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Perché gli europei non comprano auto statunitensi mentre quelle prodotte in Europa – in primis le tedesche – sono diffuse nelle strade degli Stati Uniti? Se lo domandava spesso Donald Trump, durante il suo primo mandato da presidente Usa. Il tycoon ha ripreso a chiederselo di nuovo adesso che è tornato alla Casa Bianca. I numeri sono del resto emblematici. Nel 2024 gli Usa hanno importato 757.564 veicoli nuovi prodotti nell'Unione Europea, mentre a parti invertite l'Ue ne ha importati appena 169.152 da oltre Oceano. In termini monetari si tratta di vendite europee verso gli Stati Uniti pari a 43,9 miliardi di dollari contro i circa 8,9 miliardi di dollari di vendite americane.
Detto altrimenti, Bruxelles ha venduto a Washington quasi 5 volte più auto (per lo più Audi, Bmw, Mercedes, Porsche e Volkswagen) rispetto a quelle che Washington ha piazzato nel Vecchio Continente. E la situazione, per i brand americani, è ancora peggiore in Cina, nel più grande mercato automobilistico del pianeta. All'ombra della Città Proibita le aziende cinesi hanno sbaragliato la concorrenza nel settore degli Ev. Risultato? Le vendite delle case automobilistiche statunitensi sono crollate drasticamente rispetto al picco raggiunto qualche anno fa. Quelle di GM, per esempio, sono scese da un massimo di 4 milioni di veicoli nel 2017 a 2,1 milioni nel 2023. Tranne Tesla, i marchi americani un tempo dominanti hanno smesso di ruggire al di fuori della loro nazione di origine.
Perché le auto americane stanno vendendo sempre meno lontano dagli Usa? Per quanto riguarda l'Europa, c'è da dire che l'Ue impone un dazio del 10% su tutte le importazioni di auto e camion leggeri: una spada di Damocle non da poco se confrontata con la tariffa del 2,5% adottata da Washington sul settore prima del ritorno di Trump. Alcuni dei mezzi più venduti negli Stati Uniti sono molto più costosi in Europa. Un esempio? Negli Usa, ha fatto notare Fox News, un nuovo Chevrolet Tahoe, un SUV di grandi dimensioni, ha un prezzo di listino iniziale di 59.000 dollari. In Francia arriva a quasi 60.500 dollari mentre in Norvegia, al netto delle tasse, sale a 100.000 dollari. Altri eventuali costi aggiuntivi possono aggravare la situazione. E ancora: un nuovo Ford Ranger parte da 33.808 dollari negli Stati Uniti, ma da 40.000 dollari in Francia e Germania. Una Jeep Grand Cherokee parte da 38.490 dollari negli States, ma da 64.830 dollari in Francia e 61.990 dollari in Germania (in Giappone e Cina costerebbe circa 61.990 dollari). C'è dell'altro da considerare: le auto statunitensi tendono a essere significativamente più grandi rispetto a quelle europee, con un peso medio del 20% superiore, e questo le rende più costose da gestire. Un problema non da poco visto che la benzina è molto più costosa in Europa che non negli Stati Uniti. Possiamo poi citare la difficoltà nel trovare parcheggi adeguati in città e il tema della sicurezza. Già, perché le leggi dell'Ue in materia di sicurezza sono assai più severe rispetto a quelle americane. In Europa, e in gran parte del mondo, l'unica eccezione alla regola coincide con Tesla. Il marchio di Elon Musk nel 2024 ha venduto circa 325.000 unità della Model 3 e della Model Y nel Vecchio Continente.
In Giappone la situazione è ancora peggiore per le auto made in Usa. Nel 2024 i consumatori nipponici hanno acquistato appena 449 Cadillac e 587 Chevrolet. Ford ha abbandonato completamente il mercato nel 2016. Allo stesso tempo negli Stati Uniti vengono vendute ogni anno circa 6 milioni di automobili prodotte da sei case automobilistiche giapponesi (sia localmente che importate). Ma perché Tokyo non ama le macchine statunitensi? Gli esperti citano fattori come il prezzo, la qualità e il servizio post-vendita. Trump ha dato la colpa al processo di ispezione giapponese e a quelli che lui definisce standard di sicurezza non necessari. "Hanno trattato gli Stati Uniti molto male sul piano commerciale. Non ci prendono le auto, ma noi prendiamo MILIONI delle loro", ha scritto il tycoon, qualche settimana fa, sul social Truth. La spiegazione potrebbe però essere diversa, come ha spiegato il Japan Times. "Una possibile ragione per cui le auto americane hanno avuto difficoltà in Giappone è semplicemente perché sono grandi", ha dichiarato Takaaki Sugiura, direttore della ricerca presso il Mitsubishi Research Institute. In Giappone, infatti, i mini-veicoli, le "kei car", sono particolarmente popolari. Nel 2024 la minicar N-BOX di Honda è stato il modello più venduto con oltre 200.000 unità. Il motivo è semplice: questi veicoli hanno generalmente un prezzo più ragionevole e i loro costi di gestione sono inferiori a quelli delle auto di dimensioni standard. Per la cronaca, tra i marchi stranieri le automobili tedesche sono tra le poche ad aver mantenuto la loro popolarità in Giappone.