CIR 2016. Roma Capitale. Andreucci (+Andreussi, +Peugeot): 1 a 0, palla al centro

CIR 2016. Roma Capitale. Andreucci (+Andreussi, +Peugeot): 1 a 0, palla al centro
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Non lo fate innervosire, perché il Campione si arrabbia e, tutto e tutti contro non importa, è capace di tirar fuori dal cilindro una di quelle vittorie che demoliscono. Podio “classico”, oltre al Cannibale 9.0, Scandola e Basso
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
25 settembre 2016

Roma, 24 Settembre. Una prima tappa traboccante di emozioni, e proprio per questo lunghissima, i nervi a fior di pelle e pochi decimi a spaccare il capello in quattro. Vince il migliore? E allora eccolo, Paolo Andreucci, che per la verità si aspettava una gara difficile, ma non così tirata. Una gara dura? Gli chiedono all’arrivo tra pacche sulle spalle, selfie, serenate e urla di adorazione. “Sì una gara dura, difficilissima. Quando finisce con un distacco di mezzo secondo non può essere che una gara dura, molto dura. Ci abbiamo messo tutto quello che avevamo. Un po’ di sfortuna degli altri, dobbiamo dirlo, e un po’ di fortuna per noi, ammettiamolo, ma anche il massimo di tutta la Squadra. Quando una gara si decide al photofinish, quel piccolo margine è la fotografia di un grande Team! C’è la bravura incommensurabile del Pilota e dell’inarrivabile Signora Navigatrice, lasciatemi scherzare, ma anche e soprattutto la perfetta efficienza della Squadra che ha saputo calibrare risorse e esperienza in modo magistrale, e questa volta non scherzo!”

Con un Campionato in ballo fino all’ultimo vincere di mezzo secondo o di un giorno non è così importante, può tuttalpiù far tirare un sospiro di sollievo, ma perdere per mezzo secondo è la beffa oltre il danno, una emozione forte come una sberla

Mezzo secondo è nulla, e con questo di solito s’intende dire che chi vince così non è troppo superiore, e che chi perde di così poco non è così schiappa. Oddio, dipende da che parte si guarda quel mezzo secondo, e in quale contesto. Se arrivi al binario con mezzo secondo di ritardo, per esempio, non succede nulla, tanto il treno s’è già preso mezz’ora sull’orario. Prendiamo l’ambiente di pertinenza, quindi, il CIR così magistralmente epurato di una delle caratteristiche basilari dello Sport, la strategia, il valore lungimirante della pianificazione tattica. Con un Campionato in ballo fino all’ultimo vincere di mezzo secondo o di un giorno non è così importante, può tuttalpiù far tirare un sospiro di sollievo, ma perdere per mezzo secondo è la beffa oltre il danno, una emozione forte come una sberla. Non è colpa nostra, né di chi vince o di chi perde, ma solo di chi ha permesso che mezzo secondo un giorno fosse così importante.

Solo l’anno scorso, con mezzo secondo Andreucci sarebbe andato a letto presto per non perdere NEANCHE mezzo secondo di sonno e presentarsi al 100% la mattina dopo, e Basso, con il motore spento due volte, avrebbe buttato un week end. Oggi Andreucci mette in cascina una vittoria, utile e corroborante visto che mancava da Sanremo, mentre Basso perde il minimo e domani torna perfettamente in gioco. Con due mezze gare per Rally, o per meglio dire due sprint, L’Italiano è diventato più interessante, si dice, perché finirà all’ultima speciale. Ma la verità è che un campionato simile tiene nascosti i suoi Campioni dietro alla disinvoltura con la quale si affronta una lotteria. Gas a fondo, e speriamo che vada tutto bene.

Gomme, assetti, partire subito forte, cercare di fare meno errori possibili, o meno degli altri. Intanto la scrematura “salva” sempre gli stessi, quindi l’interesse resta circoscritto ai soliti noti e avvilisce pesantemente, più pesantemente del solito, gli altri. Inutile che ce la raccontiamo, questo CIR è di Andreucci, Basso e Scandola, in rigoroso ordine alfabetico per non far torto a nessuno prima che sia finita. E delle rispettive Squadre, perché gli Equipaggi soltanto oggi non bastano. Una bella squadra e un brocco non andranno da nessuna parte, un Buon Pilota senza una Squadra poco lontano. Così Piloti e Squadre danno tutto per migliorarsi ad ogni gara, e il CIR si fa bello indicando nella nuova formula la crescita tecnica e di interesse. Fandonie.

Comunque la prima tappa del CIR romano, del Rally Roma Capitale che ha portato davanti al Colosseo Quadrato lo show del Rally e tra le vie della Città eterna i suoi Campioni e le sue Macchine, ma in un recinto da scappati di casa un paddock di periferia, emette un verdetto diverso dalle intenzioni del CIR: la vittoria è di Paolo Andreucci e Anna Andreussi, della Peugeot 208 T16, di Peugeot Italia e dei Racing Lions. Di poco, mezzo secondo, ma il verdetto vale cinque vittorie di Speciale, una giornata di CIR e il ritorno in testa al Campionato. Verdetto non appellabile, e tanto meno “scusabile”, per cui è inutile chiamare in causa quel mezzo secondo.

BRC e Ford, con le tre vittorie di speciale di Basso e la leadership mantenuta per metà tappa, escono sconfitte e “scornate”, da quel mezzo secondo e dalle disgrazie capitate tra capo e collo ai bravissimi Basso e Granai, il motore spento due volte. Campedelli e Fappani, invece, le disgrazie sono andati a cercarle, per far vedere quanto sono bravi. Emotivamente la sconfitta di Basso è forte, ma la digestione del rospo è più facile perché domenica si ricomincia da zero, a parte le gomme, e al momento il danno è limitato a un quarto di punto di ritardo in Campionato. Occasioni per potersi rifare ce ne sono.

la vittoria è di Paolo Andreucci e Anna Andreussi, della Peugeot 208 T16, di Peugeot Italia e dei Racing Lions. Di poco, mezzo secondo, ma il verdetto vale cinque vittorie di Speciale, una giornata di CIR e il ritorno in testa al Campionato

La gara di Umberto Scandola, invece, ha il capo ma non la coda. Per rimanere in corsa in Campionato non c’era niente di più opportuno di una vittoria. Che all’inizio sembrava possibile, cioè quando l’Equipaggio Skoda Motorsport Italia ha vinto la prima Speciale Spettacolo di venerdì. Il fatturato è venuto meno quando, all’appuntamento cruciale con l’ultima Prova, ancora Spettacolo, qualcosa è andato storto e il bravo specialista dei circuiti cittadini non è all’altezza fella sua reputazione. Tre giornate di gara alla fine, diventa dura, e non scommetterei che a Scandola, seppure non è la sua stagione più fortunata, questo regolamento piace davvero.

E dopo si cerca, come al solito, un outsider. Ma non c’è. Vediamo. Perico e Tassone. Bravi sull’asfalto e da Junior, ma discontinui di fronte al CIR. Il Pilota-“Owner” predilige il Trofeo Asfalto e deve rispetto alla clientela del suo Team, e quindi c’è e non c’è. Sabato c’era, ma recrimina perché ha trovato dei sassi sulla strada della 7° speciale. Tassone, dopo l’inizio storto del Ciocco, ha perso il filo economico del suo Campionato. Come si fa a chiedersi se è bravo uno che è già… bravo ogni volta che arriva a mettere insieme il budget per una gara? Come si fa a pretendere che corra con la tranquillità necessaria per rendere al meglio? Non era un giovane promettente? Peugeot l’ha aiutato, sotto a chi tocca. Non c’è nessuno? Allora smettiamo di riempirci la bocca con la propaganda pro-giovani. Campedelli? Outsider uno che sbatte due volte e finisce a due minuti? No, non in questo caso. Sarà colpa della gara più veloce e con più curve che ripropone l’attualità del problema congenito della BRC a gas, peso e baricentro, uno sbaglio di assetto o, come si sente dire, di gomme? Forse, ma due minuti sono troppi per rivendicare un posto in nazionale. Gabriele Ciavarella, alias “Ciava”? Meglio,. molto meglio, direi. Non c’è troppo budget, si sceglie Roma per la vetrina. Il risultato è buono, l’esito felice. Che volere di più dalla vita?

Ma, già, la prima tappa del Rally di Max Rendina va in archivio come il Rally del Mezzo Secondo. E lo è anche nel tema conclusivo della giornata, il duello della R2 tra Testa-Mangiarotti e Pollara-Princiotto, monomarca Peugeot. Più forte Testa, anche più esperto, d’accordo. Però l’Equipaggio ufficiale Peugeot Italia ha perso una manciata abbondante di secondi per un paio di curve non “pennellate” a dovere. Vince di mezzo secondo, ma anche in questo caso, nessun furto.

Si va a domenica. Bella gara. Avanti un’altra.

Rally Roma Capitale 2016, classifica Assoluta 1° Tappa. 1. ANDREUCCI-ANDREUSSI (PEUGEOT 208 T16) in 49'50.6; 2. SCANDOLA-D'AMORE (SKODA FABIA) a 0.5; 3. BASSO-GRANAI (FORD FIESTA R5) a 33.1; 4. PERICO-TURATI (PEUGEOT 208 T16) a 1'19.4; 5. '''CIAVA'''-MICHI (FORD FIESTA R5) a 1'39.2; 6. RE-CIUCCI (FORD FIESTA R5) a 1'47.6; 7. TASSONE-DE MARCO (PEUGEOT 208 T16) a 1'48.1; 8. DI COSIMO-FRANCESCUCCI (SKODA FABIA) a 1'58.7; 9. CAMPEDELLI-FAPPANI (FORD FIESTA R5 GPL) a 2'01.7; 10. TESTA-MANGIAROTTI (PEUGEOT 208) a 4'58.8

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