CIR 2014. Rally Friuli Day 1. Show di Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16)!

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Piero Batini
  • di Piero Batini
La prima parte del Rally del Friuli, circa un terzo dal punto di vista chilometrico, si conclude con la Peugeot saldamente in testa. 5 su 5, e Andreucci/Andreussi prendono il volo | <i>P. Batini</i>
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
29 agosto 2014

Cividale del Friuli - Programma corto, pomeriggio lungo. Due volte sulla Subit, 14,08 chilometri, e due volte sulla Erbezzo, 10,47. Quattro Prove Speciali definite plebiscitariamente molto belle. Infine la prova tra le balle di paglia Città di Udine, 1,60 chilometri per il pubblico e per lo spettacolo.

La 208 T16 di Ucci-Ussi si impone

50 chilometri in tutto, non abbastanza per tirare una riga sul Rally, anzi, ma sufficienti per vedere più chiaro nello sviluppo del confronto a tre che, annunciato alla vigilia come il leit motiv della corsa friulana, si è prodotto in versione light. En plein dell’equipaggio Peugeot Italia e show travolgente per il pubblico amico, la cui passione si proietta direttamente nell’abitacolo della 208 T16 per accompagnare la marcia trionfale di Andreucci e dalla navigatrice Anna Andreussi, nata due volte in questa terra, prima come Donna e poi come Campionessa.


Paolo Andreucci e Anna Andreussi sono tornati a prendere il volo, hanno vinto cinque prove speciali su cinque disputate, compresa l’ultima tra le mura della città di Udine, e non hanno lasciato che le briciole agli avversari. Ciascuno di questi ha le sue giustificazioni plausibili e, si sa, ogni corsa si risolve anche sulle fortune di un equipaggio e sulle sfortune di tutti gli altri.

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Basso con la Ford a GPL arranca

Sfortuna è quando l’assetto non è troppo indovinato e la macchina scivola un po’ troppo non infondendo la necessaria sicurezza, vedi i Campioni in carica Scandola e D’Amore, quando si mette accidentalmente di traverso, vedi Perico al debutto sulla R5 Peugeot, o tocca e fora, Perego. Quando una valvola del motore si piega, la 037 di “Pedro” tra le storiche, o una pop off fa, unico “pezzo” FIA, le bizze, Giandomenico Basso che arranca nel trio di testa. Sfortuna è anche quando l’elettronica dei misteri fa cilecca, vedi Michelini, e la macchina sceglie il silenzio, o quando la geometria posteriore non risponde come dovrebbe, ancora Basso con la BRC a gas. Fortuna è, invece, quando si è bravi, perché alla base della bravura c’è il talento, che non si può acquistare all’autoricambi, e quando in termini di meccanica tutto fila liscio e la macchina può esprimere tutto il potenziale per cui progettisti e tecnici hanno lavorato per molto tempo.

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La Peugeot 208 T16 di Ucci-Ussi sembra volare in Friuli


Il cinquantesimo Rally del Friuli non è ancora finito, certo. Mancano la seconda giornata di gara e ben 100 dei 150 chilometri totali del Rally. Mancano le tre prove di Canebola, Trivio e Matajur, che i concorrenti dovranno disputare due volte ciascuna. Intanto, però, il risultato dell’assoluta a metà gara è sin troppo eloquente. All’equipaggio ufficiale Peugeot Italia, Scandola paga quasi venti secondi, Basso addirittura più di quarantacinque. Tendenze chiare anche nelle categorie produzione, in testa l’equipaggio Ferrarotti-Fenoli, con la Renault New Clio che è anche settima assoluta, e nella Junior, appannaggio della 208 R2 di Stefano Albertini e Silvia Mazzetti, noni nell’assoluta.

Non lo fanno vedere troppo, ma Paolo e Anna sono felici

La teoria dice che tutto può ancora succedere, ma di fatto ci vorrebbe una bella beffa per stravolgere l’immagine proiettata dalla prima metà della corsa. Andreucci e “consorte”, forse per scaramanzia, si limitano a fornire un “log” quasi freddino della loro corsa: una buona gara, scelta di gomme perfetta, la macchina che, come previsto, ha sfoderato gran parte del suo potenziale.


Ma l’equipaggio è felice, lo si nota senza ombra di dubbio, e la gara è dedicata al pubblico di casa, con un pensiero che vola a salutare l’ultimo viaggio di Bjorn Waldegaard, il leggendario Pilota svedese, oltre trent’anni di carriera straordinaria, imbattibile nei Rally africani e primo vincitore ufficiale del campionato del Mondo Rally WRC nel 1979, appena scomparso.

 

Lo show di Andreucci-Andreussi con la Peugeot 206 T16 nel Day 1

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