Stellantis: nuovi problemi al motore 1.2 Puretech, non c’è due senza tre | Ecco tutti i dettagli

Stellantis: nuovi problemi al motore 1.2 Puretech, non c’è due senza tre | Ecco tutti i dettagli
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Stellantis richiama oltre 230.000 auto con il nuovo 1.2 PureTech Gen 3: rischio di incendio per perdite di carburante
16 luglio 2025

Il motore 1.2 tre cilindri turbo di nuova generazione, lanciato da Stellantis per superare i ben noti problemi della vecchia unità PureTech, è ora protagonista di un’importante campagna di richiamo. A spingere il gruppo automobilistico italo-franco-americano verso questo intervento è un potenziale difetto di serraggio su alcuni componenti del sistema di alimentazione, che potrebbe causare perdite di carburante e, nei casi più gravi, innescare un incendio.

Il nome “PureTech” è ormai noto agli automobilisti europei per le frequenti criticità legate alla cinghia di distribuzione in bagno d’olio, un elemento che tendeva a degradarsi prematuramente causando gravi danni al motore. Proprio per questo, Stellantis ha completamente riprogettato l’unità tre cilindri da 1.2 litri, introducendo la terza generazione (EB Gen3) con il 70% dei componenti nuovi, tra cui l’adozione di una più robusta catena di distribuzione.

Nonostante le modifiche sostanziali e l’abbandono formale del nome “PureTech” nella comunicazione ufficiale, il nuovo propulsore non è immune da problemi e, come vi abbiamo anticipato qualche mese fa, Stellantis ha solo ora iniziato il primo richiamo ufficiale, che coinvolge veicoli prodotti tra il 2023 e il 2025.

Il difetto: dadi non serrati a sufficienza

Secondo quanto comunicato da Stellantis, il richiamo si rende necessario a causa di un serraggio insufficiente su alcuni dadi del tubo ad alta pressione che collega la pompa del carburante al rail di iniezione. Questo difetto potrebbe provocare perdite di benzina, con rischi di incendio in casi estremi. Anche se la casa madre precisa che la probabilità di un incendio è molto bassa, invita i clienti a prestare attenzione a eventuali odori di carburante, consumi anomali o spie accese sul cruscotto. In presenza di questi segnali, è fortemente consigliato fermare immediatamente il veicolo e contattare l’assistenza.

Il richiamo, totalmente gratuito, prevede un intervento rapido (meno di 30 minuti) per verificare e, se necessario, correggere il serraggio di dadi e viti sul sistema di alimentazione. L’operazione non richiede la sostituzione di alcun componente e non è soggetta a problematiche di disponibilità dei ricambi.

Tuttavia, i clienti potrebbero dover attendere qualche tempo prima di ricevere la convocazione ufficiale, per evitare il sovraffollamento delle officine. Le notifiche arriveranno tramite raccomandata, app ufficiali o portali online dei vari marchi del gruppo.

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Oltre 230.000 veicoli coinvolti, in otto marchi

In Francia sono già stati conteggiati 237.992 veicoli coinvolti, ma il numero totale a livello europeo potrebbe essere ben più elevato. I motori interessati sono le versioni turbo benzina e mild hybrid del nuovo 1.2 tre cilindri, con potenze comprese tra i 100 e i 145 CV. Le vetture appartengono a ben otto marchi del gruppo Stellantis:

  • Peugeot: 149.157 unità (208, 308, 408, 2008, 3008, 5008)

  • Citroën: 54.803 (C3, C3 Aircross, C4, C4 X, C5 Aircross, C5 X)

  • Opel: 15.263 (Astra, Corsa, Frontera, Grandland, Mokka)

  • Fiat: 7.184 (600, Grande Panda)

  • DS Automobiles: 5.932 (DS 3, DS 4)

  • Jeep: 3.167 (Avenger)

  • Alfa Romeo: 2.108 (Junior)

  • Lancia: 378 (Ypsilon)

In totale, sono coinvolti oltre 20 modelli differenti, molti dei quali di recente introduzione sul mercato. Questo dimostra quanto rapidamente il nuovo 1.2 turbo si sia diffuso nella gamma del gruppo.

Un banco di prova per il nuovo motore

Apparso per la prima volta nel 2023, il nuovo 1.2 turbo-essence Stellantis è ancora troppo giovane per avere un bilancio affidabile in termini di longevità e affidabilità sul lungo periodo. Il richiamo odierno non sembra indicare un problema strutturale del propulsore, ma piuttosto un errore in fase di assemblaggio o controllo qualità. Resta comunque un episodio che Stellantis avrebbe volentieri evitato, soprattutto considerando la volontà di scrollarsi di dosso la pesante eredità del “vecchio” PureTech.

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