrica, della governance industriale e della competitività delle filiere.
Per ora, però, il 19 novembre segna un ritorno simbolico e concreto: una fabbrica che torna ad assumere, una vettura che prova a rilanciarsi e un territorio che guarda a Mirafiori come al primo tassello di una possibile rinascita.
Fonte: Corriere Torino