WRC17 RallyRACC. 1a Tappa: Mikkelsen (Hyundai)?

WRC17 RallyRACC. 1a Tappa: Mikkelsen (Hyundai)?
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Il neo acquisto di Hyundai che arriva e sbaraglia il campo. Ogier apripista che fa faville, Neuville che non si capisce. Tanak sempre lì, ma non “come un tempo”, Meeke e la riscossa Citroen. È il Rally di Catalunya delle meraviglie. E della suspense
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
7 ottobre 2017

Salou, Spagna, 6 Ottobre 2017. Il Catalunya di quest’anno non si premura di scoprire le sue carte. Ne siamo convinti. Oppure il mazzo si è talmente rimescolato che bisognerà aspettare almeno la seconda tappa per farsi un’idea concreta di quello che sta accadendo. Per il momento, non ne torna una.

La più macroscopica è la contraddizione apparente tra le parole di Latvala, il successo nella 4° speciale e il suo risultato alla fine della prima tappa: ritirato. Una botta sotto, olio, fermo. Il finlandese diceva che alla Yaris manca ancora un po’ di messa a punto sulla terra e che è già buona per l’asfalto, ma l’asfalto della seconda tappa Latvala lo vedrà dalle retrovie del Rally2. Una pena, certamente c’è lo zampino del diavolo, non si può dare del brocco a un Pilota e del carretto a una Macchina solo perché la ciambella dell’ultima Speciale del giorno non viene con il buco. Ma anche il signor Hanninen, ottavo e incolore, beh, non è che al Collega del Team Gazoo Racing sia andata poi tanto meglio, e senza pescare dal mazzo degli imprevisti anche Lappi, e siamo al completo, è al momento decisamente fuori dal giro. Qualcosa, insomma, non… gira alla perfezione. La Macchina a posto sulla terra, si parla della terra catalana, diversa ma non tanto da quella sarda, su speciali diverse ma non troppo dissimili da quelle messicane, non va come si sperava. Oppure, anticipiamo il nocciolo della questione, non tutto va bene sempre e ovunque. La situazione tipica del giovane, teso e incline all’errore da cui scaturisce la crescita. Il regolamento, non per ricordarlo ma per connettere i concetti, è di quest’anno, ha le branchie rosso porpora del pescato freschissimo. Basta un nonnulla e la linea della progressione si spezza.

Ma non è l’unico caso del giorno. Arriva Andreas Mikkelsen, si siede al volante della i20, e con la Hyundai presa in mano in settimana sbaraglia il campo, vince la prima sbalorditiva Terra Alta, la più lunga del RallyRACC, e mette in cascina tanto fieno da riuscire ad installarsi al comando del Rally al termine della sua prima parte. È vero che Mikkelsen è l’Uomo del momento, la storia di una stagione incerta e enigmatica, prima in attesa di una risoluzione Volkswagen, parcheggiato con una R5 Skoda, a sensazione chiamato a provare la Citroen e, infine, finalmente promosso Pilota ufficiale con un contratto di due anni offerto da Hyundai. È vero anche che, se con la Macchina il quel momento più difficile della stagione Mikkelsen ha fatto secondo in Germania, non ci si dovrebbe stupire se, con quella ritenuta invece più avanti e a punto, può fare questo ed altro. Ma resta comunque il fatto clamoroso: Mikkelsen sale in Macchina ed è primo. Non stiamo parlando di una Giordani a pedali, ricordiamo ancora. Di sicuro bravi tutti. Hyundai ad aver fatto una Macchina “giusta” e evidentemente facile da sfruttare, Nandan a dargli l’opportunità, e forse immaginare la strategia di un alleato per Neuville, che poi è quella con meno responsabilità e maggiore coefficiente di stimoli.

Arriva Andreas Mikkelsen, si siede al volante della i20, e con la Hyundai presa in mano in settimana sbaraglia il campo, vince la prima sbalorditiva Terra Alta, la più lunga del RallyRACC, e mette in cascina tanto fieno da riuscire ad installarsi al comando del Rally al termine della sua prima parte

Ma allora, e andiamo a pescare un’altra nota non un granché accordata, che fine ha fatto Thierry Neuville? Che fine ha fatto il Gladiatore annunciato, il killer di Ogier? Non ci siamo. Apparentemente non ci siamo. Neuville ha sbagliato gomme, troppo tenere per il troppo caldo, peraltro annunciato, e la Macchina ha cominciato a scivolare via, portandosi dietro del tempo che è facile perdere e difficilissimo recuperare. Infine Neuville si sveglia, non è la prima volta che si assiste a una dinamica del genere nel “nuovo” Neuville, e recupera almeno un bel terzo posto nell’ultima Terra Alta. Un segnale? Una strategia tesa al risparmio di gomme più utili per asfalti e confronti torridi? Vedremo. Intanto Neuville è settimo.

Settimo, ma non davanti a Sébastien Ogier, che a cose normali doveva soffrire come un tradito e sudare come uno schiavo per stare nel gruppo. E che invece è stato addirittura in testa e che conclude la prima tappa al secondo posto. Roba da stappare una prima bottiglia di champagne, così, tanto per essere certi che sia dell’annata giusta per ben altri brindisi. I casi son due: o Massimo Carriero ha progettato, e realizzato per M-Sport quel robottino che la notte passa le speciali e aspira via sporco e polvere, oppure quello è proprio un fenomeno. Una spanna al di sopra anche delle “minacce” e dei ficcanaso che lo martellano ai fianchi per sapere su che sedile si installerà l’anno prossimo. La verità è proprio questa, dettagliata. In mezzo alla “lunga” della prima Tappa, c'era un pezzo d’asfalto. In quel tratto, che corrisponde a malapena al 5 per cento della strada cronometrata del primo giorno, Ogier ha fatto un massacro! Tuttavia, sta di fatto che anche questa è una di quelle storie che non hanno senso in una logica “normale” di WRC a questo punto della stagione e con la posta in palio. Una stranezza che la vigilia si è guardata bene dal mettere nel mazzo delle probabilità. O che il mazziere teneva accuratamente nascosta ormai da un po’ di tempo.

Che dire di Ott Tanak che inizia vincendo e rientra pacatamente e senza scampo nei ranghi della sua “giovinezza” di qualche mese fa? E allora di quel matto di Mats Ostberg, che molti dicono essere un talento ma anche che non capisce nulla, che arriva bel bello alla fine della stagione per una rimpatriata, vince, va in testa e resta lì, con il gruppetto degli scalmanati?

Alla fine della prima tappa il RallyRACC dice Mikkelsen, Ogier, Meeke, Tanak Ostberg, Sordo, Neuville, ma il fatto più importante è che i primi sette della graduatoria provvisoria sono in un fazzoletto di 12 secondi! Ecco, non è che ci scaldiamo per niente, siamo entusiasmati dallo spettacolo del grande equilibrio!

E poi c’è un’altra storia, la più bella di tutte. Quella di Kris Meeke e della C3. Citroen e Pilota dati per spacciati, uno messo in castigo e l’altra affidata a nuove mani tecniche con lo scopo di esorcizzarne la maledizione. Una stagione con picchi incredibili, stupefacenti come la vittoria in Messico, e lunghe latitanze o inverosimili trasparenze. Ma arriva il giorno “strano”, e in Catalogna la riscossa sembra totale. Meeke vince due Speciali, è sempre lì tra i primi e si permette anche un “lungo”, che è la mossa non voluta che ti fa vedere quanto si può stare in strada anche osando un po’ troppo. È vero che il Catalunya part one ricorda il capolavoro messicano di Meeke, ma sembra ancor più opportuno ricordare che Besse ci aveva anticipato una C3 almeno a mezza strada tra la “vecchia” reputazione e il potenziale per cui è stata disegnata.

Ci scaldiamo parecchio, ma se andiamo a vedere dovrebbe essere una stranezza anche questa. Perché? Ma perché tanto rigore analitico si disperde nella più importante delle considerazioni. Eccola. Alla fine della prima tappa il RallyRACC dice Mikkelsen, Ogier, Meeke, Tanak Ostberg, Sordo, Neuville, ma il fatto più importante è che i primi sette della graduatoria provvisoria sono in un fazzoletto di 12 secondi! Ecco, non è che ci scaldiamo per niente, siamo entusiasmati dallo spettacolo del grande equilibrio!

Foto: Manrico Martella, Carlo Franchi, Demis Milesi ,Jakub Pozmic, Fabien Dufour, Jeremy Guerard

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