CIR 2018-4. Rallye Elba. Andreucci, Andreussi e Peugeot, un altro centro!

CIR 2018-4. Rallye Elba. Andreucci, Andreussi e Peugeot, un altro centro!
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Andamento di Gara completamente rovesciato. Campedelli, Crugnola, Rusce, tutti in trappola. Andreucci va al bersaglio grosso con il terzo successo su quattro Rally del CIR. Ipoteca o conto? Si salva il “nemico” Scandola, bravo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
27 maggio 2018

Portoferraio, 27 Maggio. Niente da fare. Un mucchio di dubbi, di eccezioni, di interrogativi sulla prima Tappa del 51mo Rallye Elba, per scoprire che il Rally quarta prova dell’Italiano era un’altra cosa, quasi all’opposto rispetto alla via indicata dagli indizi del venerdì. Sotto questo aspetto un “giallo” perfetto, ma sotto il profilo dell’esito prodotto, il finale è tra i più consueti, ormai da dirsi scontato.

Campedelli aveva fatto la buona operazione venerdì. Vinto quattro delle cinque Prove Speciali rimanendo in testa dall’inizio della Gara fino alla sua interruzione notturna, dopo due Speciali scivolosissime di giorno, due al buio tra i tornanti malefici dell’Elba dei grandi ricordi, e l’intermezzo di Carosello prima andare a nanna, prova spettacolo che non merita le maiuscole. Andreucci era lì, non distante, ma c’era anche Crugnola, la voce nuova del CIR. C’era uno Scattolon in bella evidenza e un quasi imbarazzante Scandola già a un minuto e apparentemente incapace di gestire un qualsiasi tentativo di riscossa. In fondo non era una novità, tanto che ormai si tendeva a dimenticare il nome di Scandola quando si compilava la lista dei favoriti, cosa che solo un anno fa avrebbe fatto gridare allo scandalo un’intera famiglia e una Marca. Giustamente, con il senno di poi, dovrebbe scandalizzare anche oggi.

Elba, Sabato. Tutta un’altra cosa. Volterraio-Cavo, integrazione storica delle famose Volterraio, Falconaia, Parata. Si comincia così. Una galoppata epica di oltre 26 chilometri che può, deve fare la differenza. Tempo perfetto, i Piloti Pirelli, Andreucci tra questi, ricevono l’ordine forte e chiaro, semplice: RK5A treno più una o due nel bagagliaio, pressione delle “grandi occasioni”. Strade uguali per tutti, forse qualcuno le conosce un po’ di più, magari c’è venuto in vacanza con la famiglia, ma il Rally Elba in questa configurazione è nuovo praticamente per tutti. Cambio di palinsesto, e di marcia. Andreucci mette giù e stacca tutti, dieci secondi a Nucita e Crugnola, qualcosa di più a Scandola, molto di più a Scattolon.

Fuori uno. Simone Campedelli fora, spacca, stacca. Non sarà l’Elba del riscatto, della riscossa. Piuttosto un altro sfortunato zero. Ma sfortuna e errori cominciano a camminare a braccetto, dissimulando ruoli complementari o invertiti, insomma una passeggiata all’inferno invece di un Campionato trionfale come speravano i suoi sostenitori e come sperava lui, il pur bravo Campedelli. Fuori anche Rusce. Fuori due. Il venerdì con le sue proposte indecenti è ormai cancellato, insignificante. Andreucci passa in testa e capovolge la classifica, che inizia a sfoltirsi definendo un Rally “difficile”, impossibile per tutti tranne che per Andreucci, Andreussi, Peugeot.

Si passa alla seconda del mattino. È la Due Colli. È una sciroppata di curve e chilometri all’Ovest dell’Isola. Speciale incantevole, l’asfalto tiene, c’è il sole e un po’ di brezza. Ci trasferiamo tutti all’Elba. Abbiamo tempo, il Rally ha accumulato la sua mezz’ora di ritardo giornaliero quando si scatena l’offensiva Andreucci 2. L’errore, misto sfortuna, questa volta è di Crugnola. Fora, stallona, passa sul cerchio che fa le scintille sull’asfalto giù verso San Piero e Marina di Campo.

Fuori tre, e con questo il discorso è chiuso, definitivamente. C’è solo da temere un colpo di vera sfortuna, o una stupidaggine. Ma con un minuto su Scandola e uno e un quarto su Scattolon c’è poco da scialare, basta mantenere un ritmo decente e una concentrazione sempre sufficiente. La “strategia” consiste nell’allargare i passaggi sulle curve, stando a venti-trenta centimetri dai bordi dell’asfalto. Distanza vuol dire pulizia di traiettoria, rischio quasi zero. A un minuto e mezzo ecco apparire Andrea Nucita, l’eroe siciliano del Targa Florio che ha sfondato il retro della Macchina venerdì e non ha niente da perdere. Semmai qualcosa da guadagnare a farsi vedere. Quando il cronometro si ferma Nucita scrive un secondo meno di Andreucci e vince la Speciale. Nella generale non cambia e non cambierà nulla.

Infatti Nucita vincerà anche le due Speciali successive, la Bagnaia-Rio e la Buonconsiglio-Accolta portandosi a una manciata di secondi da Scattolon che è terzo. Andeucci si permette un ottavo e un quarto, roba che i suoi fan fanno finta di sbadigliare per irretire la tifoseria concorrente. Nucita fora un’altra volta e rallenta, ma Scattolon fora a sua volta ed è il colpetto di scena finale. Crugnola vince l’ultima Prova Speciale, scavalca entrambi e va a chiudere il Rally al terzo posto. Scatttolon scende al sesto, Nucita al dodicesimo posto. Niente da fare. Andreucci chiude la rassegna elbana con un anonimo settimo posto, in tre prove finali ha regalato quasi mezzo minuto ma ne conserva quel mezzo che fa della sua terza vittoria stagionale al CIR l’ennesimo trionfo.

Scandola è bravissimo, preciso, efficiente e redditizio nell’amministrale le proprie risorse, e alle spalle dell’Invincibile, Andreucci e Peugeot lo sono, il Pilota Skoda torna ad essere un pezzo interessantissimo del mosaico del CIR 2018

Scandola è stato bravo. Bravissimo. Non stiamo qui a dire se la stagione del veronese dipenda o no da alcuni problemi, anche se uno di adattamento, con le gomme, ce l’ha di sicuro. Quel che conta è che Scandola è bravissimo, preciso, efficiente e redditizio nell’amministrale le proprie risorse, e alle spalle dell’Invincibile, Andreucci e Peugeot lo sono, il Pilota Skoda torna ad essere un pezzo interessantissimo del mosaico del CIR 2018. Specialmente alla luce della fase “terrestre”, San Marino e Adriatico, che attende la carovana.

Non so se Andreucci ha mai vinto il Rally dell’Elba. A me non risulta e gli annali non mi vengono a contraddire, ma l’amico Cogni, che è una portentosa memoria storica della specialità, giura che è già successo, nel 1995. E Paolino lo conferma, precisando però che si trattava di un Elba in… continente. Non importa, allora, qualcuno registrerà il record. A me fa solo venire in mente come mai Andreucci è stato così efficace e risolutore questa prima mattina, quando ha rovesciato rabbiosamente l’andamento del Rally per impadronirsene. Evidentemente c’era una motivazione in più, una della poche che mancavano all’appello di una carriera di dominio assoluto.

Andreucci continua a volare alto sul CIR con 57 punti. Scandola resuscita ed è secondo a 32, Crugnola a 27. Facendo un po’ di conti… non c’è ancora nulla di detto o di definibile. Certo, 25 punti di vantaggio non sono un groppo alla gola.

Quindi Andreucci va a festeggiare.

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