WRC 2022. Kenya Safari Rally. D2. E via con Rovanpera (dopo i colpi di scena)

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Piero Batini
  • di Piero Batini
In testa Ogier, poi Evans, infine il leader del Mondiale. Guai per Loeb, fuoco dal vano motore, Neuville, polvere, potenza, foratura, Breen, sterzo, Solberg, Fourmaux. È il solito Safari Kenya, ovvero nel suo massimo splendore
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 giugno 2022

Naivasha, Kenya, 24 Giugno. Nella vita bisogna saper sdrammatizzare. In Kenya è meglio iniziare subito, già al mattino presto. Ieri Rovanpera ha giocato un jolly alla prima curva, la macchina è partita nel senso di rotazione sbagliato e, invece di finire sul tetto è tornata sulle ruote e via, come se niente fosse. Kalle si è guardato intorno ha sorriso e pensato: “Che culo!”. Pratica archiviata. È già lì che combatte per il primato. Stamani, giorno due, prima Speciale, Tanak rimane con la leva del cambio in mano! Un cartone animato. Si è guarda attorno, vede tutte quelle Go-Pro e pensa: “Mi hanno visto in tutto il mondo!” Al traguardo, tuttavia, venti secondi appena di ritardo il che vuol dire che è un fenomeno, è quasi sorridente: “Stiamo sperimentando il nuovo cambio automatico Jarveoja!” E per i due fuoriclasse la Gara continua, il Rally è aperto e non si dirà mai che hanno fatto un errore grave o una stupidaggine. Tuttalpiù che hanno vissuto un’esperienza originale. È il Kenya che mette di buonumore. Stamani con il suo cielo basso e la sua polvere di fesh-fesh altissima.

A vederli correre sulla nuda, selvaggia terra macinata da millenni di piogge e passaggi, viene immediatamente da preoccuparsi del secondo giro di Prove, quando l’idea stessa della pista verrà meno. Immaginate una piena del Pò. Quando l’acqua si ritrae resta una fanghiglia fine, che seccando è polvere, borotalco impalpabile. In Africa si chiama fesh-fesh e di piene, ai tropici, ne possono arrivare più al giorno per via della violenza dei temporali. Un’osservazione dell’immaginario ci fa pensare che sarebbe stato bello se Gazoo Racing avesse mandato al Kenya Safary Rally anche la Toyota Hilux di Al Attiyah o se a qualcun altro fosse venuto in mente di iscrivere l’Audi RS Q e-tron di Peterhansel. Sarebbe stato bello e interessante.

Altra sorpresa del mattino: Loeb vince l’iniziale Loldia, 20 chilometri, e Ogier è in testa al Rally. Sorpresa fino a un certo punto, sono ancora i buoni “vecchi” che tengono in piedi questo mondo. Seconda Speciale, la prima Geothermal, neanche 12 chilometri che non sono la fine del Mondo, Rovanpera vince in scioltezza e Evans si candida a un ruolo da protagonista salendo al secondo posto tra Ogier e Loeb. Terza del mattino, la lunga e difficile Kedong, 31 chilometri, vince ancora Rovanpera. Piccolo sommovimento. Evans sale al comando scalcando Ogier, Loeb cala e Rovanpera, salendo di cinque posizioni, è terzo. Piccoli drammi. Capita di essere avvolti nella polvere di sé stessi, basta un tornante nel fesh fesh e ci vuole tempo per ritrovare la bussola. Grandi drammi. Fuoco dal vano motore della Ford di Loeb all’uscita della Speciale, l’alsaziano tenta di arrivare all’Assistenza in elettrico ma il tentativo è, ovviamente, vano. La carica basta per un parcheggio, non per un trasferimento. Peccato. Sia Neuville che Solberg accusano gravi cali di Potenza alle rispettive Hyundai, Tanak incrocia le dita e ringrazia per il buffo guasto scaramantico.

Ultimo giro. Il regno di mezzo di Evans dura il tempo della una Speciale, difatti  inizia un’altra serie di piccoli stravolgimenti. Sembra, tuttavia, tutto abbastanza logico: il Safari ha tirato fuori i denti. Ogier vince e torna in testa sulla Loldia, poi bissa sulla Geothermal 2. La situazione prende una certa piega. Katsuta, non a caso vicecampione del Safari, si porta al secondo posto, e le due vetture che seguono sono ancora Toyota. Nell’ordine Ogier, Katsuta, Rovanpera, Evans. I distacchi non valgono un piccolo tuffo nel fesh fesh, ma Tanak è a 30 secondi da Ogier. Poi arriva la temibile Kedong. Breen rompe lo sterzo e Ogier fora, cambia in Speciale e perde quasi due minuti e mezzo. A Evans sembra di guidare bene, ma il tempo è alto, Katsuta tira il fiato bloccatto dal "tappo" Breen. Morale: Rovanpera in testa e Evans torna al secondo posto. Tanak sale al terzo e un indomabile Neuville, che ha bucato e ha viaggiato per mezza Speciale con la macchina piena di polvere, nonostante la valanga di guai è 5° a meno di un minuto. Eccellente.

Si finisce presto, ora di un Naivasha Special con molto ghiaccio. Alle prove del Sabato, Soyasambu, Elmenteita e Sleeping Warrior per due e un totale di 150 chilometri di macello, meglio pensarci allegrotti.

© Immagini -Toyota TGR-DAM - Red Bull Content Pool – Hyundai Motorsport – Ford M-Sport

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