WRC16 Germania. In testa Mikkelsen (Volkswagen)

WRC16 Germania. In testa Mikkelsen (Volkswagen)
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  • di Piero Batini - Manrico Martella
Raffica di colpi di scena all’inizio del Rally di Germania. Latvala è fuori dalla prima Speciale, Ogier e Paddon rischiano grosso. Mikkelsen passa al comando, ma il Campione del Mondo e Neuville sono vicini. Ultimo Rally per Jost Capito
  • di Piero Batini - Manrico Martella
20 agosto 2016

Trier, 19 Agosto. Si comincia bene! Prima Prova Speciale, primo passaggio sulla Mittelmosel, primo impegno del Germania unico tutto-asfalto del Campionato. Paddon scivola nel… fango di un tornante, raccoglie ciuffi di fieno e lascia uno specchietto laterale tra le viti del Mosella. Neuville scuote la testa e, in un quasi rituale quasi inspiegabile e quasi indecente, visto che è terzo, rinnova la lagna dello scarso “confort” di guida e della Macchina che va da tutte le parti. Latvala, povero e sfortunato Latvala, è già fermo al 13° chilometro dei 22 per un guasto irrimediabile al cambio della Polo R. Procederà lentamente, ma niente regalo d’addio, come aveva promesso il finlandese, a Jost Capito che, ora è ufficiale, lascia dopo il Germania per passare alla guida della McLaren (la Squadra). Heyla, intanto vince Ogier davanti a Mikkelsen, buongiorno Seb, e finalmente partire per primi non sarà poi un gran danno, magari il contrario. Tra le vigne della Mosella, scenario elegante e un po’ anti-Chianti, tutto rampini, muretti e tornanti, la prima tappa dell'ADAC Rally Germania ha già portato a mille la tensione della 9a prova, di tredici poiché come abbiamo visto il Cina non si farà, del Mondiale WRC 2016!

Beh, qualche tensione c’era già ancor prima del via. La vigilia era già agitata. A scaldare gli animi ci aveva pensato, più di tutti, lo stesso Capito, lanciatosi indispettito contro la vittoria di Meeke in Finlandia. Con i toni forti dell’esasperazione, l’annosa questione dell’ordine di partenza pare che non sarà risolta neanche l’anno prossimo, il “Boss” VW aveva detto che l’irlandese, grazie a quella formula e al fatto che è a mezzo servizio, il Rally poteva solo perderlo, e in quel caso avrebbe dimostrato soltanto di essere un idiota. Meeke aveva risposto per le rime, allontanando comunque la provocazione, ma al Germania manca inspiegabilmente il Meeke in azione che non solo sarebbe stato uno dei favoriti, ma che avrebbe potuto anche, in casa del “nemico”, lavare l’onta con il sangue. 

Niente sangue, Meeke e Capito, ormai, si incontreranno solo per caso. Chiedete voi a Yves Matton perché il vincitore di Portogallo e Finlandia non c’è, a noi non ha voluto fornire argomentazioni convincenti. Poi c’è stata quella visita a Toyota di Neuville. Sì, di quell’asso belga che si chiacchiera di ritorno a Citroen, che non può provare la Hyundai 2017 perché non ha un contratto e che, comunque, non sembra avere alcun rispetto per il piatto nel quale mangia. Non avrebbe iniziato il Germania lamentandosi, altrimenti. E, ancora, c’è quella Toyota che si dice sia in ritardo con la Macchina 2017, ma che intanto fa parlare anche di un possibile accordo con Ott Tanak, asso del momento, il quale si porta sopravvento al turbine di chiacchiere con inusitata arguzia. Siamo solo nel 2016, dice!

Avanti. L’infelice Neuville va addirittura a vincere la seconda PS e inizia a ricredersi, anche se ha vinto perché Ogier ha sbagliato un tornante, è andato lungo ed è dovuto tornare indietro. Mikkelsen va in testa, Sordo, che rientra dopo la frattura della vertebra, e Tanak, che non ha gande esperienza di asfalti mondiali, se la cavano benissimo. Viene da pensare che lo spagnolo voglia bissare l’unica vittoria Mondiale della sua carriera, e che l’estone sia galvanizzato dal fatto che il lungo tira e molla con Ford possa risolversi in modo inaspettato se è vero che una “Factory” come Toyota che gli fa la corte. Tutto da vedere, comunque, siamo solo alla prima Moselland, 23 chilometri, il Germania non è mai un Rally scontato.

Secondo giro. Mikkelsen, che è gentile e non si lamenta mai, il genere di Pilota felice che pesca tra il pubblico del paddock il bambino più curioso e se lo porta in braccio dentro il box, sistema due o tre cosette sull’assetto, e vince la seconda Mettelmosel, davanti a Ogier e Neuville. Il norvegese, felicissimo, allunga leggermente, Neuville è finalmente contento dell’assetto, e Ogier in pieno recupero. Quell’errore della seconda PS va cancellato al più presto. Padddon pesca il jolly. Lanciato in discesa tocca l’erba e esce di strada, rientra ed esce di nuovo dall’altra parte, e finalmente riallinea la i20 sull’asfalto senza aver rotto quasi niente. Ogier vince anche la seconda Moselland e si avvicina a Neuville, il quale sbaglia l’esecuzione di un tornante e perde una manciata di secondi. Mikkelsen, troppo cauto, tiene ma si lascia avvicinare.

Pronti per il sorpasso, è l’ultima Prova Speciale della prima tappa. Sulla corta e spettacolare Ollmuth, poco più di 8 chilometri,, Ogier è perfetto, scavalca Neuville e si avvicina a Mikkelsen.

Due Volkswagen in testa alla fine del primo giorno, Mikkelsen e Ogier, separati da meno di 5 secondi. Neuville, terzo, è a 6 secondi, Sordo, autore fino a questo momento di una gara “sobria” e accorta, è quarto a dodici lunghezze. Tanak è della partita, ma ormai staccato di quasi un minuto.

Si cambia tutto, non a caso il Germania è detto “Tre Rally in 1”, e si passa alle prove dei terreni militari della Panzerplatte. I cento chilometri di “day 1” lasciano ora il posto agli oltre 150 di “day 2” e alle nove prove speciali che culminano nell’iconica, doppia Penzerplatte Lang di oltre 40 chilometri. Spettacolo incredibile! Mikkelsen è lanciato in una “missione impossibile”, basta vedere cosa ha saputo fare il Compagno Ogier su questi asfalti negli anni scorsi, ma il norvegese è disposto a correre i rischi di un duello che si preannuncia in ogni caso avvincente. A tutto vantaggio del Rally di Germania che, a quanto pare, ha un posto assicurato nel Mondiale fino al 2020.

Due Volkswagen in testa alla fine del primo giorno, Mikkelsen e Ogier, separati da meno di 5 secondi. Neuville, terzo, è a 6 secondi, Sordo, autore fino a questo momento di una gara “sobria” e accorta, è quarto a dodici lunghezze. Tanak è della partita, ma ormai staccato di quasi un minuto

A proposito, sui può tornare a ragionare un po’. Germania fino al 2020, buon per i tedeschi, ma del nostro Italia… Sardegna non si sa ancora nulla. Come del Polonia, che è alla ricerca di uno Sponsor per restare in pista. Non vorremmo che il magnifico Rally sardo facesse la fine, a quanto pare, di Acropolis e Safari che restano ancora fuori dall’orbita Mondiale. Sarebbe un peccato, un’ingiustizia e un errore, una scelta politica che nell’ipotesi che si rivelasse fondata meriterebbe la… peggiore “uscita” rivolta da Capito a Meeke.

Foto: Manrico Martella, Jakub Pojcmz, Fabrizio Buraglio, PURE WRC AGENCY

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