Volvo, dopo il CEO, anche 3.000 dipendenti vengono cacciati

di Alessandra Marchetti

Volvo taglia 3.000 posti di lavoro: "Serve più resilienza in un'industria sotto pressione".

di Alessandra Marchetti

29 maggio 2025

Volvo Cars ha annunciato un taglio di 3.000 posti di lavoro nell’ambito di un ampio piano di ristrutturazione, con l’obiettivo di affrontare un contesto economico sempre più complesso per il settore automobilistico. La decisione fa parte di una strategia di risparmio da 18 miliardi di corone svedesi (circa 1,6 miliardi di euro), resa pubblica alla fine di aprile.

Secondo quanto dichiarato dalla casa automobilistica svedese, controllata dal gruppo cinese Geely, l'obiettivo è chiaro: rafforzare la solidità finanziaria e garantire maggiore resilienza in un momento in cui l'intera industria si trova sotto pressione a causa di costi crescenti, transizione verso l’elettrico e incertezze macroeconomiche.

Nel dettaglio, 1.200 licenziamenti colpiranno direttamente i dipendenti in Svezia, mentre altri 1.000 incarichi di consulenza verranno interrotti. Il taglio riguarda quindi non solo lavoratori interni, ma anche personale esterno e consulenti, coinvolgendo una larga parte della forza lavoro impiegata nello sviluppo e nella gestione dei progetti.

“L'industria automobilistica sta attraversando un periodo difficile. Per affrontare questa fase dobbiamo migliorare la nostra capacità di generare cassa e ridurre strutturalmente i costi”.

Amministratore delegato Håkan Samuelsson

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Questa riorganizzazione rientra in una più ampia ondata di aggiustamenti che sta colpendo diversi costruttori europei. Mentre le vendite globali cercano di riprendersi dopo anni incerti tra pandemia, crisi dei semiconduttori e aumento dei prezzi delle materie prime, il passaggio all’elettrico richiede ingenti investimenti e una ridefinizione profonda dei modelli di business.

Volvo, che punta a diventare un marchio 100% elettrico entro il 2030, si trova quindi a dover affrontare un difficile equilibrio tra innovazione e sostenibilità economica. E il primo passo, per il marchio svedese, passa proprio da una razionalizzazione della forza lavoro.