Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Antonio Filosa, amministratore delegato di Stellantis, ha deciso di dire apertamente ciò che molti nel settore pensano ma pochi hanno il coraggio di ammettere: l’industria non è pronta a una rivoluzione così rapida. In un’intervista a TF1, Filosa ha chiesto di spostare al 2045 il divieto di vendita di auto con motori a combustione, oggi fissato per il 2035. “Se non viene rivista, questa normativa danneggerà l’industria, i consumatori e i posti di lavoro”, ha dichiarato. Non una bocciatura del principio della transizione ecologica, ma delle sue tempistiche.
L’amministratore delegato ha ribadito la sua posizione anche in Rai, sottolineando come un’accelerazione forzata rischi di far crollare interi segmenti del mercato europeo, già in bilico tra inflazione e crisi dei prezzi delle auto.
Il vero punto critico, per Filosa, è la sostenibilità economica. “Se le regole ci impongono di montare una batteria da 10.000 euro, come possiamo essere sostenibili?”, ha chiesto provocatoriamente. Negli ultimi dieci anni il prezzo medio di una city car è salito da meno di 20.000 a quasi 30.000 euro, e i modelli sotto i 15.000 sono ormai scomparsi. Un problema che rischia di tagliare fuori milioni di automobilisti europei. Per il CEO di Stellantis, Bruxelles dovrebbe guardare all’esempio cinese, che ha chiesto più tempo per prepararsi alla svolta elettrica. “Perché noi no?” si domanda.
Mentre l’Unione Europea difende con fermezza il target 2035 come tappa fondamentale verso la neutralità climatica, i costruttori temono l’effetto collaterale di una corsa imposta dall’alto: perdita di competitività, chiusure di stabilimenti e migliaia di posti di lavoro a rischio. Filosa non chiede di fermare la transizione, ma di renderla realistica. Per Stellantis, il vero obiettivo deve essere trovare un equilibrio tra sostenibilità ecologica e accessibilità economica, evitando che il sogno dell’auto elettrica si trasformi in un incubo sociale ed economico per l’Europa.