WRC16 Argentina. A Ogier (VW) e Sordo (Hyundai) lo spettacolo di Cordoba

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Rally YPF Argentina a pieno regime. Né lo shakedown, Paddon il più veloce, né la prova inaugurale cittadina, Ogier e Sordo, rendono l’idea dell’impegno che attende gli Equipaggi. Volkswagen a caccia di un altro pezzo di Storia.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
22 aprile 2016

Villa Carlos Paz, 21 Aprile. Un mese e mezzo di pausa, e dopo il Messico il Mondiale WRC salta la primavera e piomba in un tiepido autunno argentino. È la volta del Rally YPF Argentina. Non ci sarà il vincitore dello scorso anno, Kris Meeke, che andò a segno dando un senso straordinariamente compiuto alla sua già lunga carriera. Una vittoria molto bella, al di là del fatto che fosse stata “spudoratamente” favorita dall’ancor più clamorosa débacle della Squadra Volkswagen, “tradita” da uno di quegli accidenti che fanno parlare fino allo sfinimento proprio per la loro eccezionalità. Volkswagen, dopo aver immaginato cosa non aveva funzionato in quegli iniettori, ma sarebbe andata a fondo nell’indagine tecnica, ci mise ben presto una pietra sopra, “cose che capitano”, e Meeke seppe districarsi da maestro tra quella e altri milioni di… pietre che intanto falcidiavano la muta dei pretendenti al più famoso Rally sudamericano.

In tema di agitazione, ecco che in Argentina sono in “prima Squadra” Dani Sordo e Thierry Neuville, ma il miglior tempo sullo shakedown lo ottiene Haydon Paddon

Quest’anno Kris Meeke non c’è, io ce lo avrei mandato, e non c’è neanche l’ombra delle Citroen in quella configurazione ufficiale che… ufficialmente, quest’anno non esiste. Ma le DS3 fisicamente esistono ancora, e in una delle due gestite da PH Sport, tra l’altro proprio la Macchina vincitrice nel 2015, torna Ligato. Un modo di esserci, un’apparizione privata. Lo strano di questa assenza è che stride con un anno sabbatico particolarmente denso di impegni. Intanto torneranno in Portogallo e Polonia, e proprio alla vigilia di questa occasione Citroen lascia scivolare sotto gli occhi di tutti e con perfetto tempismo le immagini della nuova C3, che andrà a sostituire la prepensionata DS3. Un’azione di disturbo? Per dimostrare che anche non partecipando Citroen deve essere considerata presente? O è giusto per celebrare l’anniversario della schiacciante vittoria delle due Citroen di Meeke, appunto, e Mats Ostberg? Probabilmente è solo un caso, i calendari e le tabelle di marcia che si incrociano, ma in ogni caso i tempi sono maturi ed è indispensabile uscire allo scoperto, anche per fare paura “pubblicando” lo stato di avanzamento dei lavori. “Eccoci!” – sembrano annunciare dal quartier generale Citroen. In effetti l’aggiornamento del quadro generale non è male, tanto che per un attimo ci si dimentica di Hyundai.

Ma i coreani, che poi sono anche francesi che lavorano in Germania, Paese che ospita i tre quarti della potenza del WRC, non hanno mai smesso, da prima ancora che la stagione avesse inizio, di agitare le acque. Prima con la strategia del ballottaggio perenne tra i Piloti ufficiali, due di qui e uno di la, prima Squadra o seconda, in uno stillicidio di suspense per quei “driver” in pieno capitolo istruttorio dalla fine della scorsa stagione. Poi l’arrivo della nuova i20 del capitolato R5, vittoriosa con Paddon in Casa, già prenotata da numerosi Team e ambita anche in Italia. In tema di agitazione, ecco che in Argentina sono in “prima Squadra” Dani Sordo e Thierry Neuville, ma il miglior tempo sullo shakedown lo ottiene Haydon Paddon, che mette in fila Latvala e Ogier. È una logica di benvenuto al Rally che non deve dispiacere, perché la dice lunga sulla disinvoltura del comodo, e privilegiato neozelandese, e sulla tattica migliore che le Volkswagen potranno adottare in vista di un Rally che è quasi per definizione massacrante.

Toyota, dal canto suo, lascia filtrare ben poco, e quel poco di buono, Makinen che prende in mano la situazione, Hirvonen a mezzo servizio in qualità di sviluppatore tester, la macchina che ha finalmente iniziato a “girare”, è spesso avvelenato dai pettegolezzi. Si dice che siano in ritardo, e che non abbiano ancora le idee chiare, o possibilità concrete, su come sistemare i quadri e come mettere al volante della Yaris WRC un Signor Manico.

Chi invece non ha bisogno di farsi dondolare l’altalena è Volskwagen, la cui Squadra WRC corre come una rompighiaccio tra i marosi, anche i più turbolenti. La Polo R WRC 2017 è già al lavoro da tempo, più o meno mascherata dalle linee dell’attuale Polo, quando non direttamente sotto quella pelle laddove sia possibile ai tecnici di Jost Capito, intervenire. Non fa notizia, lo farebbe il contrario, ovvero se si venisse a sospettare che VW è in ritardo o su una strada sbagliata. E a proposito di Jost Capito, se è vero, e in cuor nostro di appassionati non vorremmo, che dopo il Portogallo il Super Tecnico completerà la migrazione verso McLaren, è verosimile ritenere che l’ultimo regalo che Jost vorrà lasciare al suo affezionato Team è la Polo R WRC17 pressoché pronta. C’è una logica tutta tedesca in un’ipotesi di questo genere. Te ne vai, d’accordo e in bocca al lupo, ma prima finisci quei due o tre lavoretti che abbiamo iniziato insieme. E tra questi la Polo 2017. Naturalmente, anche in Argentina il lavoro non manca, e quando si parla di lavoro per Ogier & Co. ci si deve riferire a un record a portata di mano. Presto detto, se una VW vincerà il Rally Argentina si tratterà della tredicesima vittoria consecutiva della Polo R, l’equivalente di un intero ciclo stagionale di imbattibilità. Se poi a vincere su quella Volkswagen dovesse essere il suo Numero 1, il Campione del Mondo per due volte e attuale leader del Campionato 2016, Sébastien Ogier, allora il record sarebbe anche personale, perché Ogier non ha mai vinto in Argentina.

L’anno scorso fu un impegno massacrante per Uomini e Macchine, risolto all’insegna della decimazione con l’apoteosi di Kris Meeke

Gli scritti non sono molti, meno di una quarantina in tutto, tra cui una mezza dozzina di Maxy Rally argentine che si vorrebbe confluissero nel capitolato R5, una di queste per il nostro Friserio, esattamente come non erano molte neanche l’anno scorso, e la geografia del WRC, fatta eccezione per la “mappatura” VW, è un po’ cambiata. Ci si deve dunque aspettare un Rally ancor più difficile da decifrare? Certamente non ci si deve fidare di quanto abbiano potuto indicare i due “strappi” dello shakedown e della prima PS spettacolare di Cordoba, appena un chilometro e mezzo. Su strade da sabbiose a rocciose, ma anche da sabbiose… che diventano rocciose al secondo passaggio, giù per vallate velocissime e vertiginose strade in quota che potrebbero anche essere gelate, e con fondi tra i più micidiali dell’intero WRC, in totale gli Equipaggi, e le Macchine, dovranno affrontare oltre 360 chilometri di terra suddivisi in 18 prove speciali in tre giorni, più la serata di Cordoba. Proprio a Nord della città, che dista oltre settecento chilometri da Buenos Aires ma mezz’ora scarsa dal lungo lago di Villa Carlos Paz dove tutto inizia e dove tutto finirà, tornano le strade sulle quali pochi degli iscritti di quest’anno hanno avuto il piacere di guidare in un passato già lontano. Ma naturalmente restano i “pilastri” della storia, nomi come Villa Bustos, Los Gigantes, Mina Clavero, Guilio Cesare, che si concluderà ancora una volta con la mitica PS del Condor, anche quest’anno raffinatissimo e prelibato Power Stage del Rally.

150 chilometri al giorno venerdì e sabato, una cinquantina soltanto domenica. L’anno scorso fu un impegno massacrante per Uomini e Macchine, risolto all’insegna della decimazione con l’apoteosi di Kris Meeke. Quest’anno siamo pronti a scommettere che la strategia di base per avvicinarsi il più possibile all’obiettivo presuppone almeno una parte di piano più attendista.

Sotto questo aspetto lo shakedown sembrava quasi “saggio”. Libero Paddon, che non ha troppa pressione e che va forte pur con qualche problema alle sospensioni, Latvala e Ogier l’hanno presa con circospezione, Sordo ha fatto meglio di un accorto Neuville. Nella Prova di Cordoba, che sostituisce quelle di Rosario e San Miguel, si rientra nei ranghi. Ogier ottiene lo stesso tempo di Sordo, il più basso, poi Tanak e Neuville, quindi Paddon davanti a Bertelli. Indietro Latvala e Mikkelsen. Niente di strano, era facile impappinarsi alle rotonde.

Nessun colpo di scena, e ci mancherebbe. Adesso c’è tutto il tempo che vogliamo per vedere all’opera le tre Volkswagen e le tre Hyundai, e così le Fiesta di Ostberg e di Camilli, e perché no quelle di Bertelli e Tanak. Torna Evans con la Fiesta R5, ma non c’è Al Attiyah, impegnato in una campagna vittoriosa nel Mondiale Cross-Country in Qatar, e le Skoda R5 passano di mano.

Bel torneo, comunque, interessantissimo, e sicuramente un bel Rally Argentina. E un po’ di tifo, in aggiunta al milione di spettatori che ondeggia sul Rally, ci vuole. Il Rally è nell’occhio del ciclone per l’incidente di Paddon dello scorso anno. Sicurezza innanzi tutto, e quindi misure straordinarie e cartellini gialli che si sprecano. Settori per il pubblico, per i fotografi, molta regolamentazione e moltissimi limiti. Come alla Dakar. E il Brasile dei ricchi organizzatori messicani, perché in Brasile non c’è tano da ridere, che gufano pronti a strappare un pezzo di storia dei motori all’Argentina.

Foto: Manrico Martella, Federico Baratella, Santi Monti, Gustavo Tissera, Javier Leali, Walter Esper - PURE WRC

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