CIR 2016. Il Rally Friuli Venezia Giulia è di Basso (Ford)

CIR 2016. Il Rally Friuli Venezia Giulia è di Basso (Ford)
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Copia carbone in versione più marcata della prima, la seconda tappa del Rally del Friuli Venezia Giulia propone il bis autoritario e senza sbavature di Giandomenico Basso, che passa a condurre il Campionato Italiano nel WE opaco degli avversari
  • Piero Batini
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28 agosto 2016

Cividale del Friuli, 28 Agosto. Giandomenico Basso non ha ancora tagliato il traguardo di Cividale del Friuli che Domenico, l’amico esperto che è un po’ il mio “guru”, ha già lanciato il messaggio siluro che dalla Sicilia al Friuli ha attraversato l’Italia in un lampo: “Gas o Benzina non fa differenza, vince Ford!”. Lo capisco, Domenico è tifoso sfegatato del Marchio dell’”Ovale Blù”, per una volta definisco ridicolmente così anch’io, e dopo il lungo digiuno a cui è stato sottoposto, oggi finalmente esplode la sua gioia per la vittoria della Macchina, e foss’anche a cherosene non ci sono santi che tengano: la Fiesta è la più forte. Per il resto, ci casco e rispondo alla provocazione, e mi viene automaticamente di obiettare: “Benzina o Gas un cavolo. Se la Macchina dell’”Ovale Blù” abbozza le linee di un tricolore sul Marchio, è solo e definitivamente quella a benzina, a meno e fino al momento che l’Autore dell’impresa non cambi idea, salga sulla BRC a GPL e ripeta quello che ha fatto a San Marino e in Friuli.

Quindi, l’undicesimo comandamento inciso sulle tavole del CIR da Domenico forse andrebbe un po’ corretto, e giù di scalpellino per un meno rivoluzionario Benzina o Benzina. Dico che ci sono cascato perché questa storia io ancora non la capisco, ma d’altra parte non mi va che possa distrarmi dal fulcro della notizia. Il quale non è più una questione di alimentazione e di carburante, ma torna nella retorica del grande ma più tradizionale gesto sportivo, premiando la grande bravura del Pilota Giandomenico Basso (e del navigatore Lorenzo Granai), del Team BRC e dei suoi bravissimi Tecnici. La vittoria bis di Cividale del Friuli dimostra che siamo in presenza di un “pacchetto” vincente, molto affiatato e reattivo, senz’altro promosso alla ristrettissima élite dei grandi team che, detto en passant, con grandi Piloti e grandi Tecnici fanno grande anche il CIR.

La vittoria della seconda tappa consente al “pacchetto”, ma ora se permettete vorrei dire soprattutto al Pilota, di aggiudicarsi l’intera posta del 52° Rally del Friuli Venezia Giulia. Poi, come questo possa essere accaduto, è presto detto e in modo più eloquente. Se sabato Basso aveva vinto aggiudicandosi 4 delle sei Speciali disputate (ricordiamo che la settima e ultima era stata cancellata perché un’autoambulanza si era guastata), domenica l’Asso di Montebelluna ha fatto globalmente meglio perché non è mai apparso vulnerabile o raggiungibile. Ha vinto entrambe le Trivio-Prepotto, più rapide, e giocato in sicurezza e sul ritmo le due lunghe Mersino, così da lasciarle al piacere del “collega” Campedelli che così ha meritato il podio della Tappa e del Rally… con la versione a Gas della Macchina che Domenico definisce dell’Ovale Blù, ma che in questo caso è una BRC a tutti gli effetti.

Dal punto di vista delle due “frazioni” del CIR, Basso fa il colpaccio, perché in due giorni ha scavalcato sia Scandola che Andreucci, e adesso è al comando sia pure della modesta e insolita cifra di 2,25 punti. Dal punto di vista del Rally, quello che Giorgio Croce ci tiene a definire alla vecchia maniera, due giorni di gara per un unico risultato, il colpo è non meno importante, perché Basso interrompe la serie di due vittorie consecutive di Andreucci e ritorna nella Storia dopo aver vinto nel 2004 e nel 2007.

Avversari. Senza togliere nulla al bravissimo Basso, grintoso e intransigente con se stesso quando le circostanze finiscono per dargli ragione, il vincitore del Rally non ha avuto “nemici” intrattabili. Parliamo di Scandola e di Andreucci, tenendo in sospensione il pur bravo Campedelli, chiamato in causa dal risultato, perché deve ancora dimostrare di meritarlo sulla lunga distanza. Scandola, lo dicevamo ieri, ha commesso un errore veniale, ma pagato carissimo, di cui si è elegantemente scusato con la Squadra. Arrivare in Friuli con l’intenzione di ridiscutere la pratica dell’Italiano, e uscire di scena alla prima Speciale è un boccone amaro, al punto che ripresentarsi domenica serve per il morale ma non più per riscattare il risultato. Terzo nella assoluta di tappa, Scandola può ancora sperare di tornare in corsa per il Titolo che è già stato suo nel 2013, ma in questo caso a patto che gli avversari gli restituiscano il favore.

La vittoria bis di Cividale del Friuli dimostra che siamo in presenza di un “pacchetto” vincente, molto affiatato e reattivo, senz’altro promosso alla ristrettissima élite dei grandi team che, detto en passant, con grandi Piloti e grandi Tecnici fanno grande anche il CIR

Ad Andreucci poche cose sembrano essere andate bene a questo giro, a parte il fatto di dormire nel letto di casa. Contratto nella guida alla ricerca di un ritmo di garanzia, sabato, il Toscano è incappato nella giornata strepitosa Basso-Ford e non ha più avuto tempo e spazio per reagire, anche a causa della speciale annullata. Ripartito con diverse, e assai meno negoziabili strategie e intenzioni domenica, Andreucci è rimasto impantanato in un paio di disavventure tecniche, inedita come i freni “lunghi”, e repetita come la valvola pop off dal funzionamento random, ed è uscito dai sui standard al punto di non riuscire ad apprezzare in pieno neanche il secondo posto nel Rally che ha vinto quattro volte. Cose che capitano, si dice, ma che se non capitano è meglio. C’è anche chi ha visto di peggio, come Perico che è uscito a metà giornata, o lo sfortunato Tassone che ha rotto ancora, ma l’Equipaggio Peugeot Italia, tuttavia, non ci sta. Vincere tre Rally, perderne due di misura ed essere secondi in Campionato starebbe stretto anche a un anoressico, per cui scatta l’urgenza di una reazione a catena programmata per Roma, fine settembre, penultima prova del CIR 2016, e Verona, a casa di Scandola.

Intanto, grande Friuli, in tutte le accezioni possibili, e grande Basso.

Rally FVG 2016 2a Tappa: 1. Basso-Granai (Ford Fiesta R5) in 55'21.3; 2. Campedelli-Fappani (Ford Fiesta R5 Gpl) a 1.3; 3. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia R5) a 9.0; 4. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16 R5) a 12.6; 5. Bosca-Aresca (Ford Fiesta R5) a 45.2; 6. Rusce-Farnocchia (Ford Fiesta R5) a 1'56.4; 7. Von Thurn Und Taxis-Degandt (Skoda Fabia R5) a 3'03.6; 8. Tempestini-Bernacchini (Ford Fiesta R5) a 4'17.3; 9. Humar-Cevc (Renault Clio) a 4'52.8.

52° Rally Friuli Venezia Giulia: 1. Basso-Granai (Ford Fiesta R5) in 1:40'14.8; 2. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16 R5) a 19.0; 3. Campedelli-Fappani (Ford Fiesta R5 Gpl) a 23.5; 4. Bosca-Aresca (Ford Fiesta R5) a 1'54.2; 5. Rusce-Farnocchia (Ford Fiesta R5) a 3'49.0; 6. Von Thurn Und Taxis-Degandt (Skoda Fabia R5) a 5'38.4; 7. Tempestini-Bernacchini (Ford Fiesta R5) a 6'32.1; 8. Gasperetti-Ferrari (Renault Clio) a 9'17.3; 9. Humar-Cevc (Renault Clio) a 9'34.4.

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