WEC: tutto quello che vi serve sapere per seguire la Ferrari 499P in pole a Sebring

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Non avete mai seguito il mondiale Endurance, ma siete incuriositi dall'avventura della Ferrari 499P? Qui trovate tutto ciò che vi serve per seguire il WEC
15 marzo 2023

La Ferrari 499P n.50 ha colto la pole position al debutto nel WEC, e scatterà davanti a tutti nella 1000 Miglia di Sebring. Ma voi conoscete davvero il mondiale Endurance? Se avete intenzione di seguire le gesta del Cavallino rampante nel WEC, siete nel posto giusto. Qui vi racconteremo tutto quello che vi serve sapere per farlo.

Che cos’è il WEC?

Il WEC – World Endurance Championship – è un campionato sotto l’egida della FIA creato nel 2012. Erede di quello che ai tempi dell’ultima partecipazione della Ferrari come team ufficiale si chiamava campionato Sport Prototipi, vede impegnate diverse classi di vetture in gare di durata, da 6 a 24 ore seconda dei casi. Il fiore all’occhiello del WEC resta la 24 Ore di Le Mans, appuntamento di cui il 10 e l’11 giugno prossimi avrà luogo la centesima edizione.

Di quante classi è composto il WEC?

Il più recente regolamento tecnico del WEC vede tre classi. La prima, quella regina, è contraddistinta dal colore rosso nelle grafiche della categoria e include due diverse tipologie di prototipi. Le Le Mans Hypercar – come la Ferrari 499P – sono interamente progettate dal singolo costruttore. Le LMH possono avere un powertrain ibrido, con la componente endotermica al posteriore e un’unità elettrica all’anteriore dalla potenza massima limitata a 200 kW, con trazione integrale, oppure semplicemente termiche, con trazione posteriore.

Le LMDh, invece, sono vetture che possono correre sia nel WEC che nella categoria americana IMSA, e sono decisamente più standardizzate rispetto alle LMH. Le LMDh, solo ibride, vantano batterie sviluppate dalla Williams Advanced Engineering, trasmissioni Xtrac e un motore elettrico di Bosch da 50 kW. Il telaio, invece, deve essere realizzato da uno dei quattro fornitori omologati, Dallara, Oreca, Multimatic e Ligier. Ai costruttori resta la possibilità di sviluppare il motore endotermico e l’aerodinamica. Ma come fanno a convivere due tipologie di prototipi diversi nella stessa categoria? LMH e LMDh condividono il peso minimo di 1030 kg, la potenza massima di 500 kW (687 CV) e dei valori limite di carico e resistenza aerodinamica.

La seconda classe è costituita dalle LMP2 – Le Mans Protoypes 2 – che mantengono lo stesso nome che avevano ai tempi della vecchia classe regina, la LMP1. Caratterizzate dal colore blu nelle grafiche, le LMP2 iscritte nel 2023 sono tutti prototipi sviluppati da Oreca, con motori V8 di 4.2 litri firmati Gibson. Sono state depotenziate da 560 a 536 CV per avere un distacco più ampio dalle Hypercar, che sono meno performanti delle vecchie LMP1. Dal peso minimo di 950 kg, le LMP2 nel 2023 utilizzeranno la configurazione a basso carico che in passato era impiegato solo a Le Mans. La terza classe, infine, consta delle GTE-Am, vetture GT derivate di serie. Contraddistinte dal colore arancione nelle grafiche, le GTE-Am sono più sofisticate aerodinamicamente rispetto a una vettura GT3, e non hanno l’ABS. Dal peso minimo di 1.245 kg, le GTE-Am possono essere equipaggiate con motori ad aspirazione naturale fino a 5.5 litri di cilindrata o propulsori turbo con una cilindrata non superiore a 4 litri. La potenza massima è di circa 500 CV.

Piloti Platinum, Gold, Silver e Bronze: cosa significa?

Dando uno sguardo alla entry list del WEC per la stagione 2023, potete notare delle lettere accanto al nome dei piloti. Si tratta della classificazione dei concorrenti prevista dalla FIA. Nella categoria Platinum trovano posto i piloti professionisti che abbiano la Superlicenza o che siano concorrenti ufficiali di un costruttore auto. La Gold, invece, comprende piloti che abbiano disputato almeno tre anni di competizioni nei kart, abbiano preso parte a determinate competizioni in monoposto per più di due stagioni, o abbiano incominciato a correre con i kart o con le auto sotto i 20 anni. Nella categoria Silver entrano i piloti sotto i 30 anni al primo anno di licenza, senza esperienza significativa con le monoposto o i kart o che abbiano iniziato a correre tra i 20 e i 30 anni, guadagnando dall’attività.

Nella categoria Bronze, invece, rientra chi ha conseguito la licenza per correre dopo i 30 anni. In questo gruppo rientrano anche i piloti appartenenti alla Silver una volta superati i 55 anni. È possibile perfezionare il salto di categoria, a fronte di risultati di peso in determinate competizioni. Un podio alla 24 Ore di Le Mans, ad esempio, è sufficiente per ottenere il passaggio in Platinum. Nel WEC queste categorie assumono una certa rilevanza, perché gli equipaggi della classe regina devono essere costituiti da piloti che siano almeno al grado Silver – anche se a conti fatti, sono tutti Platinum - mentre nella LMP2 ci deve essere almeno un pilota con licenza Silver o Bronze. Non ci sono invece limitazioni nella GTE-Am.

I sistemi per livellare le prestazioni: BOP e Success Ballast

Tolta la classe LMP2, che presenta vetture sostanzialmente identiche, le altre due classi del WEC vantano vetture molto diverse tra loro. Per livellare le prestazioni, sono stati pensati due metodi diversi. Il Balance of Performance, pensato per la classe regina, influisce sul peso minimo, la curva di erogazione, la soglia di attivazione dell’ibrido e l’energia per stint. Il BOP viene corretto di gara in gara, quindi non resterà uguale per tutta la stagione. Nella classe GTE-Am, invece, vigono sia il BOP – con parametri diversi rispetto a quelli della classe regina, cioè il peso minimo, il carburante imbarcato, il lambda minimo e l’incidenza dell’ala posteriore - che il Success Ballast, una zavorra imposta sulla base dei risultati delle gare precedenti e della classifica del campionato.

Ferrari 499P: caratteristiche e piloti

Entrando nel merito della Hypercar del Cavallino, la 499P è equipaggiata con un powertrain che consta di un motore termico, dislocato in posizione centrale-posteriore, e di un'unità elettrica sull'assale anteriore. Il propulsore endotermico ha una potenza massima di 500 kW, come stabilito dal regolamento del WEC, ed è derivato dalla famiglia dei V6 biturbo stradali. Dotato della stessa architettura dell'unità della 296 GT3, il V6, oggetto di una notevole cura dimagrante, ha una funzione strutturale.

La 499P rientra tra le LMH ibride, visto che è equipaggiata con l’ERS all’anteriore da 200 kW. Il motore elettrico è dotato di differenziale la cui batteria si ricarica nelle fasi di decelerazione e frenata, e non richiede fonti d’alimentazione esterne. Deriva invece dall'esperienza maturata in Formula 1, pur essendo sviluppato specificatamente per la 499P, il pacco batterie con tensione nominale di 900 Volt. Il prototipo, inoltre, presenta un cambio sequenziale a sette rapporti e un sistema frenante break-by-wire.

Quanto agli equipaggi, la 499P numero 50 - numero che ricorda gli anni trascorsi dall'ultima partecipazione alla classe regina del mondiale Endurance - è affidata a Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen. Sulla 499P numero 51 - associato a tante vittorie nella storia di Ferrari - si alterneranno invece Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi.

Quali sono le rivali della Ferrari?

La classe regina del WEC oltre alla Ferrari vede un nutrito gruppo di costruttori. Sul fronte delle Hypercar, Peugeot schiera la sua 9X8, che spicca per l’assenza dell’ala posteriore. Ma c’è anche Toyota, che ormai da anni presidia il WEC, prima con le LMP1 e poi con la Hypercar GR010, ibrida a trazione integrale come le rivali 499P e 9X8. Ci sono pure due Hypercar con motore termico, la Glickenhaus 007 LMH e la Wanwall Vanderwell 680, quest’ultima destinata ad essere guidata anche dal campione del mondo 1997 di Formula 1, Jacques Villeneuve. Per quanto riguarda le LMDh, Porsche torna nel WEC con la 963, prototipo di cui schiererà un terzo esemplare a Le Mans, proprio come negli ultimi anni di successi nel mondiale Endurance con le LMP1. Gli USA, infine, sono rappresentati dalla Cadillac V-LMDh. La pattuglia delle LMDh è destinata ad aumentare di dimensioni con l’arrivo, nel 2024, di Lamborghini e BMW.

Come si svolge un weekend di gara?

Il weekend di gara del mondiale Endurance prevede tre sessioni di prove libere, una da un’ora e due da 90 minuti. Le qualifiche dal 2023 sono suddivise per classe, con 15 minuti a disposizione per ciascuna, in modo che gli spettatori possano seguire con maggiore facilità gli avvenimenti in pista. La gara ha invece una durata che può variare: ci sono corse da 6, 8 ore o 1000 Miglia, fino ad arrivare alla 24 Ore di Le Mans.

Quali sono i tempi minimi e massimi di guida?

In una gara di durata, stabilire i turni di guida dei piloti assume un’importanza strategica, soprattutto nel caso in cui all’interno dello stesso equipaggio siano presenti piloti con una licenza di un “metallo” diverso. Il WEC prevede dei tempi minimi di guida per le classi LMP2 e GTE-Am. In una gara da sei ore, i piloti Silver e Bronze devono guidare almeno un’ora in LMP2 e un’ora e 45 minuti in GTE-Am. Il tempo minimo sale invece a un’ora e 40 minuti e due ore e 20 minuti, rispettivamente, nel caso di una gara da otto ore. Vale invece per tutte le classi le regola secondo cui un pilota non ottiene punti nel caso in cui guidi meno di un’ora. Se invece un pilota non partecipa alla gara, la vettura viene squalificata. Per la 24 ore di Le Mans ci sono invece dei limiti di tempo massimo alla guida. Fermo restando che ciascun pilota dell’equipaggio deve guidare almeno 6 ore complessivamente, un pilota non può correre per più di quattro ore in un periodo di sei ore, e non può essere in pista per più di 14 ore totali.

Va bene, ma cosa conta davvero nella sfida della Ferrari?

Una volta conosciute le basi, vi chiederete cosa serve davvero per vincere nel WEC. In una gara di durata, la prestazione pura conta, ma fino a un certo punto. Il nodo più complesso è sicuramente quello dell’affidabilità, visto che i componenti del prototipo sono sottoposti a delle percorrenze molto più elevate di quelle che vediamo in F1. In 24 ore può succedere davvero di tutto, a cominciare da sorpassi finiti male su vetture delle altre classi, e quindi più lente, a problemi di affidabilità. Lo sa bene Toyota, che perse la 24 Ore di Le Mans 2017 per un problema alla frizione scatenato dal fatto che Kamui Kobayashi, ore prima, avesse spento la macchina ingannato dal gesticolare di un altro pilota, che invece voleva solo incitarlo. La delicatissima LMP1 finì per non reggere quel piccolo imprevisto. Per via delle limitazioni in termini di deportanza e resistenza, l’obiettivo dei tecnici dei prototipi della classe regina del WEC non è quello di generare il massimo del carico al minimo della resistenza, ma mostrare una costanza invidiabile nella mappa aerodinamica, producendo il massimo del carico consentito in ogni condizione, e non solo attraverso dei picchi.

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