WRC 2022. Rally Italia Sardegna. Contenti per…

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Tanak sopra a tutti. Certo. Ma l’estone non è il solo ad aver vinto in Sardegna. Per motivi, obiettivi e risultati diversi, possiamo contare più vincitori, o per lo meno più soddisfatti
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
6 giugno 2022

Alghero, 6 Giugno. L’alba dopo un week end formidabile. Piccole dosi di adrenalina che continuano a fluire e non ti fanno rilassare. Non è lo stomaco pieno di emozioni del Rally Italia Sardegna, è piuttosto una soddisfazione allargata. Che riguarda altri e altre cose del Rally e che trasferiamo sulle nostre sensazioni puntando a farle riconoscere ai… diretti interessati. Un bel Rally ha un maggiore coefficiente di soddisfazioni, extra-regolamento, s’intende, il che porta a estendere il volume dei ben contenti, di conseguenza stringendo quello dei delusi o insoddisfatti.

Siamo contenti per Ott Tanak, naturalmente. Ott Tanak veniva da un lungo periodo di grande difficoltà. In parte dentro i suoi problemi l’estone c’è ancora, ma è arrivato, finalmente, almeno il momento di tirare un sospiro di sollievo e di sorridere. Non vincere dal febbraio 2021 non è un temporale, è una lunga tempesta. Tanak ha avuto problemi con la Macchina, e ha avuto questioni personali importanti. Quando casa e lavoro non funzionano, ecco, è il caso di pensare che la vita non ti sorride. Quando poi la faccenda si allunga nel tempo tutto si trasforma in una maledizione che ti leva la serenità. In Sardegna tutto ha ripreso a funzionare alla perfezione. Compresa la fortuna. Quando la Macchina ha iniziato ad accusare un problema che poteva esserle fatale, insomma, il Rally è stato interrotto, venerdì, e Tanak ha potuto rientrare al garage e far sistemare. Poi è venuto il bello. La Hyundai i20 ha funzionato come un orologio, e Tanak ci ha messo il carico da 11 rispolverando e riproponendo tutto il meglio del suo repertorio Mondiale. Il risultato, la vittoria dopo un anno e mezzo, è venuta liscia, incontestabile dalla quarta Speciale in poi, chiarissima.

Siamo contenti per Julien Moncet. La vittoria di Tanak e di Hyundai nel RIS22 è da condividere felicemente con il (sostituto) direttore (o aggiunto) delle operazioni, Julien Moncet, fino a febbraio responsabile del Powertain e, improvvisamente dopo l’abbandono di Andrea Adamo, catapultato alla testa del Team. Più coerentemente, in quel momento, il ruolo di Moncet poteva essere definito come quello del parafulmine. Basta incontrarlo una volta, e alla prima è subito chiaro che l’ingegnere di Grasse è esattamente l’opposto dell’ingegnere di Cuneo. Moncet è discreto e defilato, un suggeritore prima che un impositore, un ufficiale elaboratore di strategie invece che un generale che urla comandi e proclami. In prima fila, con il torso fuori dalla trincea, sinceramente ce lo vedo male, e d’altra parte lo vedi bene concentrato sul suo, importantissimo, lavoro di tecnico speciale ed espertissimo. Siamo contenti per questa vittoria di Julien Moncet, quindi, cui si deve riconoscere una forza speciale tirata fuori e dimostrata vincente in un Rally straordinariamente difficile e in un momento in cui sulla sua testa si andavano addensando milioni di metri cubi di nuvole cariche di tempesta. Gran lavoro, complimenti! (Tutto tra parentesi: siamo molto contenti anche per il risultato e per la persona di Dani Sordo: volendo unire i puntini si qui disseminati, e osservando certi cambiamenti del comportamento e dell’attitudine del Pilota spagnolo, vien proprio da dire che, riferendosi poi all’esperienza di Latvala in seno al Toyota Gazoo Racing, che davvero Dani potrebbe essere il prossimo Team Principal del Team di Hyundai).

Siamo contenti per Kalle Rovanpera. Facile, direte voi, alla resa dei conti. E invece non è così scontato. La sensazione epidermica è che nessuno, tifosi e addetti, sia rimasto soddisfatto (o pienamente soddisfatto) della prestazione, leggi del risultato, ottenuto dal giovane fenomeno finlandese. Anche in Toyota m’è parso che si sorridesse un po’ a denti serrati. “Solo” quinto assoluto, “solo” secondo nel Power Stage, “solo” tre vittorie consecutive e non la quarta che avrebbe consacrato un dio impossibile. Invece io sono dell’opinione che il giovane Kalle abbia fatto una delle più belle corse della sua carriera, in retro e in prospettiva, e che il vero colpaccio al Rally di Sardegna lo abbia fatto Toyota. Intanto Rovanpera si è confrontato a viso aperto con un Rally realmente difficile partendo da una posizione impossibile. Poi ha scelto presto e bene, roba da fuoriclasse sperimentati. La dimostrazione il sabato, quando ha caricato 5 Pirelli condannandosi ad una condotta di gara prudente, attenta. Infine è tornato a provarci nel Power Stage. Con garbo, e non appena si è accorto che non era cosa ha ritirato la candidatura e concluso il Rally in safe mode. Soprattutto, quei piccoli calcoli che avevamo provato a fare durante, Rovanpera li aveva fatti prima, per vederli perfettamente verificati dopo. Rovanpera Junior ha lasciato sfogare gli avversari, ha preso le misure esatte di quanta strada gli lasciava il difficile Rally Italia Sardegna, e ha portato a termine la missione centrando un obiettivo che, a quanto pare, solo lui aveva visto bene sin dall’inizio: quanti di noi sarebbero stati capaci di immaginare che un misero quinto posto si sarebbe tradotto in un allungo di ben 9 (nove) punti-miglia di vantaggio sull’avversario più – o meno? – diretto nella corsa al Titolo di Campione del Mondo? Certo, non si deve dimenticare che Rovanpera corre su un Tappeto Volante, una magica Yaris Rally1 che, quanto meno, ben aiuta a fare la differenza…

Siamo contenti per il RIS 22. Per il Rally Italia Sardegna. Perché sempre di più ci accorgiamo che non potrebbe andare in scena altrove. Addirittura, se tutto il Mondiale fosse trasferito in giro per i 4 continenti più giovani, non potrebbe fare a meno di un… Rally Europa Sardegna! Ho sentito piovere critiche. La polvere di venerdì e gli intervalli delle partenze. La ripetizione troppo ravvicinata di alcune Speciali, e le cancellazioni semi-conseguenti. La mancanza del Service di mezzodì ad Alghero il Sabato, che ha desertificato il lungomare dei tifosi. Faccio presto: la polvere era stagnante per completa assenza di vento. Fossero stati anche dieci minuti, cambiava poco. Ripetizioni ravvicinate (ci sono anche importanti motivazioni logistiche): diciamo che si è tirato un po’ troppo l’elastico e che gli stretti, sempre complicati sterrati hanno mandato in crisi il sistema degli accessi. Poi operazioni alla Buttat, o anche alla Fourmaux, hanno complicato irrimediabilmente le cose. Mancato Service di Sabato a mezzogiorno: sono d’accordo. Il paddock è bello, nel caso di Alghero stupendo, vale la pena che sia offerto tutte le volte che si può al godimento degli appassionati e… di Macchine e Equipaggi impegnati in un Rally particolarmente impietoso con ferro e carne. Questioni vistose ma, direi, di poco peso. Facilmente rimediabili, poi di fatto indirette evocazioni di uno degli aspetti più evidenti della fortuna Sardegna: gli scenari e la durezza dell’Evento sportivo. Due aspetti che si vanno perdendo nella composizione dei calendari e che esaltano il Sardegna in due parole: fenomenale autenticità.

© Immagini -Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport – Ford M-Sport

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