Svizzera, dal 2030 tasse anche per le auto elettriche: due ipotesi sul tavolo

Svizzera, dal 2030 tasse anche per le auto elettriche: due ipotesi sul tavolo
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La transizione elettrica sta svuotando le casse dello stato svizzero...
1 ottobre 2025

Per ogni auto elettrica che sostituisce un veicolo termico, la Confederazione elvetica perde mediamente 600 franchi (641,89 euro) all'anno di gettito fiscale dalle accise sui carburanti. Una cifra che, moltiplicata per il numero crescente di veicoli elettrici sulle strade, rischia di creare un buco significativo nei bilanci pubblici destinati alle infrastrutture stradali.

Attualmente, solo i proprietari di veicoli a benzina e gasolio pagano le imposte sugli oli minerali, che alimentano il Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (Fostra) e il Finanziamento speciale del traffico stradale (Fsts). Questi introiti contribuiscono in modo significativo al bilancio generale della Confederazione, per un totale di circa 1,3 miliardi di franchi (1,39 miliardi di euro) all'anno.

Con la progressiva elettrificazione del parco auto svizzero, questo flusso di entrate è destinato a ridursi nei prossimi anni. Di qui la decisione del Consiglio federale di correre ai ripari introducendo una tassazione anche per le auto elettriche, che attualmente circolano senza contribuire al finanziamento delle infrastrutture che utilizzano quotidianamente.

Dal 2030, la Svizzera potrebbe quindi introdurre una tassazione specifica per i veicoli elettrici. Tuttavia, per farlo sarà necessaria una modifica costituzionale, che dovrà essere approvata attraverso un referendum popolare. Saranno quindi i cittadini svizzeri e i cantoni a decidere con il voto se accettare o meno questa nuova forma di imposizione fiscale.

Il principio: "chi inquina meno non deve pagare meno"

La filosofia alla base della proposta è quella dell'equità contributiva e, secondo il governo svizzero, tutti i veicoli motorizzati, a prescindere dal sistema di propulsione, devono contribuire al finanziamento sostenibile delle infrastrutture in modo equo e proporzionato al loro utilizzo effettivo. Il principio guida è il "pay per use": più si circola, più si paga: un approccio che mira a legare direttamente il contributo fiscale all'utilizzo reale delle strade, indipendentemente dal fatto che il veicolo sia elettrico, ibrido o termico.

Sul tavolo del Consiglio federale ci sono attualmente due possibili soluzioni per tassare i veicoli elettrici:

  • Opzione 1: Tassa chilometrica variabile

La prima ipotesi prevede una tassa basata sulla percorrenza effettiva, calcolata in 5,40 franchi svizzeri (5,78 euro) ogni 100 chilometri. La tariffa varierebbe in funzione del tipo di veicolo e del suo peso, secondo il principio che veicoli più pesanti causano maggiore usura delle infrastrutture stradali. Il monitoraggio dei chilometri percorsi avverrebbe tramite un apposito dispositivo installato a bordo del veicolo oppure ricavando i dati direttamente dai sistemi telematici dell'auto (una soluzione simile a quella già adottata in alcuni paesi per il pedaggio dei mezzi pesanti).

  • Opzione 2: Imposta sull'energia elettrica

La seconda opzione prevede invece un'imposta sulla corrente utilizzata in Svizzera per ricaricare i veicoli elettrici, sia presso colonnine pubbliche che attraverso wallbox domestiche. La tariffa ipotizzata è di 22,8 centesimi di franco (24,40 centesimi di euro) per ogni chilowattora (kWh) consumato. Questa soluzione sarebbe più semplice da implementare, poiché si baserebbe sui sistemi di ricarica già esistenti, ma potrebbe risultare meno precisa nel riflettere l'effettivo utilizzo delle strade rispetto alla tassa chilometrica.

E le ibride plug-in? Per le auto ibride plug-in, il governo svizzero ha previsto un trattamento specifico per evitare una doppia imposizione. Questi veicoli, essendo alimentati sia a elettricità che a carburanti tradizionali (benzina o diesel), pagherebbero solo la metà della tariffa prevista per i veicoli completamente elettrici. 

La tassa chilometrica solleva questioni di privacy legate al tracciamento degli spostamenti dei cittadini. Sebbene i dati raccolti dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per fini fiscali, la possibilità di monitorare dove e quando un veicolo si muove rappresenta un tema sensibile in un paese come la Svizzera, tradizionalmente attento alla protezione dei dati personali.

La Svizzera non è il primo paese a porsi il problema della tassazione dei veicoli elettrici: anche in Germania si discute da tempo di come compensare la perdita di gettito dalle accise sui carburanti, con proposte che vanno dalla tassa chilometrica all'aumento dell'imposta sulla ricarica. In altri paesi europei, come la Norvegia (leader mondiale nell'adozione di veicoli elettrici), si stanno già riducendo gli incentivi fiscali che hanno favorito la diffusione delle auto a batteria, introducendo progressivamente forme di tassazione più equilibrate tra veicoli elettrici e termici.

Se il Consiglio federale confermerà la proposta e la sottoporrà a referendum, i tempi per l'eventuale entrata in vigore della nuova tassazione dipenderanno dall'esito della consultazione popolare e dalla successiva approvazione da parte dei cantoni. L'obiettivo dichiarato è quello di rendere operativo il nuovo sistema entro il 2030, ma molto dipenderà dalla capacità del governo di convincere i cittadini svizzeri della necessità e dell'equità di questa riforma fiscale.

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