WRC18 Svezia. Via alla 66ma Edizione

WRC18 Svezia. Via alla 66ma Edizione
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Piero Batini
  • di Piero Batini
19 Prove Speciali per oltre 300 chilometri, condizioni super-invernali perfette. In questo modo il Rally Svezia può far uscire allo scoperto Macchine e Piloti. Evento bellissimo, impazienza di Campionato
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
16 febbraio 2018

Torsby, 15 Febbraio 2018. Il Monte-Carlo ha detto molto, è stato un’inaugurazione come sempre speciale della stagione, all’altezza delle aspettative e della tradizione. Niente da dire. Ma tanta e tale atipicità ormai conclamata fa sì che del “Monte”, in un certo senso, ci si voglia sbarazzare il più presto possibile, per fare entrare nel conto le indicazioni vere, indicizzate, quelle da cui partire per tentare l’identikit del Mondiale. Era così, una volta, anche per il Rally Svezia, ma si direbbe che non lo è quest’anno. Lo Svezia si presenta in condizioni di forma smagliante, soprattutto la sua neve, consistente, e sarà un vero, attendibile banco di prova. Che vuol dire? Secondo Carriero, “designer” Tecnico della macchina vincente lo scorso anno, la “Bestia” M-Sport della “Bestia” Ogier, le condizioni del Rally saranno pressoché perfette, costanti, buone per tutti allo stesso modo, e questo aiuterà molto ad individuare, a riconoscere a occhio le “differenze”. Non solo quelle tra le Auto in corsa per il Titolo, ma anche tra quelle delle stesse Auto a un anno di distanza, dopo una stagione e un inverno “virtuale” di evoluzione. Secondo Carriero, insomma, il Rally di Svezia anticiperà i tempi della “verità” diventando testimone attendibile della “tendenza”.

Prendiamo comunque i pochi dati a disposizione e, facendo finta di tracciare i contorni della situazione del Rally dopo Shakedown e Prova-Spettacolo inaugurale, mettiamo in fila alcune considerazioni che sono solo aggiornamenti. Neuville e la Hyundai i20 Coupé sono stati di gran lunga i più veloci nello shakedown, più veloci, nell’ordine, di Ostberg, Ogier, Meeke. Che belle notizie, Hyundai ricomincia con la stessa presenza di forza manifestata lo scorso anno, sin dal Monte-Carlo, e Citroen piazza due C3 WRC tra le prime cinque, nessuno è riuscito a far tanto. Una bella scusa per parlare di entrambi. Tra le file del Team diretto da Pierre Budar è arrivato Mads Ostberg, eccentrico ed efficace Pilota norvegese che ha sofferto una stagione di latitanza e che stringe un patto di ferro con la Marca più chiacchierata dell’universo WRC. L’arrivo di Ostberg toglie un po’ di castagne dal fuoco alla Squadra, e diluisce il concentrato di contrarietà generate dalla polarizzazione suicida di Yves Matton nell’affidare il futuro Citroen nel WRC alla riuscita dell’affare Ogier. Ogier non è arrivato, Matton se n’è andato per accettare i galloni federali dell’organismo di controllo federale del WRC, e la Squadra è rimasta lì dove era. Ecco Mads Ostberg, dunque. Il norvegese è un gradito ritorno, aveva già corso per il team nel 2014 e 2015, e in Svezia si è spesso, o quasi sempre, mostrato su un livello molto diverso dalle sua “medie” di carriera. Cinque podi in sei edizioni, l’ultima non conta, ne sono la prova. È un accordo, dunque, che corrisponde a una manifestazione di fiducia reciproca, e alla garanzia che l’impegno svedese sarà preso ultra-seriamente. il Meeke lì nei dintorni avvalla la tesi.

Diverso il risultato della prima Prova, la spettacolare Speciale dell’ippodromo di Karlstadt, meno di due chilometri di spettacolo assoluto. Tanak, Latvala, ancora Ostberg, Mikkelsen e ancora Meeke. Altro pretesto per chiacchierare, niente di più. Dicevamo ieri del “parere” espresso dai tifosi svedesi e riassunto nella preferenza accordata incondizionatamente alle Toyota. Avevano ragione per due terzi. Bene le Toyota, bene Latvala, ma Tanak ha fatto… meglio. L’estone si conferma affare del secolo e sacrificio. Il “Boss” di M-Sport, Malcom Wilson, sapeva benissimo di aver creato tanto “Mostro”, ma aveva dovuto sacrificarlo per tenersi il Marziano. Il “classico” “non si può avere tutto dalla vita”. Bene Mikkelsen ma ancora meglio aver dato una possibilità a Paddon, che torna nell’abitacolo della Hyundai per continuare l’opera di ricostruzione.

Benissimo ha fatto anche Umberto Scandola, la cui famiglia ha preso il coraggio a quattro mani e ha schierato la Skoda di Motorsport Italia finalmente oltre confine. Finalmente con un progetto, s’intende. Scandola e Andrea Gaspari, sostituto a quanto pare occasionale dell’impegnato Guido D’Amore, è infatti iscritto al Campionato WRC2, e lo Svezia non sarà un’apparizione episodica. 

“Mi piace molto la Fabia mondiale. Ormai il verde e il nero sono diventati i miei colori preferiti da parecchi anni”, racconta Umberto Scandola. “Oltre che bella andrà sicuramente bene vista la cura riposta dal mio team per la preparazione alle lunghe gare del WRC2. Assieme al mio navigatore Andrea Gaspari ci siamo preparati al meglio e abbiamo disputato una serie di prove affiancati dallo specialista svedese Per-Gunnar Andersson. “PG” ha vinto due Campionati del Mondo Junior da pilota ufficiale, oltre che ad aver corso anche con ŠKODA. Conosce bene le insidie del percorso e ci ha seguito nella messa a punto dell’assetto della vettura durante i test. Un altro passo importante è stato l’approccio alla nuova tipologia di pneumatici chiodati da 15” che useremo in gara. Non sarà sicuramente facile ma sono molto contento di questa opportunità professionale che affronterò con le giuste motivazioni.”

Doveva esserci anche Lorenzo Bertelli, ma il toscano ha detto di no dopo aver effettuato i test M-Sport. L’aveva detto, dopo il Messico dello scorso anno, che da quel momento in avanti la priorità sarebbe andata totalmente al lavoro.

Bene finiti i pretesti, passiamo ai dati più concreti. Ogier e Lappi son indietro, sì ma, per quanto possa contare sui primi due chilometri, per una scivolata innocua, quindi ci sono entrambi, così come non c’è da fidarsi di Evans che è piuttosto indietro. È semplicemente andato piano.

Quindi noi andiamo così, con i piedi di piombo. Anzi, con i piedi nelle nostre gommature chiodate. Cinque per… piede, nella fattispecie, rudimentale scimmiottamento della strabiliante variante tecnica dello Svezia, i pneumatici chiodati. Michelin ne ha piantati 384 d’acciaio al tungsteno sulle coperture dei suoi Piloti, Pirelli rincara la dose sulle Sottozero Ice 1, 390 i chiodi che sporgono 7-8 millimetri. Le nostre sono costate 15 dollari, quelle “vere” costano sui 400 Euro.

Foto: Manrico Martella, Simone Calvelli, Fabrizio Buraglio, Claudio Cavion, Marcin Rybak

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