CIR 2018-5. Roba da non credere! CIR: tutti a casa. Onore Europeo a Lukyanuk e Basso

CIR 2018-5. Roba da non credere! CIR: tutti a casa. Onore Europeo a Lukyanuk e Basso
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Dopo ritiri e ridimensionamenti, forfait ed errori, il Rally di Roma Capitale cala il carico da undici e stende anche Andreucci. Per il Campionato Italiano è un grottesco nulla di fatto, per l’Europeo l’onore di tenere alto il livello del Rally con il duello tra il russo e l’italiano
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
23 luglio 2018

Roma, 23 Luglio. Davvero, a volte, mi pare di vivere o di essere in un altro mondo, lontano diecimila miglia da casa e, soprattutto, dalla realtà. Europeo a parte, quello che è successo al Rally di Roma Capitale è roba da Harry Potter, fantasia pura applicata a un sogno di impossibile oggettività. C’è solo una cosa da dire, ossia che, se il Campionato era arrivato alla terzultima, temuta data, adesso riparte verso l’Adriatico con un nulla di fatto sconcertante. Praticamente è come se avesse saltato a pie’ pari l’appuntamento capitolino.

Doveva essere il piatto forte del Campionato, ma dopo le esclusioni di Scandola e Campedelli dalla lista degli ingredienti di base, il ridimensionamento della quantità di Crugnola e un piccante contorno di forature e incidenti, che nemmeno il peggior chili de Mexico, a completare la preparazione del cacciucco alla romana è arrivata la fiammata che ha bruciato in padella anche Paolino Andreucci. Fermo con la Macchina di traverso sul tracciato della 13ma (numero ricorrente in una recente, sfortunata serie) prova speciale, la seconda Monastero di una dozzina di chilometri, il toscano non si spiega la distrazione che ha provocato la “toccata” fatale, nella quale ha “sgranato” un cerchio e rotto una sospensione, si dispiace per sé con un po’ di rimorso per la Squadra, che come al solito gli aveva messo a disposizione il meglio, e torna a casa con le pive nel sacco, come Scandola e Campedelli. Dal punto di vista personale e di Squadra è un match point buttato via, da quello del Campionato una bolla di inutilità della Prova. Si riparte dall’Adriatico, nulla è cambiato se non che alla fine della stagione manca una Prova di meno, che resta pur sempre in vantaggio per chi è al comando.

Insomma, avessero annullato il Rally per una ragione qualsiasi, si fa per dire, si sarebbero risparmiati un sacco di benzina e di gomme, e di capelli grigi (chiaramente non è il mio caso). In ogni caso, non si direbbe ma è così, Andreucci ha fatto bene a “reagire” all’incidente di venerdì 13, prima del Rally, e a presentarsi al via del Roma Capitale.
L’Italiano sull’altare diventa il CIR nella polvere, dalla quale emergono, alla fine, Giacomo Scattolon, con una Fabia di Perico, e Antonio Rusce, ottavo e nono assoluti, secondo e terzo nella classifica “filtrata” per gli italiani, e di fatto “vincitori” per quanto riguarda il CIR che deve tenere conto anche della prestazione stupenda, ma trasparente, di Giandomenico Basso. Nel sesto Roma Capitale della serie va in scena anche il miglior Marco Pollara, quarto nell’Italiano, e trova una “dimensione” accettabile anche Andrea Crugnola, inizialmente all’ombra di ambizioni stranamente troppo miti e rallentato dal “soundtrack” del Rally, una foratura.

Ecco, va detto che Crugnola è l’indice di “movimento” del Campionato al termine di un week end piuttosto “statico”. Infatti, con il tredicesimo posto, quinto dell’Italiano, Crugnola torna di nuovo immediatamente a ridosso di Campedelli e Scandola nella graduatoria provvisoria del Campionato. Se dunque, in virtù del triplice nulla di fatto di Roma, Andreucci conserva intatto il vantaggio su Scandola e Campedelli, adesso Crugnola, a un solo punto dagli “sfidanti”, può giocarsela alla pari, e comunque rientra in gioco per un podio migliore.

Svuotato del confronto di cartellone tra Italiano e Europeo, il Rally di Roma Capitale è rimasto attaccato all’osso del Torneo continentale, che sin dall’inizio, dopo la sfuriata di Gryazin, è stato un affare privato tra il russo Alexey Lukianov e l’italiano Giandomenico Basso. Il vantaggio acquisito dal russo non lasciava troppo spazio all’italiano, ma è in questa circostanza che abbiamo potuto rivedere, con grande piacere, il miglior Basso, quello che era uscito dall’Italiano da vincitore per affrontare, e vincere, la sfida del neonato TER, il Tour European Rally di matrice italiana che riunisce alcune delle più belle Prove del Vecchio Continente.
Basso in particolare, per l’occasione in coppia con Moira Lucca, è cresciuto in un finale bellissimo, nel quale si è aggiudicato ben quattro Prove Speciali dando anche l’impressione, a un certo punto, di poter insidiare la leadership di Lukianov. Battuto da un’inezia di sette secondi e mezzo, “Giando” esce dal Roma come protagonista assoluto, e ancora una volta il CIR si deve dispiacere per la sua, ormai troppo prolungata assenza.

Mattatori assoluti, i protagonisti dell’Europeo sono anche gli autori che firmano il Roma Capitale. Alexey Lukyanuk, al volante di una Ford Fiesta R5 e assistito alle note da Alexey Arnautov, è stato imprendibile sin dall’inizio. Secondo alle spalle di Nikolay Gryazin nella prima Speciale, e di Campedelli nella seconda, il russo ha messo insieme tre vittorie consecutive schiaccianti ed è riuscito a prendere il volo al termine di un primo giro formidabile. Da lì in poi Lukyanuk ha dovuto soltanto guardarsi le spalle, con una certa tranquillità dalla non terribile aggressività di Grzegorz Grzyb e di Fabia Krein, alla fine secondo e terzo sul podio di Ostia, e con una certa, comprensibile apprensione dall’incalzare di Giandomenico Basso, che con una gara perfetta è riuscito a tenere l’avversario costantemente sotto pressione fino all’ultima, serale Ostia Super Special. Non fossero state annullate due Speciali, poi…
Insomma, scendendo dalla scopa volante del CIR e tornando nella realtà di tutti i giorni, adesso per prima cosa si va in vacanza, e poi ci si incammina lentamente verso le ultime due Prove dell’Italiano, entrambe segnate da un’altra favola il cui incantesimo si scatena con la parola magica “coefficiente 1,5”. L’Adriatico arriva per primo, in programma sugli sterrati marchigiani a settembre. Un po’ di tempo per ripensare ai favolosi episodi del Rally ambizioso di Max Rendina.
 

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