Stellantis, la Fiom alza i toni: “Fermare la fuga dall’Italia. Pronti alla mobilitazione”

Stellantis, la Fiom alza i toni: “Fermare la fuga dall’Italia. Pronti alla mobilitazione”
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La crisi dell’automotive in Italia torna al centro dello scontro sindacale
29 settembre 2025

La Fiom-Cgil lancia l’allarme su Stellantis e minaccia mobilitazioni se entro un mese non arriveranno risposte concrete dall’amministratore delegato Antonio Filosa e dal governo. “Meloni non può più far finta che non ci sia un problema legato all’automotive e a Stellantis nel nostro Paese”, ha dichiarato il segretario generale Michele De Palma durante la presentazione del dossier “La grande fuga”.

Secondo il documento elaborato dal sindacato metalmeccanico, negli stabilimenti italiani del gruppo si è registrata una contrazione significativa della forza lavoro: dai 37.288 dipendenti del 2020 si è passati ai 27.632 del 2024, con una perdita complessiva di 9.656 persone. Una riduzione legata in gran parte a uscite volontarie e piani di accompagnamento alla pensione, strumenti che la Fiom non ha firmato, criticandone l’impatto di lungo periodo sulla tenuta occupazionale del settore.

Dividendi ai soci, ammortizzatori ai lavoratori

De Palma ha sottolineato il paradosso: “Dal 2021 al 2024 sono stati distribuiti ai soci 14 miliardi di dividendi, mentre il 61% delle lavoratrici e dei lavoratori è stato coinvolto da ammortizzatori sociali”. Una scelta che, secondo il sindacato, ha privilegiato la remunerazione degli azionisti a discapito degli investimenti industriali necessari a rilanciare la produzione in Italia.

Per il leader della Fiom, serve un cambio di rotta immediato. L’elenco delle priorità comprende:

  • nuovi modelli mass market per garantire la saturazione degli stabilimenti,

  • rilancio di Maserati e Alfa Romeo,

  • ripristino del progetto della gigafactory per le batterie,

  • rafforzamento della ricerca e sviluppo,

  • nuove assunzioni per invertire la logica delle uscite incentivate.

De Palma ha inoltre chiesto di spostare il confronto istituzionale dal Mimit a Palazzo Chigi, giudicando il tavolo automotive presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy “insufficiente e concentrato solo su incentivi all’acquisto”, misure considerate non risolutive di fronte a una crisi strutturale della produzione nazionale.

La Fiom indica una soglia chiara: riportare la produzione italiana ad almeno un milione di veicoli all’anno. Un traguardo che, a giudizio del sindacato, può essere raggiunto solo attraverso nuovi investimenti e un piano industriale di lungo periodo. “L’amministratore delegato Filosa ha ereditato una situazione drammatica, determinata dal fallimento del piano Tavares e della proprietà. Ora serve un cambio di passo per rigenerare l’occupazione e ridare prospettiva agli stabilimenti italiani”, ha concluso De Palma.

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