USA: non bastano più gli incentivi, le elettriche crollano dopo 14 mesi

USA: non bastano più gli incentivi, le elettriche crollano dopo 14 mesi
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USA, il Senato prepara lo stop agli incentivi per le auto elettriche
17 giugno 2025

La stretta sulle auto elettriche negli Stati Uniti si fa sempre più concreta. Dopo l’ordine esecutivo con cui il presidente Trump ha cancellato il Green Deal e la proposta del segretario ai trasporti Duffy per rivedere al ribasso gli standard Cafe (i limiti sui consumi medi delle auto), ora è il Senato a muovere un altro passo nella direzione di un netto cambio di rotta rispetto all’era Biden: è stato infatti presentato un disegno di legge che prevede l’abolizione degli incentivi federali all’acquisto di veicoli elettrici, oltre all’introduzione di nuove imposte annuali per i loro possessori.

Il provvedimento, se approvato, segnerà la fine di uno dei pilastri delle politiche di incentivo alla mobilità elettrica negli USA: il credito d’imposta federale di 7.500 dollari per le auto elettriche nuove e di 4.000 dollari per le elettriche usate. La misura verrebbe eliminata entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, con una clausola di cancellazione immediata per i veicoli – o componenti chiave come le batterie – prodotti al di fuori del territorio statunitense.

Un’esenzione temporanea è prevista solo per i costruttori che non hanno ancora raggiunto la soglia delle 200.000 unità vendute: questi potranno continuare a offrire il tax credit fino alla fine del 2026, ma con prospettive sempre più incerte.

Non si tratta solo di eliminare incentivi. Il disegno di legge introduce anche una nuova tassa annuale di 250 dollari per i proprietari di auto elettriche, e di 100 dollari per le ibride. Secondo i promotori della norma, l'obiettivo è contribuire alla manutenzione delle strade: le vetture elettriche, in media più pesanti di quelle con motore a combustione, eserciterebbero infatti un maggiore stress sulle infrastrutture viarie.

Una motivazione che suona però più ideologica che tecnica, in un contesto politico dove l’auto elettrica è diventata un simbolo della precedente amministrazione e, più in generale, delle politiche ambientali democratiche. 

Uno stop che fa discutere

La proposta del Senato ha già sollevato un ampio dibattito. Da un lato, le case automobilistiche – soprattutto quelle che hanno investito massicciamente nell’elettrificazione – temono un crollo della domanda, soprattutto nei segmenti più accessibili del mercato. Dall’altro, gli stati a guida repubblicana applaudono alla svolta, vedendo nell’elettrico un’imposizione “green” che penalizza il consumatore medio e l’industria tradizionale.

Le conseguenze potrebbero essere pesanti anche sul piano occupazionale e tecnologico: meno incentivi significa meno vendite, e quindi un possibile rallentamento nella corsa allo sviluppo di tecnologie pulite, in un momento in cui Europa e Cina spingono sull’acceleratore della transizione ecologica.

Se approvata, questa legge rappresenterebbe uno spartiacque per l’industria automobilistica americana. Da simbolo del cambiamento e dell’innovazione, l’auto elettrica rischia di diventare un prodotto di nicchia, penalizzato sul fronte fiscale e scoraggiato da un clima politico ostile. Resta ora da vedere se la Camera dei Rappresentanti confermerà la linea dura del Senato, o se – complici anche le pressioni dell’industria – ci sarà spazio per una mediazione.

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