WRC16 Messico. Day 2, Latvala (Volkswagen) sensazionale

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  • di Piero Batini - Manrico Martella
Latvala “piega” Ogier, che al pomeriggio decide di “arrendersi”. Le Prove lunghe logorano, ma non il Finlandese Volante che “espone” la completa gamma delle sue qualità. Fuori Mikkelsen, e di nuovo Neuville
  • di Piero Batini - Manrico Martella
6 marzo 2016

León, 6 Marzo. Il giorno più lungo, in tutti i sensi, del Rally più bello. Il sabato del Messico, seconda giornata completa del Rally, è interminabile, da qualsiasi punto di vista lo si guardi. Lo è tecnicamente, più chilometri di Speciali e di trasferimenti rispetto ai giorni appena passati e alla domenica che sarà più breve ma “violenta”, e lo è per il labirinto psicologico nel quale rischiano di perdersi i protagonisti. “Mollare”, in un caso come questo, non è del tutto disonorevole. Non quando, per esempio, si è passato tre quarti del week end a ripulire le strade per gli avversari, correndo come un matto per riuscire a tenere la Macchina sulla linea ideale, e l’”Avversario” partito ben dietro trova tutto fatto e scodella un tempone via l’altro vincendo ogni Speciale. Così, a un certo punto il “Netturbino”, che si chiama Sébastien Ogier, decide di… lavarsene le mani e di tirare i remi in barca. Il secondo posto è tutt’altro che un disonore, e c’è sempre il Power Stage finale per lasciare un buon ricordo. La pressione, quel sottile stillicidio di pungoli nervosi che può disorientare il “nemico”, non ha funzionato. Non è facile, d’altra parte, vincere tutto e sapere che il minimo errore può mandare a fuoco il grande disegno di vincere un Rally importante come non mai, ma il modo migliore di farlo è anche dare un segnale di controllo.

Jari-Matti Latvala in azione in Messico
Jari-Matti Latvala in azione in Messico

Ed è così che Jari Matti Latvala, dopo aver vinto sei delle nove Speciali del sabato del Messico, nello specifico tutte le prove lunghissime, le lunghe e le medio-corte, decide che le restanti tre spettacolari “cittadine”, un totale di neanche sei chilometri, possono giocarsele gli “sconfitti”. È il miglior modo, così, per dare quel segnale di refrattarietà alla pressione e all’ambizione smodata che Ogier aveva raccolto già a metà giornata. Forte di un vantaggio di un minuto e mezzo, l’Equipaggio finlandese della “seconda” Polo R va al riposo con sufficienti elementi per affrontare in olimpica tranquillità l’incubo domenicale della Guanajuato di 80 chilometri, la più lunga Speciale Mondiale dal 1983, e il Power Stage che è un po’ la resa dei conti ma solo per una questione d’onore. Latvala e Anttila, comunque, hanno già lasciato intendere chiaramente che il loro lavoro domenicale consiste nel conservare almeno un centesimo di secondo del “patrimonio” accumulato fino a sabato sera, portarsi a casa un successo troppo importante, e raddrizzare una stagione cominciata non troppo bene con la doppia figuraccia di Monte-Carlo e Svezia.

Il campione del mondo WRC in carica, Sébastien Ogier
Il campione del mondo WRC in carica, Sébastien Ogier

Ogier è stato ancora una volta un maestro nel vedere chiaramente il confini delle circostanze, ed è riuscito così a fermarsi in tempo. Mikkelsen, al contrario, che non è riuscito a comporre correttamente la visione della sua gara, è caduto nel tranello di considerare la i20 di Paddon ormai nel mirino della sua Polo, e di credere di poter abbattere l’avversario e salire sul terzo gradino provvisorio del podio. Non solo non è riuscito nel piano che avrebbe senz’altro fatto contento Jost Capito, ma ha abbandonato la sua Macchina nella polvere, non lontana dalla Lancer che il pur meno ambizioso Gonzalez aveva lasciato lì durante il giro precedente, dieci chilometri quindi dall’arrivo della seconda Otates di 42 chilometri. Il norvegese ha attribuito l’errore a un calo di concentrazione, al fatto di non aver messo in moto in tempo tutti i meccanismi necessari per affrontare una curva insidiosa ma che conosceva bene. La verità è che alla manciata di secondi da Paddon andava aggiunto anche un minuto di penalità per un anticipo al Service, che parte del recupero era dovuto a una incertezza in partenza e a un’altra “toccata” del neozelandese, e che in fin dei conti non si può risolvere tutto in un duello. Ci vuole pazienza.

Thierry Neuville al volante della sua Hyundai i20 NG
Thierry Neuville al volante della sua Hyundai i20 NG

Quella pazienza che non potrà più avere il povero Thierry Neuville. Il belga è ormai in un pericoloso “loop”, e ogni volta che tenta di dimostrare di sapere andar forte mette la sua Macchina da una parte sulla pista. Sì, è accaduto anche nel sabato messicano, dopo essere rientrato grazie alla formula Rally 2, già durante la prima Otates, e dopo aver “strappato” un gran secondo posto nella lunga Ibarrilla che apriva le danze del sabato. L’immagine della macchina non si sa come parcheggiata sopra a un muretto a tre chilometri dalla fine della Speciale non aiuta a capire dove stava andando Neuville… con la testa.

Latvala e Ogier, dunque, e un gran Dani Sordo al terzo posto, prontissimo a riscattarsi completamente offrendo a Hyundai il terzo podio su tre Rally

Adesso, a una… domenica dalla fine del Rally, la situazione è cristallizzata e solo un colpo di scena, o di testa, può modificare il verdetto finale anche in presenza dello spauracchio Guanajuato-Ottanta (chilometri). Nessuno può più avere l’ambizione di riprendere un avversario davanti a sé perché i distacchi sono tutti chiari, per certi versi abissali. Non è il livello della WRC2, classe nella quale Suninen è in testa con quasi venti minuti di vantaggio e lo stratosferico Max Rendina è solidamente terzo, ma anche nell’Assoluta gli intervalli si misurano a minuti.

Latvala e Ogier, dunque, e un gran Dani Sordo al terzo posto, prontissimo a riscattarsi completamente offrendo a Hyundai il terzo podio su tre Rally. Poi è ancora sequenza alternata Hyundai-Ford, con Ostberg degno quarto, ma è uno dei suoi Rally preferiti, e Paddon che potrebbe… no, credo che il giovane favorito Hyundai non andrà a cercare obiettivi che non valgono i rischi, e si accontenterà di tenere alle spalle le Fiesta di Tanak, Prokop e di un grandissimo Bertelli, ottavo assoluto.

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